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Lo strangolatore di Boston

Regia di Richard Fleischer vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Lo strangolatore di Boston

di degoffro
8 stelle

Tratto dall'omonimo romanzo di Gerold Frank, a sua volta ispirato a fatti realmente accaduti, sceneggiato, con la collaborazione di Philip Di Natale e John S. Bottomly, gli ispettori di polizia a suo tempo impegnati nelle indagini sul mostro, dall'ottimo Edward Anhalt (già due volte premio Oscar per il soggetto di "Bandiera gialla" di Elia Kazan e per la sceneggiatura di "Becket e il suo re" di Peter Glenville e futuro sceneggiatore di "Corvo Rosso non avrai il mio scalpo" di Sidney Pollack), "Lo strangolatore di Boston" è un poliziesco anomalo, sfaccettato, ambiguo ed intrigante. Richard Fleisher, già a suo agio con cupe, morbose e violente storie che riprendono scabrose e malate vicende realmente accadute (suoi sono infatti gli eccellenti "Frenesia del delitto" e "L'altalena di velluto rosso"), divide la sua opera in due parti nettamente distinte. Ad una prima incentrata sulle gesta dello strangolatore con la città presa dal panico, gli abitanti pronti a denunciare qualsiasi persona ipoteticamente sospetta e la polizia a brancolare nel buio, tanto da affidarsi persino a un medium pur di raccapezzarci qualcosa (parentesi assai ironica e riuscita), fa seguito una seconda meno frenetica e più attenta a scandagliare la mente sdoppiata e perversa di Albert De Salvo. Fleisher, già montatore alla RKO nella sezione dedicata all'attualità e con l'esperienza di un brillante corso universitario in psicologia, riesce a condensare al meglio le sue conoscenze giovanili con una messa in scena esemplare che al secco ed essenziale taglio giornalistico, quasi da serrato documentario di cronaca nera, accompagna una lucida ed appassionata indagine sulla doppia e pericolosa personalità del protagonista. In questo aiutato dalla superba prova di Tony Curtis che, con coraggio ed umiltà, accetta di misurarsi con un ruolo scomodo e complesso, ben lontano dai suoi cliché abituali. L'ultima sequenza, quando De Salvo progressivamente prende coscienza della propria follia, mette i brividi per come regista e attori sono abili nel portare alla luce il disagio, la sofferenza ed il terrore di un uomo che non sa più chi sia e che si ritrova d'improvviso nell'angolo di quella piccola stanza chiusa, solo con i suoi tormenti, i suoi rimorsi e le sue angosce. Con un autentico colpo di genio del regista, lo strangolatore, vestito di bianco, sembra quasi essere assorbito dal bianco delle pareti della stanza fino a scomparire e costituire un tutt'uno con i muri. Peraltro il regista già in precedenza aveva mostrato come De Salvo avesse avuto un fulmineo momento di lucidità, nella casa di una delle sue vittime - quella che riesce a sopravvivergli mordendogli una mano - quando si guarda per qualche secondo allo specchio con un viso tra il sorpreso e lo sconvolto, quasi non si riconoscesse in quell'immagine riflessa. Determinante ed assai efficace anche l'uso dello split screen fortemente voluto dal regista, nonostante l'iniziale scetticismo della Fox, a rappresentare, nella prima parte, le difficoltà delle indagini della polizia oltre alla paura ed ai sospetti che attanagliano la popolazione, soprattutto femminile, nella seconda invece, la mente schizofrenica e contraddittoria dello strangolatore. Brian De Palma se ne ricorderà molto bene per il suo "Le due sorelle". Henry Fonda, al solito, è magistrale, ma sono formidabili soprattutto due battute pronunciate dal suo laconico, incisivo, anche paterno personaggio. Una sulla Tv: "La Tv mi dà noia agli occhi: e non è tanto il fatto di guardarla, è quello che mi fanno vedere!" L'altra sulla società americana: "Del resto che possiamo aspettarci da una società che spende il 40% degli introiti fiscali in armi per uccidere?" Il fatto che in quarant'anni nulla è cambiato, anzi si è assistito ad un ulteriore e radicale peggioramento, fa quasi più paura dei crimini dello strangolatore. Nomination ai Golden Globes per Tony Curtis quale migliore attore protagonista in un film drammatico (battuto dal Peter O'Toole de "Il leone d'inverno"). Per il ruolo di Albert De Salvo erano stati presi in considerazione anche Robert Redford e Warren Beatty.
Voto: 7+

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