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Il Colosso di Rodi

Regia di Sergio Leone vedi scheda film

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La recensione su Il Colosso di Rodi

di mm40
3 stelle

A Rodi il re Serse ha fatto erigere un colosso che permette di dominare il porto e impedire in questo modo improvvisi attacchi nemici via nave. Serse ignora però di avere in Tireo un traditore, segretamente alleato con i Fenici; l'arrivo sull'isola dell'eroe greco Dario complica ulteriormente le cose.

 

Dopo un lungo apprendistato come assistente, fra gli altri di Bonnard e Soldati, Sergio Leone esordisce dietro la macchina da presa con questo Il colosso di Rodi. Un peplum più ordinato, dispendioso e fantasioso degli altri prodottini del filone relativo, ma pur sempre un peplum: film in costume antico con trama avventurosa farcita di azione e buoni sentimenti, nella quale la logica è un elemento di secondo piano e la confezione - scene, costumi, luci, montaggio, musiche - viene realizzata con una certa approssimazione. Meglio della media, ma comunque con pochi spunti degni di nota nonostante l'impiego di nomi come Angelo Francesco Lavagnino (colonna sonora), Eraldo da Roma (montaggio), Antonio Ballesteros (fotografia, nome scelto nel segno della coproduzione fra Italia, Spagna e Francia) e di una lista di sceneggiatori più o meno infinita: Leone stesso, Ennio De Concini, Luciano Martino, Cesare Seccia, Carlo Gualtieri, Luciano Chitarrini, Ageo Savioli; nel cast artistico invece vale la pena di sottolineare la presenza dell'americano Rory Calhoun, di Lea Massari, Georges Marchal, Conrado Sanmartin, Alfio Caltabiano, Mimmo Palmara e Nello Pazzafini. In definitiva si tratta di una pellicola realizzata per esigenze prettamente commerciali, che Leone può avere sfruttato come occasione per farsi le ossa, ma niente di più; i tempi sono per lui maturi, d'altronde, per sfondare sul serio: succederà tre anni più tardi con la sua opera seconda, Per un pugno di dollari. 3,5/10.

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