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Sorry We Missed You

Regia di Ken Loach vedi scheda film

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La recensione su Sorry We Missed You

di diomede917
8 stelle

A 83 anni Ken Loach continua ad assestare cazzotti nella bocca della stomaco e calci nei coglioni come fosse se il tempo per lui non passasse mai.

A essere sincero con Sorry, we missed you ci mette una rabbia e una cattiveria maggiore che in Io, Daniel Blake.

Come regista e come uomo non riesce ad accettare gli eventi che i suoi protagonisti sono costretti ad affrontare.

Pur affrontando tematiche riguardanti il lavoro e il proletariato, Ken il rosso è sempre al passo con i tempi affrontando vecchie problematiche delle nuove realtà.

Protagonista è Ricky, un uomo caparbio. Un vero e proprio lottatore che sopraffatto dai debiti che la crisi economica del 2008 decide di investire su se stesso. O almeno così crede o cercano di convicerlo.

Il colloquio iniziale è fulminante, la disperazione del singolo viene trasformata nella grande opportunità di successo.

E' una sorta di patto col diavolo dei poveri i quali investono tutto quello che hanno e forse anche di più in un furgone e lottano con tutto il tempo che hanno a disposizione per consegnare più pacchi possibile perchè il tempo è denaro....forse.

Ma Sorry, We Missed you non è la storia di un singolo contro il mondo è la storia di una famiglia che viene sgretolata da questo meccanismo.

L'amore che li unisce viene messo a dura prova.

Ken Loach li segue passo passo in ogni frammento della loro vita, li ama. Ce li fa amare, noi soffriamo per loro ma sopratutto con loro.

Perchè la scelta di Ricky si ripercuote su di loro.

La moglie Abby, una moderna infermiera/badante, rinuncia alla macchina per lavorare e si affida ai mezzi pubblici per raggiungere gli anziani e malati che assiste.

Lei li assiste con tutto il cuore come una figlia dovrebbe assistere la propria madre.

Questa totale dedizione al lavoro per poter arrivare a fine mese si ripercuote sulla crescita dei loro figli.

La piccola Liza Jane ha una sorta di regressione che la porta a non dormire e fare la pipì a letto mentre il figlio adolescente Sebastian esplode in tutta la sua ribellione giovanile diventando un Writer allo sbando senza un punto di riferimento fisso.

Ken Loach usa questa nuova forma di lavoro che sta in mezzo tra l'imprenditoria e il precariato come paravento per raccontare la nuova situazione sociale inglese.

Una società fatta di vecchi abbandonati a loro stessi che hanno bisogno di un orecchio che li ascolti e una mano che non solo li aiuti ma li accarezzi.

Il mercato delle consegne a domicilio che ti porta ad una situazione del cane che mangia cane, che corri disperatamente senza una metà nella speranza di non beccare una multa o di non essere derubato. Lavorando 14 ore al giorno e non trovare il tempo di pisciare, a meno che tu non abbia una bottiglia dietro con te.

E' una realtà che ti ruba ogni forma di dignità e non è un caso che Ken il rosso usi a più riprese l'urina come simbolo di questo sbando.

La famiglia è l'unica ancora di salvataggio, è il luogo dove trovare la forza interiore. Dove trovare l'amore.

Le scene migliori sono quelle che vedono insieme Ricky e sua figlia Liza consegnare pacchi una condivisione che segna un legame profondo, Abby urlare in ospedale in difesa dei diritti del proprio marito, il ribelle Sebastian mettersi finalmente a disposizione di un padre totalmente tumefatto, la famiglia unita per una sera intorno ad un indiano d'asporto.

Ma nonostante tutto questo, niente e nessuno riesce a placare la rabbia di Ken Loach che ci sputa in faccia un non finale amarissimo perchè nell'Inghilterra alle soglie del 2020 il lieto fine è un lusso che viene riservato a pochi.

Di sicuro non ai poveri Cristi.

Voto 8

 

 

 

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