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Il Re Leone

Regia di Jon Favreau vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il Re Leone

di DoctorCinema
7 stelle

Un buon film, anche se lontano dal capolavoro degli anni '90. Un'operazione nostalgia per chi ha dai 25 ai 40 anni, mentre è una possibile via per riscoprire queste grandi storie se consideriamo i bambini di oggi. Migliore rispetto ad altri remake Disney, anche se non possiamo parlare di "live-action" in senso stretto. Più che sufficiente.

? LA RECENSIONE DEL DOC ?
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"Il Re Leone" (2019)
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Regia: Jon Favreau
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Inizio questa mia recensione con un breve preambolo.
"Il Re Leone" (e intendo l'originale Disney degli anni '90) non è mai stato tra i miei classici preferiti, tanto che nella mia vita l'ho visto un numero di volte nettamente inferiore rispetto ad altri di cui nei decenni scorsi ho consumato la VHS ("La bella e la bestia", "Aladdin", "Robin Hood" tra gli altri). Con questo non voglio dire che non mi piaccia o che non lo ritenga un grande film, ci mancherebbe altro, ma da un punto di vista prettamente emotivo e psicologico, "Il Re Leone" non mi ha mai offerto sensazioni paragonabili a quelle che provo con i classici Disney prima citati.
Tutto ciò mi serve per spiegare l'approccio che ho avuto al remake in CGI (non possiamo parlare di live-action in senso stretto, dato che mancano personaggi umani per giustificare questa dicitura). Non avevo chissà quali aspettative, ma neanche pregiudizi negativi che potessero influenzarmi. La mia è stata una visione abbastanza neutrale, condita da quella sana curiosità verso un prodotto che sai benissimo essere frutto di un'operazione commerciale (perchè questi remake, a mio parere, sono esclusivamente operazioni commerciali), ma che potrebbe riservare qualche sorpresa.
E così effettivamente è stato.

In questa recensione non farò cenni alla trama, perchè voglio dare per scontato che chi abbia visto il remake conosca anche il film originale Disney, così come se dovessi fare riferimenti a specifici momenti della storia non voglio considerarli spoiler, per lo stesso identico motivo.
Se devo dare un giudizio, il film, pur senza portarmi a dei livelli di entusiasmo incontrollato, mi è comunque piaciuto. Nel complesso non mancano i punti negativi, ma sono dell'opinione che siano in un numero inferiore a quelli positivi.

Leviamoci il dente, parliamo delle cose che personalmente non ho apprezzato.

Innanzitutto mi ha convinto poco la scelta di Mengoni come doppiatore di Simba adulto. Mengoni, infatti, ha una voce particolarmente incline agli acuti, specialmente nel momento in cui canta, e questo particolare timbro vocale mi ha fatto storcere un po' il naso sentendolo arrivare da un personaggio maestoso nell'aspetto qual è Simba da adulto (non ha la maestosità del padre Mufasa, ma siamo lì). Dopo qualche minuto ci si fa l'abitudine, ma sono dell'idea che un buon doppiaggio non dovrebbe portare lo spettatore ad "abituarsi" a ciò che sente, ma dovrebbe invece far risultare naturale l'associazione tra voce e viso (o come in questo caso, personaggio animato). Avrei fatto una scelta diversa da quella di Mengoni, ma tant'è. Anche Elisa non è che l'abbia trovata eccezionale nel dare la voce a Nala adulta, ma secondo me il personaggio si prestava maggiormente alla voce della cantante e il risultato finale è maggiormente soddisfacente. In realtà questi due elementi sono stati gli unici che, riguardo al doppiaggio, non mi hanno convinto. Riprenderemo l'argomento quando parleremo degli aspetti positivi, perchè c'è altro da dire.
Un altro elemento che mi ha convinto poco, ma che era purtroppo ampiamente prevedibile, riguarda la pressochè assente espressività di quasi (e ripeto, quasi) tutti i personaggi. E' qualcosa che si poteva già intuire dalle prime immagini promozionali e, successivamente, anche dal primo trailer distribuito al pubblico. Gli animatori Disney hanno voluto operare una scelta ben precisa: quella di dar vita a dei personaggi molto realistici nel loro aspetto di animale. Ciò vuol dire che, trattandosi appunto di animali, questo realismo ha portato a sacrificare una componente che nel film d'animazione era invece decisiva: l'espressività del viso. Facciamo un esempio ben preciso per intendere ciò che voglio dire, prendiamo in considerazione la scena della morte di Mufasa. Quasi tutti noi ricordiamo quella scena come una delle sequenze emotivamente più devastanti della storia della Disney. Questo credo sia dovuto principalmente alla reazione che ha Simba nel momento in cui si rende conto che il padre non riesce più a svegliarsi perchè, ovviamente, è morto. Nel film d'animazione, Simba inizia a piangere e in viso gli si dipinge una disperazione "umana" che arriva allo stomaco dello spettatore prendendolo a pugni ripetutamente, perchè è come se stessimo vedendo un "bambino" piangere davanti alla morte del proprio padre. Ora consideriamo invece la stessa identica scena del remake. Innanzitutto devo dire che moltissime sequenze sono state ricreate con una fedeltà impressionante (per molti potrebbe apparire come un elemento positivo, per altri invece come qualcosa di negativo). Questo discorso vale anche per la scena della carica degli gnu che travolgono il povero Mufasa, che precipita dalla rupe anche a causa del tradimento di Scar. In questo remake in CGI, Simba si avvicina al padre e, resosi conto che è morto, inizia sì a piangere, ma il viso realistico del leoncino non lascia trasparire alcuna emozione dalle sembianze umane. Sentiamo il pianto, intravediamo qualche lacrima, ma stop. Null'altro. Una situazione del genere, a mio parere, influenza in parte quello che è il carico emotivo che una scena come questa (che ho portato come esempio) dovrebbe regalare allo spettatore.
L'unico personaggio che mi ha convinto dal punto di vista della resa grafica per quanto concerne il viso è Scar, che infatti è stato concepito bene e realizzato anche meglio. Non voglio apparire esagerato con ciò che sto per dire, ma a mio parere lo Scar di questo remake è anche superiore al corrispettivo personaggio del film d'animazione. In questo remake abbiamo un leone terrificante, inquietante, viscido oltre ogni dire. Un personaggio che suscita odio e terrore in ogni momento in cui appare in scena. Il lavoro che è stato portato avanti con Scar è meraviglioso, peccato quindi che non si sia riusciti a raggiungere un egual livello anche con tutti gli altri personaggi. In parte si salvano Timon e Pumbaa, che però godono di un'altra componente a loro favore di cui parlerò a breve.

Tutto sommato posso anche chiudere qui il capitolo relativo agli aspetti negativi. Ci sarebbe da parlare del film come "operazione commerciale", ma sarebbe superfluo. Questi remake nascono come un modo (per molti versi geniale) che la Disney ha escogitato per poter riportare in auge grandi storie che l'hanno resa famosa e celebre in tutto il mondo, facendo così riavvicinare a esse una nuova generazione di bambini che probabilmente i classici Disney non li hanno mai visti, o comunque sicuramente non con la stessa frequenza con cui li ha visti la generazione degli attuali 30enni (o anche dei 20enni). Inutile anche ragionarci sopra: se non interessano non li si guarda. Se li si guarda con lo scopo di criticarli perchè non offrono nulla di innovativo da un punto di vista narrativo, penso si stia prendendo la strada sbagliata nell'analizzare queste pellicole. Pellicole che, sottolineo ulteriormente, sono da considerare come una gigantesca operazione commerciale e null'altro. E' un dato di fatto intrinseco, ogni ulteriore valutazione al riguardo esula dalla componente artistica (qualora la si voglia prendere in considerazione, come sto facendo io).

Passiamo ora ai (per me tanti) aspetti positivi.

Innanzitutto, ma non mi aspettavo qualcosa di diverso, il lavoro grafico eseguito dalla Disney nella realizzazione delle ambientazioni e delle animazioni è superlativo. Ormai la Disney, così come anche la Pixar, è arrivata a dei livelli qualitativi elevatissimi, riescono a migliorarsi anno dopo anno e ciò che ne viene fuori è quasi sempre qualcosa di perfetto.
Un altro elemento che mi ha convinto è il comparto sonoro, comprendendo in questo concetto anche le canzoni. Mettendo da parte il discorso relativo al solo Mengoni, nel complesso le canzoni mi sono comunque piaciute per come sono state rese in queste nuove versioni. Come ho detto all'inizio, non avendo visto fino allo sfinimento "Il Re Leone", non ho un ricordo ben preciso e nitido di tutte le sequenze del classico d'animazione, nè ricordo a memoria le varie canzoni, quindi non riesco allo stato attuale a fare un paragone fra i due film. Seguendo il remake, però, non ho comunque trovato particolari "stonature".
Altro fattore positivo del film: il doppiaggio. Se per Mengoni ho detto che il suo lavoro al doppiaggio non mi ha convinto granchè, ciò non si può dire per tutti gli altri doppiatori. Partiamo col botto citando il grandissimo Luca Ward chiamato a sostituire una colonna del cinema italiano e mondiale come Vittorio Gassman per la voce di Mufasa. Ward esegue un lavoro magistrale, ma non avevo il benchè minimo dubbio al riguardo. Bravo, bravissimo come sempre. Un'altra doppiatrice professionista che, fra i tanti, è stata chiamata in questo film è Rossella Acerbo, che ha prestato la propria voce alla iena Shenzi. La Acerbo, per chi non lo sapesse, è la doppiatrice di Lisa Kudrow/Phoebe in Friends, oppure anche di Drew Barrymore in molti suoi film. Ciò vuol dire che non raramente la Acerbo ha declinato la propria voce verso un lato comico che potesse risultare funzionale ai personaggi da lei doppiati. In questo caso, invece, la voce della Acerbo è seria, profonda, terribilmente inquietante e perfettamente adeguata al personaggio mefistofelico che è, appunto, Shenzi. Gran bel lavoro anche il suo. Poi ci sono Edoardo Leo e Stefano Fresi, che hanno prestato le proprie voci rispettivamente a Timon e Pumbaa, in maniera secondo me perfetta, centrando totalmente lo spirito dei due personaggi e regalando loro quella componente comica che era fondamentale affinchè riuscissero ad arrivare allo spettatore (anche nelle parti cantate, come nella canzone "Hakuna Matata"). Bravi entrambi, le loro voci sembrano essere state concepite proprio per personaggi come Timon e Pumbaa. Infine, ultimo ma non certo per importanza, voglio citare Massimo Popolizio. Anche in questo caso, a chi non sapesse di chi stiamo parlando, voglio fare un nome ben preciso: Lord Voldemort. Avete presente la voce suadente, viscida, inquietante, quasi strisciante che ha Voldemort nella saga di Harry Potter? Ecco, quella voce appartiene a Massimo Popolizio, che in questo remake doppia Scar. A ben pensarci, non è che abbia dovuto stravolgere particolarmente il lavoro ottimamente eseguito con Voldemort, perchè come scrivevo prima Scar è un personaggio che ha dei tratti psicologici e anche fisici che si avvicinano parecchio a quelli dell'oscuro signore ideato dalla Rowling. Popolizio ha saputo regalare a Scar uno spessore vocale non indifferente, ha reso completo il personaggio ed è stato in grado di non sfigurare (anzi, per alcuni versi penso sia stato anche superiore) rispetto a quello che era stato il doppiaggio di Tullio Solenghi nel classico di animazione.
Un ultimo elemento che voglio considerare è la presenza di alcuni elementi differenti rispetto al classico Disney, ma che a mio modo di vedere sono stati ben inseriti nel contesto generale del film. Ho apprezzato il maggiore spazio dato al personaggio di Zazu, ho amato la piccola chicca del riferimento a "La bella e la bestia" (qua non dico nulla perchè sarebbe realmente uno spoiler), mi è sembrata ben costruita anche la differente interazione narrativa tra Scar e le iene e tra Scar e Sarabi, dall'inizio alla fine. Nell'economia globale del film sono tutti elementi che potrebbero far storcere il naso ai puristi e agli amanti sfegatati del classico Disney, ma secondo me non stonano affatto.

Nel complesso, quindi, ciò che ne è venuta fuori è una pellicola godibile, sicuramente non perfetta, ma comunque in grado di regalare del buon intrattenimento per tutta la sua durata. Ho la sensazione che la Disney stia un po' prendendo le misure a questi remake, affinando sempre più il modo in cui vengono concepiti e poi realizzati e ottenendo dei risultati che, se valutati nell'ottica di cui parlavamo prima (una trovata per portare al cinema i fanciulli che dei classici Disney hanno solo una conoscenza vaga), potrebbero risultare comunque molto gradevoli.

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