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Piccole donne

Regia di Greta Gerwig vedi scheda film

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La recensione su Piccole donne

di Malpaso
8 stelle

Greta Gerwig riconferma un gusto estetico molto raffinato ed una grandissima capacità nel dirigere il cast a disposizione.

La recensione che segue la trovate anche sul mio blog.

 

Cosa distingue un ottimo libro da un capolavoro? La capacità di quest’ultimo di resistere al passare del tempo, delle mode e all’evoluzione del pensiero e del gusto. Un capolavoro conserva l’abilità di parlare ad un pubblico in continuo cambiamento; così il romanzo di Louisa May Alcott ha attraversato le epoche indenne, facendosi amare dai giovani lettori (di entrambi i sessi) e conoscere dagli spettatori. Quindi, dopo ben quattro adattamenti cinematografici, arriviamo al 2020 e a Greta Gerwig, con il suo Piccole donne.

 

Sono gli anni del Me Too e dietro la macchina da presa abbiamo una delle maggiori attiviste sul campo per quanto riguarda i diritti delle donne nel mondo dello spettacolo; date queste due premesse, non è difficile politicizzare un film che, molto probabilmente, vuole anche esserlo. Il rischio, in questi casi, è di dare eccessivo peso ad una parte non preponderante dell’opera. Seppure Piccole donne di Gerwig tocchi l’argomento dell’indipendenza femminile, sia personale che artistica, l’opera prosegue perlopiù lungo la via preferita dall’autrice di Lady Bird: raccontare la complessità dei sentimenti. Non a caso, i momenti migliori della pellicola sono quelli che affrontano il rapporto a tratti disfunzionale tra Jo (Saoirse Ronan) ed Amy (Florence Pugh).

 

Greta Gerwig è riuscita a trovare un equilibrio tra la fedeltà alla materia prima ed il bisogno fisiologico di darle un tocco di freschezza: lo spirito del romanzo rimane immutato ed il film è fortemente vitale nel rappresentare i legami umani che si stringono al suo interno. La regista non solo ha la giusta intuizione alternando le linee temporali, a loro volta manipolate dai singoli ricordi dei vari personaggi, ma riconferma un gusto estetico molto raffinato ed una grandissima capacità nel dirigere il cast a disposizione, in questo caso amalgamato alla perfezione. Le già citate Ronan e Pugh sono eccezionali, soprattutto quest’ultima nell’andare a ritrarre una ragazza scissa tra l’amore per la sorella ed il bisogno di superare il senso d’inferiorità nei suoi confronti. Emma Watson ed Eliza Scanlen completano un quartetto di protagoniste estremamente affiatate, mentre le presenze di Laura Dern e Meryl Streep portano esperienza ed arricchiscono l’opera di note emozionali e divertenti.

 

Piccole donne, all’alba della seconda decade del ventunesimo secolo, si presenta in una forma nuova, rispettosa della sua originale spinta progressista; una messinscena apparentemente classica, all’interno della quale si muovono quattro giovani donne femministe, ma non estremiste (il che è da elogiare visti i tempi che corrono): anticonformiste, ma non a tutti i costi, libere di essere donne, di poter scrivere come di mettere su famiglia e crescere i propri figli.

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