Regia di Joe Wright vedi scheda film
Thriller che omaggia chiaramente l'immortale “La finestra sul cortile” di Hitchcock. Il risultato è però un'opera che a fronte di innegabili pregi tecnici presenta un plot che crea più confusione che suspance, e un finale davvero indegno. VOTO: 4
Tratto dall'omonimo best-seller di A. J. Finn (al secolo Daniel Mallory), “La donna alla finestra” si traduce in un thriller che omaggia Hitchcock, e in particolare “La finestra sul cortile” del quale ci viene anche mostrato qualche fotogramma in una scena, ma anche in una mezza delusione, almeno a giudizio di chi scrive. Il romanzo di partenza non l'ho letto e non sono quindi in grado di fare paragoni in tal senso. Quello con il sopracitato, immortale capolavoro hitchcockiano non credo abbia senso, sebbene ho qua e la letto recensioni che lo invocano ed altri che insinuano addirittura il plagio. Quest'ultima accusa è francamente ridicola e passiamo quindi oltre. Prendendo il film come oggetto a se stante, restano uno script (adattamento a cura del celebre drammaturgo Tracy Letts) che certamente crea suspence, ma crea anche non meno confusione. E qui l'omaggio a Hitch inizia a traballare pericolosamente, in quanto la grandezza (una di esse) dei film del Maestro risiedeva proprio nel fatto che la suspence nasceva nonostante si sapesse a priori chi fosse il 'cattivo'. Questo è il primo, enorme problema. Il secondo è l'attrice principale Amy Adams. Non fraintendetemi, la ritengo una grandissima e anche in questo caso, in quelle scene 'calme', di dialogo, fa il consueto figurone. Sfortunatamente, in quelle più concitate mi ha dato l'impressione di caricare in maniera eccessiva e quindi poco realistica il suo personaggio. Problema numero tre è il finale, davvero indegno, buttato lì quasi come gli autori fossero arrivati a quel punto senza realmente sapere essi stessi come chiuderlo il racconto. Detto ciò, non siamo di fronte a una pellicola scadente, anzi. Il lato tecnico dell'opera è di prim'ordine, dalla fotografia di Bruno Delbonnel, alle musiche di Danny Elfman, passando per trucco, costumi e non ultime alcune eccellenti intuizioni del regista sul dove posizionare la macchina da presa. Altro punto a favore sono gli attori impegnati in ruoli secondari, dall'immensa Julianne Moore a Jennifer Jason Leigh, dal giovane Fred Hechinger fino all'impagabile Gary Oldman che ormai il marchio da psicopata DOC ce l'ha impresso a fuoco sulla fronte. Nel complesso, come detto, non un film scadente da cestinare senza dargli una chance, ma sicuramente un'occasione sprecata. Da notare che il film, girato nel 2018 con un budget di circa 40 milioni di dollari, non arrivò mai nelle sale a causa di svariate vicissitudini, trovando infine distribuzione solo nel 2021 sulla piattaforma online Netflix.
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