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Pet Sematary

Regia di Kevin Kölsch, Dennis Widmyer vedi scheda film

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La recensione su Pet Sematary

di maghella
8 stelle

Lascia che Dio si prenda il suo di figlio, se proprio lo vuole”.

Louis e Rachel Creed arrivano con la figlia Elli di 8 anni e il piccolo Gage di un paio di anni, nella loro nuova casa. La famiglia Creed ha deciso di lasciare la vita frenetica di Boston, per trovare nella piccola cittadina di Ludlow nel Maine, dei ritmi più consoni ad una dimensione familiare più intima. Mentre ci sono ancora gli scatoloni da sistemare, e Louis è al suo primo giorno di lavoro nell'ambulatorio medico del paese, Rachel ed Elli scoprono che dietro alla loro casa, ai confini con il bosco che la circonda, esiste un piccolo cimitero degli animali. Spinta dalla curiosità, Elli cerca da sola alcune risposte che la madre non le ha saputo dare circa una strana processione di bambini mascherati che trasportavano una carcassa di un cane nel cimitero. A darle le risposte sulla morte dei numerosi animali domestici che occupano il cimitero è il vecchio Jud, il vicino di casa.

La sera, prima di addormentarsi tra le coccole dei genitori, Elli chiede al padre e alla madre cosa ne sarà del loro gatto Churc una volta morto, dove andrà? E cosa c'è dopo la morte ad attenderli? Mentre Rachel cerca di confortare la figlia con belle storie sul paradiso e sulle persone morte che continuano nell'aldilà a vegliare sui vivi, Louis più pragmatico e profondamente ateo, cerca di dare ad Elli una visione più scientifica.

La vita campagnola della famiglia Creed non procede rilassata come speravano, nonostante i ritmi più lenti, i buoni rapporti con i vicini di casa, con Jud in particolare (diventato quasi un nonno per Elli), ci sono episodi che non rendono i sonni tranquilli per Louis e Rachel. Louis è tormentato dalla visione di un ragazzo morto investito da un camion, che lo ossessiona con passeggiate notturne nei boschi. Rachel continua a rivivere un vecchia storia famigliare legata alla morte della sorella, che le procura sensi di colpa fin da quando era una bambina. Le cose precipitano quando Churc viene investito da un camion sulla strada che affianca la casa. Rachel e Louis decidono di non dire alla figlia che il gatto è morto, preferendo non farle affrontare la morte di un essere a lei tanto caro dicendole che Churc è scappato senza fare ritorno. Mentre Louis e Jud vanno a seppellire il gatto di notte nel cimitero dietro casa, Jud decide di svelare al vicino di casa un segreto per rendere la piccola Elli ancora felice. Dietro la catasta di legna che divide il cimitero degli animali dal bosco c'è un sentiero che porta in un territorio sacro, appartenuto agli antichi nativi americani. Louis seppellisce lì Churc, sotto le direttive precise di Jud. Quando la mattina dopo Louis e Rachel cercano di spiegare ad Elli che il suo gatto ha scelto la vita libera e selvaggia, la bambina fa notare loro che Churc è rientrato proprio quella notte e che dorme nell'armadio. Incredulo Louis scopre Churc nella camera della figlia, ma è davvero ancora il gatto affettuoso e coccolone che conoscevano?

Quando Louis chiede spiegazioni a Jud di cosa abbiano veramente fatto seppellendo il gatto nel territorio sacro, il vecchio gli spiega che quello è uno spazio magico che fa tornare dal mondo dei morti chi si è amato molto e che non si ha il coraggio di lasciare andare.

Continuano le visioni da incubo di Louis sul ragazzo morto, continua Rachel a sentire la sorella defunta camminare sopra il soffitto, Churc è indemoniato e aggredisce continuamente i componenti della famiglia. Le cose precipitano quando durante la festa del nono compleanno di Elli, un terribile incidente travolge la famiglia Creed. Un camion a tutta velocità investe uno dei figli di Louis e Rachel. Il cimitero degli animali accoglierà ben presto il corpo di un piccolo essere umano, che però non avrà più niente dell'aspetto originale, non sarà un ritorno di un caro, ma piuttosto l'arrivo di un nuovo demone pieno di rancore e assetato di vendetta.

Non posso e non voglio dire di più sulla seconda parte di questo bel remake del film del 1989 di Mary Lambert. Sarebbe una cattiveria gratuita, visto che non è facile fare un remake di un film molto conosciuto, ispirato al notissimo romanzo di Stephen King, con un colpo di scena degno finalmente di questo nome. Un colpo di scena proprio e solo per i conoscitori esperti del romanzo e del film di trent'anni fa. Infatti se per la prima parte tutto procede come da copione, nello snodo cruciale c'è un cambiamento di rotta senza preavvisi, che dà al nuovo film una linfa del tutto originale. La famiglia Creed arriva nella nuova casa con dei problemi che lo spettatore riesce a percepire da un certo disagio che i due genitori hanno nel gestire i loro ruoli. Rachel molto protettiva con i figli, titubante di qualsiasi cosa, non riesce ad essere mai rilassata. Louis cerca di adeguarsi ai nuovi ritmi famigliari, a concentrarsi sui figli che a Boston non riusciva a seguire come avrebbe voluto. La sua sicumera sull'inesistenza di un vita oltre la morte, lo rende preda facile degli spiriti malvagi, e rimane vittima della sua curiosità e ambizione, pensando di poter violare le regole sacre senza dover sacrificare niente. L'ambiguità di Jud è forse il lato più meschino di tutta la storia: cosa si cela dietro l'aspetto bonario del vecchio vicino di casa? Quali segreti conosce e perché li svela senza tante spiegazioni allo sprovveduto Louis?

L'originale sceneggiatura dell'ormai collaudato David Kajganich, (quello che ha scritto il remake di “Suspiria” per intendersi) insieme a Jeff Buhler, si concentra molto sulle dinamiche famigliari, piuttosto che sull'aspetto dello spiritismo o del demoniaco. Il male che esce fuori dal cimitero degli animali è una conseguenza della voracità dell'uomo, che nonostante il proprio sapere, le proprie insicurezze, non riesce ad essere pronto per affrontare un lutto in maniera adulta. Rachel, che ha vissuto l'esperienza della morte della sorella da piccola, si ostina a non accettarla e non fa tesoro della sua vicenda per preparare i figli ai dolori che li aspetteranno nella vita. Louis per il quieto vivere, non cerca di comprendere le necessità di Elli e si ostina a volerla piccola per continuare a rassicurarla su ogni cosa. La vita, purtroppo, è fatta anche e soprattutto di piccoli dolori, la perdita degli animali domestici è spesso la prima prova con la morte alla quale un bambino viene messo davanti. Un'atmosfera molto dark fin dalle primi immagini, fanno stare lo spettatore sempre in continua ansia. La sensazione del “già visto” non si ha mai nemmeno nella prima parte, quella più fedele al romanzo di King, questo è dovuto sicuramente alla dimensione meno patinata rispetto al film del 1989, che sembrava più una fedele riproduzione illustrata del libro. La regia di Kevin Kolsch e Dennis Widmyer è interessata a mostrare tutto ciò che ancora il cimitero degli animali ha nascosto in questi lunghi anni: la potenza del luogo, le sue origini, cosa può realmente fare. Perché limitarsi a un solo gatto? A un solo bambino? Perché a un solo film? Quando sembra che un libro, un film possano aver detto tutto, arrivano questi 2 giovani registi a mescolare ancora le carte in tavola. Un ottimo remake, che consiglio soprattutto a chi con i libri di Stephen King c'è cresciuto (come me).

Nei titoli di coda è presente la canzone “Pet sematary” dei Ramones, purtroppo non nella versione originale, ma comunque dalla sottoscritta ben gradita come omaggio al primo film e ai Ramones.

 

 

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