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Un racconto di Canterbury

Regia di Michael Powell, Emeric Pressburger vedi scheda film

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La recensione su Un racconto di Canterbury

di alan smithee
6 stelle

TFF 36 - POWELL & PRESSBURGER

"Tutto è bene quel che finisce bene". Nelle fasi finali del Secondo conflitto mondiale, le storie minime e minimali di tre ragazzi coinvolti, ognuno a loro modo, con la guerra in corso, vengono ad intersecarsi qando la ragazza dei tre rimane vittima delle azioni scellerate di un anonimo che è solito aggredire giovani fanciulle, cospargendone il capo di colla, creando alle sventurate notevoli problemi per far loro aggiustare la capigliatura gravemente compromessa.

Siamo a Canterbury, ove presso la fanteria convivono le forze alleate americane con quelle inglesi: questo increscioso episodio mette in contatto il soldato americano Bob con la volontaria del servizio civile Alison e il sergente inglese Peter. Nel risolvere il caso - e alla fine ci riusciranno - emergono nei tre personaggi, affanni e pensieri che li assillano e ne frustrano non poco la serenità e quell'ottimismo che, seppur a conflitto non ancora concluso, cominciava a farsi largo e a serpeggiare tra i ranghi delle truppe impegnate negli addestramenti e nelle perlustrazioni.

E dunque, tra buone nuove circa la sorte di fidanzati creduti morti, e fidanzate che tornano a farsi sentire, musicisti che finalmente avranno la possibilità di suonare l'organo della sontuosa Cattedrale di Canterbury, ecco che il duo cinematografico esperto ed appassionato di forze armate durante il periodo più prolifico e fortunato della cinematografia di entrambi, non perdono occasione per concentrarsi sul dualismo/antagonismo aglo-americano, concentrandosi stavolta, dopo la marina e l'aeronautica de Gli invasori del 49° parallelo e Scala al paradiso (ma di alcune altre pellicole ancora), sulle forze di terra.

Ne scaturisce un film curioso, vitale, disordinato e mancante di quel rigore e di quel controllo che quasi sempre ha caratterizzato il resto della filmografia dei due grandi registi Powell e Pressburger; forse l'imminenza di un fine conflitto pare li abbia influenzati, inducendoli ad agire di petto più che con l'abituale, inflessibile razionalità che li ha spesso contraddistinti e fatti emergere.

 

 

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