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Un racconto di Canterbury

Regia di Michael Powell, Emeric Pressburger vedi scheda film

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La recensione su Un racconto di Canterbury

di luisasalvi
9 stelle

Capita che le sinopsi fatte da vari siti siano radicalmente diverse. Riporto il caso avvenuto di fresco a me questa mattina: è programmato alla TV il vecchio film Un racconto di Canterbury, che avevo già visto ma senza scriverne impressioni e senza ricordarne; perciò cerco in vari siti la sintesi per farmelo tornare alla mente:

filmTV: “In un villaggio nei pressi di Canterbury imperversa un maniaco che è solito imbrattare di colla i capelli di tutte le ragazze”. Vi si incontrano tre persone, ognuna con un suo personale problema doloroso.

Allocine: “Désireux de protéger les moeurs de sa cité, un juge de paix britannique se donne une mission : surveiller les soldats américains qui pourraient venir séduire les femmes de la ville”. È tutto!

Wikipedia ne dà la sintesi più lunga, completa e quasi corretta, ma non parla della premessa del giudice di pace, unico fatto narrato da allocine.

IMDb propone due sintesi diverse di dettagli sul giallo del maniaco; una accenna, senza chiarire, a un riferimento a “tales of The Pilgrim's Way”.

criterion.com presenta come synopsis un buon commento estetico: il luogo è il bucolico luogo di nascita di Powell, il racconto ha un ritmo delicato da lullaby, i tre protagonisti sembrano moderne incarnazioni di Chaucer’s pilgrims: elogi del film, ma della vicenda non sappiamo proprio nulla.

comingsoon (e altri identici) lo presenta come un giallo (ma dal tono si può supporre un giallo-rosa): i “destini” dei tre “si incrociano a Canterbury. La cittadina è immersa nel terrore poiché un uomo misterioso si aggira di notte armato di colla mietendo 'vittime' tra le capigliature femminili”.

mymovies supera tutti: “Doppiato appositamente dalla Rai, si tratta di un inedito”: inedita è solo, ovviamente, la versione Rai (ogni nuova versione, quando esce, è inedita), non il film. “Il punto d'incontro è la città di Canterbury”: non è vero, è Chillingbourne. “Il titolo vuole essere una stupida reminiscenza pasoliniana”: il film è del 1944, quello di Pasolini del 1972, ma i racconti di Chaucer sono del XIV secolo.

Quasi nessuno segnala che il racconto è ambientato in tempo di guerra e che il maniaco “punisce” le ragazze che escono di sera con militari di passaggio: lo stesso tema moralistico della premessa (a sua volta ignorata) e delle vicende dei tre protagonisti.

Ottime invece le quattro recensioni positive pubblicate in filmTV fino ad oggi 25/11/2015 (data in cui pubblico questa mia divagazione). In conclusione ora lo ricordo abbastanza bene ed ho pure trovato miei vecchi appunti a margine di una enciclopedia dei film: giudizio positivo anche il mio. Me lo  registro e lo riguardo.

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