Regia di Pupi Avati vedi scheda film
Una tale delusione da farmi sentire il bisogno di dire la mia, quasi nella speranza che qualcuno possa darmi una chiave di lettura diversa e farmi rivalutare quest'opera del grande regista italiano che tanto attendevo.
I due protagonisti sono debolissimi, mal tratteggiati nonostante gli sforzi profusi. L'introduzione di sotto trame, che ne avrebbero dovuto arricchire notevolmente il profilo psicologico, falliscono miseramente, restituendo due personaggi per i quali risulta difficile sviluppare empatia (di solito ho anche una certa predisposizione a riguardo).
Aggrava notevolmente la situazione, come già da qualcuno osservato, la mancata caratterizzazione linguistica, legante potente e atmosferico in questo genere di opere, solo Chiara Caselli fa un lavoro magistrale da questo punto di vista, ma appare quasi come una sua personale iniziativa facendo risaltare ancora più la grave mancanza registica, incapace di definire uno stile coerente ed omogeneo.
I tanti elementi positivi come la fotografia, le ambientazioni, l'atmosfera, la storia ed alcuni ottimi interpreti (Chiara Caselli in primis) non bastano a compensare le mancanze.
Il finale, nonostante sia a lungo preparato durante lo svolgersi della film, nell'apprezzabile tentativo di renderlo più intenso, è il timbro di convalida sulla mia dichiarazione di delusione.
Un vero peccato.
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