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La morte legale

Regia di Silvia Giulietti, Giotto Barbieri vedi scheda film

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La recensione su La morte legale

di yume
8 stelle

Here's to you Nicholas and Bart Rest forever here in our hearts The last and final moment is yours That agony is your triumph!

locandina

La morte legale (2017): locandina

“Intolleranza”: è la parola con cui Giuliano Montaldo, nel 2017, apriva e chiudeva questa intervista che Silvia Giulietti e Giotto Barbieriregistrarono sulla storia del film Sacco e Vanzetti, un successo mondiale che, nel 1971, fece riemergere un ricordo sepolto dal tempo.

E’ sempre la stessa storia, il tempo che “copre fin le ruine…” e un Omero che si aggira fra le tombe di Troia e interroga i morti.

E questi parlano e raccontano il sangue, il dolore, la violenza, l’ingiustizia.

Nel 1971 pochi ricordavano quei due nomi; si erano sovrapposti Fascismi e Nazismi, Guerra e Shoah, gli anni Venti erano lontani e l’America era ormai un mito per molti.

Sbarchi in Normandia e piano Marshall, Elvis e rock and roll, allunaggio e rivoluzione digitale prossima ventura: chi mai pensava più a due poveri emigranti che da Piemonte (Vanzetti) e Puglia (Sacco) nei primi anni del secolo si erano imbarcati verso l’America per non morire di fame a casa loro?

Riccardo Cucciolla, Gian Maria Volonté

La morte legale (2017): Riccardo Cucciolla, Gian Maria Volonté

 Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, un ciabattino e un pescivendolo, arrivati dalla miseria italica in cerca di un mondo migliore, ne avevano trovato uno anche peggiore ed erano diventati anarchici per sete di giustizia, perché la povertà della loro gente li indignava, perché odiavano la violenza. Ma non avevano mai sparato un colpo e avevano deciso di restituire quelle due pistole perché non sapevano che farsene, la loro idea di mondo era altra.

Nella notte del 23 agosto 1927 nel penitenziario di Charlestown presso Dedham, nel Massachussets, una scarica di corrente in gradazione crescente fra i 500 e i 2000 volt fece il suo corso mentre le piazze di tutto il mondo gridavano “Vergogna!”.

scena

La morte legale (2017): scena

Giustizia fu fatta “mediante passaggio di corrente elettrica attraverso i vostri corpi ”, come sentenziò il giudice Webster Thayer con un realismo che si potrebbe definire ridicolo se non fosse tragico, e Sacco e Vanzetti divennero i nuovi martiri di un tempo senza Dio.

Giuliano Montaldo

La morte legale (2017): Giuliano Montaldo

 Il fllm è un reportage documentaristico con interviste in presa diretta.

Montaldo racconta la genesi del film, le sue ragioni, la scoperta di una storia che, una volta conosciuta, era impossibile dimenticare.

Le interviste ad altri (la moglie collaboratrice, uno storico, un critico cinematografico, il produttore e varie voci raccolte dalla strada) danno spessore al racconto di quel processo di creazione che, cinquanta anni fa, trasformò quei due nomi in simbolo di tutte le lotte contro l’intolleranza, l’ingiustizia, la pena di morte.

Immagini di repertorio, tracce sgranate di vecchi filmati d’epoca, sequenze dal  backstage con Volontè e Cucciolla calati nella loro parte in un processo di identificazione totale, e infine la nascita di quella canzone a cui va buona metà dei crediti del film.

L’incontro fra Joan Baez e la musica di Morricone, la creazione di un brano immortale che per tanti anni ha catalizzato le masse, paragonabile solo a Bella ciao, fanno parte dei retroscena di un film che oggi pochi non conoscono e che si colloca a metà strada fra quel tempo lontano e il nostro presente, costringendoci a rispecchiarci e chiederci “Ma è possibile?”. Sì, è stato possibile. “Quanto siamo diversi?” Non molto.

Una diversità però c’è.

La mobilitazione grandiosa che quel processo si portò dietro. Fino al ’27 e alla morte su sedia elettrica.

In tutto il mondo le proteste furono enormi, milioni in marcia con striscioni, perfino scontri con le polizie, la stampa schierata compatta contro, addirittura il Papa, Einstein, non mancò neppure Mussolini, e tanti altri nomi famosi.

Oggi difficilmente si vedrebbe la stessa mobilitazione.

Non ci fu niente da fare, commenta Montaldo, a quel punto l’accusa, peraltro infondata, di rapina a mano armata e omicidio, era solo un pretesto, Nicola e Bart avevano l’unica colpa di essere anarchici, erano il simbolo di tutte le paure e le negatività che gli States hanno sempre brandito per esorcizzare il male facendo di peggio.

Bare di soldati morti durante la prima guerra mondiale che tornavano dall’ Europa, il bolscevismo ormai saldamente affermato sullo scacchiere orientale, l’America non poteva tollerare nulla che non fosse altamente patriottico e gli italiani in particolare erano visti come mine vaganti, gentaglia da disprezzare e, se necessario, eliminare.

 

Dunque rispolverare quella vicenda, darle la vernice che due grandi interpreti potevano conferirle, ricostruire sul set interi quartieri newyorkesi dove masse di emigranti vissero tutt’altro che il sogno americano, fu cosa buona e giusta.

Il film è tornato a nuova vita per un recente restauro nel 2017, a 90 anni dall'esecuzione e a 50 dalla riabilitazione che Sacco e Vanzetti ebbero proprio per merito del film.

Il governatore del Massachussets Dukakis dichiarò al mondo intero la loro totale innocenza e il sacrificio delle loro vite, il 23 agosto del 1927, fu riscattato.

Brani dalle lettere di Nicola e Bart alle famiglie s’incuneano fra le interviste;

Father, yes, I am a prisoner.Fear not to relay my crime

The crime is loving the forsaken.Only silence is shame

Padre, sì, sono un prigioniero Non temere di riferire il mio crimine. Il crimine è amare gli abbandonati.Solo il silenzio è vergogna.

 E al figlio Nicola scriveva:

Ricordati figlio mio, la felicità dei giochi non tenerla tutta per te.

Joan Baez

Joan Baez - American Folk Singer (2009): Joan Baez

Here's to you Nicholas and Bart
Rest forever here in our hearts
The last and final moment is yours
That agony is your triumph!

Here's to you Nicholas and Bart
Rest forever here in our hearts
The last and final moment is yours
That agony is your triumph!

Here's to you Nicholas and Bart
Rest forever here in our hearts
The last and final moment is yours
That agony is your triumph!

 

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