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Top Gun: Maverick

Regia di Joseph Kosinski vedi scheda film

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La recensione su Top Gun: Maverick

di simonebulleri
7 stelle

Il capitano di vascello Pete "Maverick" Mitchell, decoratissimo con una carriera in linea con la sua spericolatezza ma non con il suo valore come pilota (succede anche in America!), viene richiamato alla Top Gun, la scuola con la crème dei piloti della Marina Militare, questa volta in veste di docente.
Non dovrà pilotare dei cargo pieni di escrementi ma dovrà fare i conti con i fantasmi del passato, quelli piacevoli, come Penny, la figlia dell'ammiraglio, e quelli meno piacevoli, come il figlio di Goose. In tutto questo, Mav dovrà allenare i giovani virgulti per una missione top secret ad altissimo rischio (dove cioè si può facilmente finire a vedere i fiori dalla parte della radice) per debellare le riserve di uranio di uno stato canaglia.
Dal 1986 si passa direttamente al 2022. Sono trascorsi ben 36 anni dai fatti del primo film. Chiariamo subito: gli anni sono trascorsi per tutti noi poveri mortali, tranne che per Tom Cruise, il quale – ad ogni film – viene estratto dalla formaldeide e agìto da efferatissimi tecno-burattinai della Silicon Valley. Altrimenti non c’è altra spiegazione. A meno di non voler scomodare l’Area 51, la criogenia o Cocoon. In altri termini, pensate al Cruise di 36 anni fa e aggiungetegli una ruga. Una. (Visto a non fare parte di una setta religiosa per triliardari? Ben ci sta!) In sostanza questo Top Gun: Maverick può sembrare una copia calco del primo film. Gli stilemi, i topoi e certe situazioni sono, in pratica, uguali. Tuttavia riesce perfettamente a distanziarsene e a portare del valore aggiunto. Grazie all’accorto apporto di ben tre sceneggiatori che, rispetto ai soggettisti iniziali, Jim Cash, Jack Epps Jr., i quali non ci avevano dato dei caratteri ma delle funzioni, riescono ad approfondire i personaggi, a dargli una tridimensionalità e a umanizzarli.
Vediamo perché.
1986: Siamo agli sgoccioli della Guerra fredda, anche se la Russia comunista è ancora il nemico da affrontare. Maverick è un allievo della Top Gun. Importuna la sua insegnante Charlie Blackwood, l’indimenticabile Kelly “Take my breath away” MCGillis, e – durante una missione, dopo vari litigi col parilivello Iceman - perde l’amico-fraterno Goose. Nonostante tutto riesce a intraprendere dei dog-fight con i MiG nemici, abbattendone diversi, e salvando Iceman. Alla fine riesce a ottenere il suo bel brevetto TG.
2022: La guerra fredda è oramai solo un titolo sul manuale di storia. La Russia e i suoi MiG cedono il passo a un imprecisato stato canaglia e ad aerei di quinta generazione. Maverick insegna alla Top Gun (evidentemente anche in USA per diventare insegnante di ruolo occorrono 30 anni). Non pilota più gli F-14 (siamo sicuri?) ma gli F-18, ha messo la testa a posto e importuna le coetanee come Penny Benjamin, una Jennifer Connelly in forma strepitosa, anche lei in formaldeide. Ora l’amico fraterno è l’ex rivale Iceman, che è diventato ammiraglio, pare solo per toglierlo dai guai (tipo guerra nel Golfo, Siria e altri bei casini). Resta da sistemare il figlio di Goose, di cui Mav si reputa padre putativo. La missione servirà anche a chiudere i conti col passato.
Il film dura 131 minuti, ma la sapiente regia di Joseph Kosinski, che non risparmia inquadrature spericolate e preme continuamente sull’acceleratore, ce ne fa percepire la metà. Tanto che ci si ritrova ai titoli di coda senza aver battuto ciglio. L’operazione NOSTALGIA, neppure dissimulata, è perfettamente riuscita, grazie anche a una ripresa non invasiva dell'antica colonna sonora (con un opportuno featuring di Lady Gaga). Ci sono momenti che non esitiamo a definire commoventi, come il ricordo dell’amico perito e l’incontro con l’ormai malato Iceman, un Val Kilmer affascinante e magnetico nonostante la pericolante situazione di salute.
Giocata in maniera eccellente è anche la love story fra Mav e Penny (che nel primo film era citata ma non esibita) che trapunta tutto il racconto senza appesantirlo. Cruise e Connelly ci risparmiano imbarazzanti scene d’amore senile e si offrono alla telecamera con parsimonia e autoironia. Resta, tuttavia, un grande interrogativo – che gli sceneggiatori sapientemente saltano a pie’ pari – e cioè: che ne è stato della enigmatica professoressa Blackwood? E ancora: quanto si sarà tastato i maroni l’attore che fa Goose?
Il produttore è quello del primo film, il re Mida della cinematografia a stelle e strisce, Jerome Bruckheimer.
Cruise è ancora doppiato magistralmente da Roberto Chevalier.
In coda il regista dedica il film a Tony Scott.
 
Compulseremo, più avanti, i siti di arruolamento dell'Aeronautica, e quelli di vendita delle giacche di pelle Navy Top Gun e dei Ray Ban a goccia  per capire il livello di impatto di questo secondo (e ultimo) capitolo.
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