Regia di Gabriele Mainetti vedi scheda film
Nella Roma invasa dai nazisti un gruppo di circensi vede distrutto il proprio circo e si trova a vagare nelle strade in cerca di una meta che sia la fuga o un nuovo lavoro. Un bel film che equilibra con ottima misura aspetti drammatici diversi, mettendo al centro della scena dei freaks dalle caratteristiche molto particolari.
Se questo film ha diviso gli spettatori è per la sua componente grottesca e fumettistica che chiaramente strizza l'occhio a un pubblico più ristretto. Piaccia o no, però, Freaks Out è una pellicola di pregevole fattura, ottima sotto ogni punto di vista: fotografia, effetti speciali, colonna sonora, sceneggiatura, scenografie e cast. In quest'ultimo spiccano decisamente Aurora Giovinazzo, una ragazzina con grande talento e personalità che farà ancora parlare di sé, e Franz Rogowski, straordinario. Da apprezzare, inoltre, è la capacità di gestire la tematica dei freaks con un rimando al mondo dei supereroi; questo stempera parecchio il tema del diverso ma allontana, anche, di molte spanne questo lavoro dal più celebre di Tod Browning da cui prende ispirazione. Va specificato che i supereroi di Mainetti godono di poteri molto particolari e fuori dagli schemi tradizionali, la loro forza non è strabordante ma ben commisurata alla dimensione umana (se si eccettuano poche scene); insomma il regista non si fa prendere la mano e predilige sempre la strada del racconto drammatico, sottolineando con forza le scene di guerra e lasciando che l'epica del supereroe sia solo parabola della diversità in un contesto come quello bellico che poteva ammettere una sola eccezione da parte dei tedeschi all'eccidio dei freaks: il Circo.
L'amalgama complessiva di tanti elementi non era semplice da rendere armonicamente e senza eccessivi stridori, Manenti riesce perfettamente nell'intento, bissando, se non superando, la buona prova di Lo chiamavano Jeeg Robot.
Il cinema italiano che funziona.
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