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Tokyo-Ga

Regia di Wim Wenders vedi scheda film

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La recensione su Tokyo-Ga

di mm40
6 stelle

Wenders vola in Giappone a vent'anni dalla morte di Yasujiro Ozu (1963) non solo per omaggiare uno dei suoi registi preferiti, ma anche per indagare silenziosamente e rispettosamente su ciò che di lui è rimasto nell'odierna società nipponica. L'aggettivo 'impotente', utilizzato da Wenders quando si ritrova fra le mani un copione originale di Ozu, è forse il più consono a qualificare il momento: il regista europeo neppure riesce a sapere di che film si tratta, poichè il titolo è, come tutto il manoscritto, in ideogrammi; allo stesso modo l'operatore di Ozu si commuove parlando del suo vecchio collega e maestro, finendo per dire che è comunque impossibile spiegare il sentimento che univa i due uomini, qualcosa di indefinibile ed incomprensibile dall'esterno. Ecco, questa è la società giapponese per il 'turista' Wenders: sale da gioco, campi sintetici da golf sui tetti, fabbriche di cibo di cera (per presentazioni a fini commerciali), quello che risalta all'occhio europeo di chi indaga è un radicato culto per l'immagine, che è forse uno degli elementi determinanti della grandezza (purezza?) del cinema di Ozu, colmo di dettagli e di significati 'realisti' (e in quanto tale, si dispiace Wenders, superato ormai). Un'ora e mezza di documentario che fonde interviste, immagini metropolitane, interessanti commenti del regista tramite voce fuori campo. 6,5/10.

Sulla trama

A vent'anni dalla morte del regista Ozu (1963), cos'è rimasto di lui nel Giappone odierno? Il culto dell'immagine, forse, ma anche i ricordi di due intervistati che lo conobbero molto bene: il suo fedele operatore di macchina ed il suo interprete preferito.

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