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Io ho paura

Regia di Damiano Damiani vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Io ho paura

di tafo
8 stelle

Un film tesissimo dove la paura è causata da quello che si sa più che da quello che non si capisce. La strategia della tensione vista da una posizione meno esterna con gli occhi e le orecchie di un semplice poliziotto di umili origini che vuole solo fare il suo dovere senza problemi politici. Il rapporto di fiducia che sostituisce l'iniziale diffidenza tra il poliziotto scorta e il giudice scortato fà si che quest'ultimo gli dica tutto del legame dell'omicidio del porto con il deposito da cui provengono le bombe usate per far saltare un treno e del legame tra i servizi segreti deviati e un terrorista di destra arrestato dal brigadiere prima di evadere e di essere ufficialmente all'estero. Il giudice è un idealista prima di essere di destra, quando denuncia quello che sa al capo dei servizi, scopre l'amara verità, il generale conosce e approva i contatti tra i servizi e il terrorista. Il giudice Cancedda tira in ballo la minaccia sovietica e dice al brigadiere che un giorno capirà e capiremo tutti risponde Graziano. Dopo che Cancedda viene ucciso il cerchio si stringe attorno al brigadiere, il giudice che eredita il caso e la scorta fà parte del sistema deviato e deve scoprire quanto il poliziotto sa veramente. Per scoprire questo fanno rivivere a Graziano alcuni fatti già vissuti con Cancedda così da valutare le sue reazioni. La reazione del poliziotto è scomposta non riesce a restare calmo quando si trova davanti la faccia del colonnello. Graziano sa quindi quello che sapeva Cancedda e nello stesso tempo capisce il ruolo del nuovo giudice e decide di spiarlo così da scopirire di essere condannato. Egli ha più paura di prima e le prova tutte per salvarsi, uccide il colonnello e fà uccidere il giudice ma è solo , l'unico che lo può aiutare è un collega sindacalizzato che ha il telefono controllato così prima che i due possano parlare il cerchio si chiude sul povero Graziano.

In Italia chi sa è può parlare deve essere eliminato, chi sa qualcosa sulle stragi di stato ed è fuori dal sistema deviato non può parlare. La storia dell'Italia è questa costretta ad una moderazione politica (DC) che tenesse agli estremi rossi e neri a seconda della loro forza e delle esigenze internazionali. La storia del nostro paese anche recente è fatta di giudici ammazzati con le loro scorte o di suicidati in carcere o volati dalle finestre. Le scene di violenza sono poche ma efficaci, tragicamente efficace l'inizio la normale contesa di un quotidiano sportivo fra vittima e carnefice prima dello scontro armato, tragicamente simbolica la donna che vola dalla finestra, conseguenza al finto suicidio in carcere. Un film che consiglio che ci parla della piovra che ci sovrasta che ci da scampo solo finche non sentiamo, non vediamo e non parliamo.

Su Damiano Damiani

sfrutta bene l'elevato gruppo di attori che si ritrova, parla di cose toste senza essere pedante.

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