Regia di Christopher McQuarrie vedi scheda film
Giunta alla sua sesta puntata, la saga di Mission: Impossible sembra ancora determinata a stupire e ad alzare il più possibile l’asticella della spettacolarità: ci riesce (ovviamente) anche stavolta, rivelandosi una continua gioia per gli occhi degli amanti della saga (e dell’action in generale).
Mission: Impossible – Fallout vede il ritorno da sceneggiatore e regista di Christopher McQuarrie, ormai fido collaboratore di Tom Cruise, che dopo il già ottimo Rogue Nation si conferma l'uomo giusto per il compito.
Cruise è al solito produttore, protagonista ed autore di stunt pericolosi e folli: nulla di nuovo, lo sappiamo bene ormai che gli stunt se li fa da sé, però… Però ha 56 anni! E dovreste vederlo mentre si butta da un aereo ed esegue complicate operazioni in caduta libera (senza stacchi!), mentre corre per i tetti di Londra, mentre si mette alla guida di un elicottero in procinto di precipitare… è un folle, la sua immagine pubblica parla chiaro, ma quando la sua follia incontra il cinema lo spettacolo non può che beneficiarne: roba così, in un action-movie medio, ce la sogniamo.
Questo film gli appartiene, è figlio del suo ego, e poco importa se la trama è tutto sommato tipica, se i personaggi di contorno sono poco più che figurine “simpatiche” (comunque con Simon Pegg ci va di lusso) e se Henry Cavill è un cane, perché quando l’azione esplode non ce n’è per nessuno, lo spettacolo è di una potenza clamorosa e difficilmente può lasciare indifferenti. Se questo è il prezzo da pagare per la megalomania di una star, facciamo pure continuare Tom Cruise a fare il Tom Cruise.
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