Regia di James Fargo vedi scheda film
Terzo capitolo della serie Harry Callaghan. Si scende di livello rispetto al grande film di Don Siegel e all'ottimo poliziesco di Ted Post, e salvano in ultima analisi il film solo il ritmo forsennato, qualche scena davvero ghiotta e le ottime prove dei protagonisti Eastwood e Tyne Daly.
Le avventure del granitico ispettore Harry Callaghan giungono alla terza puntata con al timone un nuovo skipper, il terzo, James Fargo. Se il primo capitolo, firmato Don Siegel, era grande cinema e il secondo (di Ted Post) comunque un poliziesco di fattura solidissima con personaggi molto curati, questo Callaghan #3 scende a livello di cinema action a sfondo poliziesco, livello insomma che l'avrebbe condannato all'oblio, non fosse stato per il nome nobile del personaggio (e del suo interprete, manco a dirlo). Non vorrei essere frainteso: non siamo davanti a un film da buttar via, Clintone Eastwood indossa d'altronde panni a lui comodissimi, il ritmo è frenetico e qualche scena da ricordare non manca (quella sull'isola di Alcatraz, ad esempio). V'è qui inoltre una decente spalla (femminile, per di più) ottimamente interpretata da Tyne Daly. Quel che però davvero fa difetto a questo “The Enforcer” è la presenza di antagonisti che siano qualcosa di più che semplici bersagli di carta pesta in attesa di essere abbattuti dal prode Dirty Harry. Pensate al primo Callaghan ad esempio, a Scorpio, impossibile non ricordarlo anche ad anni di distanza dalla visione del film. Qui troviamo invece una banda di pseudo-terroristi reduci dal Vietnam, francamente indistinguibili da qualsiasi altro “cattivo” della storia del cinema di genere. Al botteghino andò comunque alla grande con 46 milioni incassati a fronte dei 9 spesi per realizzarlo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta