Espandi menu
cerca
The Irishman

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

Recensioni

L'autore

kubritch

kubritch

Iscritto dal 2 agosto 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 42
  • Post 8
  • Recensioni 582
  • Playlist 23
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su The Irishman

di kubritch
8 stelle

Le mie impressioni su questo film sono più sociologiche, filosofiche che, propriamente estetiche. Mi rende triste veder rappresentata la realtà sociale in questo modo come fa Scorsese con insistenza da tanti anni. Purtoppo, è quello che è. Ciò che ci mostrano i media e le istituzioni scolastiche rappresenta solo la superficie. Scorsese ci fa sbirciare attraverso la sua lente negli abissi della complessità umana dove ferocia ed immoralità la fanno da padrone. I suoi protagonisti sono il volto ordinario del male; personaggi privi di scrupoli impiegati nell'industria del crimine che regge il sistema. Ogni fotogramma rappresenta una coscienza bipolare: tra simboli della cristianità e irrefrenabili impulsi distruttivi e di sopraffazione. Scorsese si ritaglia un piccolo spazio di distanza emotiva attraverso il personaggio della figlia del protagonista che è il narratore omodiegetico. Si aggiunge un altro tassello nel grande affresco dipinto dal grande artista sulla storia recente degli USA a chiarire meglio quali siano i nessi tra potere politico/istituzionale e malavita, il cui rapporto appare indistricabile. A parte qualche accenno di disapprovazione morale, mi sembra di cogliere un certo senso di sghemba ammirazione nei confronti dei suoi anti-eroi proprio per reazione ad un sistema istituzionale fondato sull'inganno e l'ingiustizia sociale. Poco sviluppato e marginale è il rapporto della parte femminile con quella maschile forse dettata da una religiosità un po' elementare come si può notare nel film. Le donne sono mere presenze decorative o bidimensionali dentro e fuori la famiglia. Da questo punto di vista la complessità viene meno. Inoltre, è un peccato che un'attrice come Anna Paquin si limiti a qualche apparizione. Scorsese riconferma di essere un maestro incomparabile nel mestiere di narratore, sfruttando la vasta gamma delle soluzioni tecniche a disposizione. Qualche perplessità sul camuffamento di Robert De Niro ce l'ho avuto. Al Pacino è uno vero spasso. Joe Pesci da vecchio è magistrale. Il film finisce in modo affine a C'era una volta in America, cioè con lo stesso tono di malinconica disillusione. Resto un po' perplesso sul fatto che certi criminali incalliti abbiano un guizzo di profondità d'animo. 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati