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BlacKkKlansman

Regia di Spike Lee vedi scheda film

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La recensione su BlacKkKlansman

di MVRulez
7 stelle

Gran premio della giuria alla 71a edizione del festival di Cannes, BlacKkKlansman è stato salutato come il ritorno alla forma da parte di Spike Lee, dopo alcune prove piuttosto opache. Questo ennesimo joint del regista è tratto da una storia vera e narra di Ron Stallworth (interpretato da un John David Washington davvero in parte), un afroamericano che, entrato nelle forze di polizia del Colorado, riesce ad infiltrarsi telefonicamente all'interno del Ku Klux Klan. Per ovvie ragioni, non può partecipare in prima persona agli incontri dell'organizzazione e quindi a continuare per proprio conto le indagini, ma necessita di un aiuto che viene trovato nel collega bianco Flip (Adam Driver), il quale accetta di assumere l'identità di Stallworth e a partecipare ai convegni del Klan, pur essendo di origini ebraiche, cosa che si ritroverà costretto a negare più volte durante l'operazione di infiltrazione. A prima vista, BlacKkKlansman è un film poliziesco, un buddy movie, pervaso da un tono satirico, se non addirittura comico in certi momenti; ma sotto questo strato superficiale si colloca il ritratto delle tensioni razziali che hanno caratterizzato la storia americana, specialmente nei primi anni '70, epoca nella quale il film è ambientato e che fu pervasa da continui strascichi di violenza commessi sia dai suprematisti bianchi che dalla falange più violenta dei neri (come le Pantere Nere). Per affrontare questa materia così delicata, Lee ha deciso consceziosamente di esasperare i tratti dell'una e dell'altra fazione: la blackness degli attivisti neri viene intensificata al massimo (basti pensare ai capelli afro del protagonista e dell'attivista con la quale instaura una relazione), così come accade al KKK col loro razzismo, stupidità ed ignoranza (un esempio di ciò lo si ritrova nella scena in cui uno dei suoi membri espone la ridicola teoria complottistica secondo la quale la Shoah non sia mai esistita e sia solo un complotto degli ebrei). Interessante è anche la maniera con cui Lee fa evolvere unitariamente i due colleghi, l'ebreo e l'afroamericano, facendoli convergere verso una comune identità e un medesimo percorso di acqusizione di consapevolezza; non soltanto perchè i due finiscono per intepretare la stessa persona (uno al telefono e l'altro dal vivo), ma perchè le tappe del loro percorso sono simili. Entrambi partono da una situazione di scarsa consapevolezza di chi siano, o per meglio dire di come le loro etnie diventino uno strumento attraverso il quale vengono classificati da una parte della società, in maniera negativa e come esseri inferiori. Entrambi, quindi, si legano, cooperano, per cercare di combattere questo sistema, nel quale le minoranze finiscono per essere oggette di soprusi, soprattutto a causa di quella parte di popolazione che è ancora convinta di come la razza sia un concetto inoppugnabile dal punto di vista scientifico e per mezzo della quale sia possibile costruire gerarchicamente una società. Nel finale Lee, con la sua usuale capacità di colpire lo spettattore, ci fa comprendere come queste tensioni, queste ideologie permangano nel mondo e nella società americana di oggi, senza che la classe dirigente (ovvero Trump) prenda una posizione, condannandola definitivamente, ma anzi operando praticamente una politica di connivenza. BlacKkKlansman è, per concludere, anche un film che narra della potenza del cinema e della sua capacità di influenzare le masse e, perchè no, di formarne una coscienza politica: è quello che si propone di fare Lee con quest'opera, propugnando un messaggio anti-razzista, in chiara antitesi a quello che fece "Nascita di una nazione" di Griffith (pellicola passata alla storia, anche se purtroppo non solo per i suoi indubbi meriti e per l'innovazione apportata al linguaggio cinematografico), che all'epoca, quando uscì nel lontano 1915, ebbe un tale successo da dare, a causa dei suoi connotati chiaramente razzisti, nuova linfa al Ku Klux Klan, il quale conobbe una rigenerazione proprio a partire dagli anni '20, in parte proprio grazie al film di Griffith.

John David Washington, Adam Driver

BlacKkKlansman (2018): John David Washington, Adam Driver

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