Regia di Spike Lee vedi scheda film
Visto in lingua originale con sottotitoli
La vera storia dell’agente nero che grazie a un escamotage riuscì a infiltrarsi nella famigerata organizzazione suprematista di estrema destra chiamata Ku Klux Klan – al telefono parlava lui, agli incontri un collega sbirro, “gemello chiaro” – è l’ennesima occasione per raccontare un’altra pagina di storia afro-americana, pregna di riferimenti culturali cari a questa black community, anche alla luce dei recenti drammatici episodi di razzismo dell’era Trump (in repertorio a fine film).
Nel consueto stile caricato (colori accesi, immagini distorte), Lee, fedele alla sua rabbia sociale (il ricordo del linciaggio di Jesse Washington) e cinematografica (frames da Via col vento, l’immancabile critica negativa al griffithiano Nascita di una nazione), ribadisce l’atteggiamento discriminatorio degli uomini bianchi verso i “negri”, mostrando la pericolosa ottusità di quelli fanatici xenofobi.
Laddove Malcolm X si apriva sulla bandiera statunitense che pian piano brucia, questo sarcastico BlacKkKlansman termina con il medesimo stendardo capovolto in bianco e nero.
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