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Angelo

Regia di Markus Schleinzer vedi scheda film

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La recensione su Angelo

di alan smithee
5 stelle

locandina

Angelo (2018): locandina

TFF 36 - CONCORSO
Angelo è la creatura frutto di un esperimento che, in epoca "illuminata" ed illuministica, una marchesa (interpretata efficacemente da una credibile Alba Rohrwacher) intende condurre su un piccolo nigeriano scelto tra una decina di coetanei condotti in Europa assieme a molte altre specie animali e vegetali.
Il ragazzo pare adattarsi così bene agli usi e ai ritmi della civiltà,  tanto da meritarsi l'attenzione dell'Imperatore che, da adulto, lo vorrà come protagonista della sua corte, musicista abile e dotato e persona abile nel conversare dei lontani luoghi natii che per il giovane sradicato, sono ormai un ricordo vaghissimo rivisitato sui libri.

scena

Angelo (2018): scena

Alba Rohrwacher

Angelo (2018): Alba Rohrwacher

L'attuarsi, in quel periodo aperto al progresso e alla tolleranza, di questo primo e vero, documentato episodio di integrazione razziale pare inverosimile se solo si pensa al fenomeno della schiavitù trasportata fino nelle lontane Americhe. 
Ma l'episodio è destinato a finir male quando il fine scientifico ginisce per seppellire wuello umano e mirale, riducendo Angelo, o quello del suo corpo che ne resta dopo la morte, ad un mero baluardo da mettere in mostra in un museo assieme ad altre specie, esotiche come lo era effettivsmente la sua originaria, lontana provenienza.

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Angelo (2018): scena

scena

Angelo (2018): scena

Angelo, opera seconda austera e misurata del regista austriaco Markus Schleinzer, cerca nella via del rigore, dell'ossessione per la telecamera fissa e le inquadrature a cornice di quadri viventi pittoreschi e perfetti, uno stile alto alla Eugene Green - richiamato alla memoria anche dal suono del clavicembalo che ne scandisce i capitoli narrativi - ma invano, o solo in modo formale e distaccato, e rimane un film più interessante e meritevole d'attenzione, che realmente riuscito, più statico che virtuoso; e ancora più teorico e costruito, che sincero e vitale o sanguigno, anche quando nel finale le scene forti e viscerali, almeno nella costruzione della storia, non dovrebbero mancare.

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