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Il mio capolavoro

Regia di Gastón Duprat vedi scheda film

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La recensione su Il mio capolavoro

di maghella
7 stelle

Buenos Aires, Arturo e Renzo sono due amici di vecchia data, il primo è un gallerista, il secondo un pittore. Renzo è un artista che negli anni '80 conobbe il successo e la fama, i suoi quadri impegnati, la sua arte indipendente e di condanna sociale non trovano però più spazio nei giorni nostri. Arturo cerca di aiutare l'amico come può: gli organizza mostre, cerca di vendergli qualche quadro e di dargli consigli su come procurarsi delle commissioni. Purtroppo Renzo con la vecchiaia ha peggiorato notevolmente il suo carattere scorbutico. Senza soldi, senza la fidanzata, con lo sfratto esecutivo, non trova di meglio che mandare a puttane anche l'ultima possibilità di lavoro che Renzo gli aveva trovato con tanta fatica. Renzo però non pare scoraggiarsi, anzi, pensa bene di andare a mangiare in un lussuoso ristorante e non pagare il conto, purtroppo mentre sta per tornare a casa viene investito e perde momentaneamente la memoria. Arturo si prende immediatamente cura del suo amico, nonostante si fosse ripromesso di non averci più niente a che fare. Inizia a raccontargli la sua vita: i suoi quadri, le sue donne, il figlio che non vede da anni, i debiti, il suo caratteraccio. Piano piano Renzo comprende che fuori da quell'ospedale troverà un mondo che non gli appartiene più e al quale non ha più niente da raccontare; chiede all'amico di ucciderlo prima che possa farci ritorno. Ad andarlo a trovare all'ospedale ci va anche un suo ex allievo, al quale Renzo aveva consigliato di cambiare mestiere e fare qualcosa di più utile che il pittore. Il ragazzo è il classico tipo onesto, senza macchie, che fa della sua onestà il principio maestro da osservare. Per questo motivo si insospettisce non poco quando viene a sapere che Renzo vuole regalare tutti i quadri all'amico Arturo a riconoscenza per tutto quello che ha fatto per lui.

Renzo decide di uccidersi a pochi giorni dalle dimissioni dall'ospedale, non ci riesce. Arturo chiede allora ad un infermiere compiacente di consigliargli un potente veleno in modo da poter osservare l'ultimo desiderio dell'amico di aiutarlo nel suicidarsi.

Quando Renzo muore, Arturo diventa l'unico proprietario di 200 e più opere dell'amico pittore. Opere che acquistano un valore immenso dopo la morte dell'autore. Arturo diventa ricchissimo e l'ex alunno inizia a insospettirsi che il gallerista abbia ucciso l'amico solo per arricchirsi. Grande la sorpresa quando verrà a scoprire che Renzo sta benissimo e che vive solitario in una bella villa in montagna, dipingendo i quadri che il suo amico Arturo continua a vendere come pezzi originali del periodo degli anni '80. Una truffa? certo, ma i quadri sono effettivamente autentici, è il pittore a non essere morto.

Una commedia sarcastica e pungente quella di Gastòn Duprat, che già due anni fa mi aveva convinta e divertita con "Il cittadino illustre" (commedia per il quale il protagonista Oscar Martinez vinse la coppa Volpi come miglior attore protagonista). Film che con un sorriso (più di uno a dire il vero) sottolinea quanto l'arte sia solo una mercanzia alla mercè di trafficanti e mercani di tele dipinte, alle quali gli viene attribuito un valore a seconda di come butta il mercato. L'artista è ancora vivo? rompe le palle? continua a fare politica? è bene che rimanga affamato in qualche stamberga e che non si arricchisca più del dovuto. E' morto? le tele sono quindi limitate a quelle già esistenti? possono essere vendute a cifre sempre più esose e mostrate come pezzi rari.

Dove sta la truffa perciò? si chiedono Renzo e Arturo quando l'ex alunno li mette alle strette per denunciarli. Arturo all'inizio del film si definisce un assassino, quindi non svelerò come riusciranno i 2 amici a venir fuori da questo pasticcio. Posso solo dire che si rimane contagiati dalla simpatia di Renzo e Arturo. La sceneggitura non si preoccupa più di tanto di svelarci come vengono risolte le situazioni, anzi il finale da una spiegazione al quanto frettolosa, ma lo spettatore rimane lo stesso soddisfatto del risultato finale. I 2 amici erano già molto ricchi prima di arricchirsi con i quadri di Renzo, la loro amicizia è stata l'opera più riuscita e rara, che non potranno vendere a nessuno e che porteranno con sè dopo la morte.

Bravissimi i 2 protagonisti Guillermo Francella e Luis Brandoni, rispettivamente Arturo e Renzo, i due mantegono ritmi perfetti nei dialoghi e una complicità degna delle coppie comiche più collaudate. Non solo le battute, ma soprattutto gli scambi di occhiate e i silenzi imbarazzanti fanno sorridere chi ha la fortuna di avere un amico da anni e di comprendere quindi quanta importanza abbiano certi particolari in un rapporto di amicizia di lunga data.

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