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1922

Regia di Zak Hilditch vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su 1922

di alan smithee
6 stelle

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NETFLIX

Nell'anno che dà il titolo al film, e che precede di qualche periodo quello della grande depressione, un contadino statunitense di nome Wilfred James, proprietario di un grande appezzamento coltivato a granturco, esulta dinanzi alla circostanza che la moglie ha appena ereditato dalla morte del padre un ulteriore terreno da annettere ai suoi possedimenti. Peccato che la consorte, una sarta da sempre contraria a rimanere confinata in aperta campagna e desiderosa di aprirsi una boutique nella più vicina città, ceda sempre di più alla tentazione di voler cedere il pezzo ad una società multinazionale sfruttatrice di risorse minerarie, molto interessata all'appezzamento, a tal punto da offrire alla donna una ongente somma di denaro. In combutta col giovane figlio adolescente, che desidera rimanere in quel luogo natio, ora ancora di più considerato che si è innamorato perdutamente della bella e giovane figlia del vicino di casa,  l'uomo finirà per progettare e mettere in atto l'omicidio della donna: con un coltellaccio da cucina, l'uomo la sgozzerà e, credendola morta, la getterà in fondo al pozzo antistante il giardino della propria casa, dicendo in giro che la moglie si era stufata di lui ed era scappata chissà dove.

Da quel momento per l'uomo, e per il figlio, sarà l'inizio di unaserie di tetre sciagure, che rovineranno per sempre i sogni di una vita felice in mezzo ad un paesaggio agreste ma amico, come entrambi gli uomini avevano sognato di concludere l'uno, e contunuare l'altro, le rispettive esitenze.

Da uno dei quattro bellissimi racconti di un recente romanzo di Stephen King dal titolo "Notte buia, niente stelle", 1922 risulta come un discreto adattamento, efficace nel raccontare la sorte avversa che si accanisce contro chi si è reso colpevole, pur anche per scopi in qualche modo comprensibili - almeno in linea di principio - di una azione efferata che risulta foriera di una vera e  propria persecuzione espiativa.

Netflix, dopo Il gioco di Gerald, si riconferma una buona produttrice di adattamenti da King, che risultano piuttosto fedeli e pertinenti. Rimane quella sensazione di "televisivo" che affliggeva pure il precedente, ma, in questo caso, la performance di primo piano del protagonista - un insolitamente scavato e pertinentemente oscuro Thomas Jane, valido interprete già tempo addietro impegnato in adattamenti e trasposizioni da King (The Mist, di Darabont, e L'acchiappasogni, di Lawrence Kasdan), oscura in molte situazioni quella impressione e si rivela uno dei punti di forza della trasposizione.

Ad interpretare la moglie, riconosciamo un ricordo di vecchia data: Molly Parker, molte apparizioni al cinema e in serials, ma indimenticata protagonista dello scandaloso e controverso Kissed, della canadese Lyanne Stopkewich.

In regia l'australiano Zak Hildith, che qualche anno fa ha positivamente sorpreso col catastrofico These final hours, presentato niente meno che alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes

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