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Loro 1

Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film

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Carlo Ceruti

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La recensione su Loro 1

di Carlo Ceruti
10 stelle

Un grande film.

Sorrentino firma un altro esempio di grande cinema. E' un film di una profondità tale che sconvolge perché, dietro il montaggio serrato e veloce, il ritmo sfrenato, le strabordanti invenzioni grottesche che alleggeriscono il tutto, c'è l'immagine di un paese corrotto sin dalle sue radici, un paese senza alcuna speranza di risollevarsi, un paese senza valori, senza nulla a cui aggrapparsi. E' una realtà marcissima, che Sorrentino popola di ville da sogno, donne bellissime e paesaggi che tolgono il fiato.

Potrei discuterne per ore senza riuscirlo ad analizzare nella sua interezza. Intanto è interessante notare che ci sono echi che rimandano a Fellini (specie in alcune invenzioni grottesche), a Scorsese (le feste a base di sesso e droga), ma anche a Pasolini ed a Salò o le 120 giornate di Sodoma per come mostra il corpo umano che viene brutalizzato e mercificato dal potere, ma Sorrentino fa un passo ulteriore perché ad essere umiliato e martoriato non è solo il corpo, ma anche l'anima e la psiche dei personaggi. Perché questo non è un film su Berlusconi (o perlomeno non solo), ma un film sul potere. Su come esso obnubila le menti e tira fuori il peggio delle persone, su come agisce sulla loro psicologia e sui loro corpi annientandoli completamente, azzerando il loro libero arbitrio. Sono corpi ed anime felici di vendersi al potere sperando di afferrarne un pezzetto.

Mentre nella prima parte Servillo/Berlusconi non compare mai e pare quasi un'entità sovrannaturale, un essere fantomatico ed inafferrabile, quasi una leggenda, nella seconda arriva ed è tremendamente piccolo ed umano, a volte quasi patetico. Servillo, nel ruolo di Berlusconi, con un'interpretazione sopra le righe (d'altronde come il personaggio stesso) è a dir poco spettacolare. Servillo riesce a rendere alla perfezione un personaggio così difficile, conferendogli un carisma che conquista anche lo spettatore, ma allo stesso tempo lo dota di tormento e sensibilità. E' potente e ridicolo allo stesso tempo, gigantesco e minuscolo, sensibile quanto implacabile.

La critica a Berlusconi è velata (ma, giova ripeterlo, definirlo un film su Berlusconi è terribilmente riduttivo), non è mai esplicitata, la critica all'Italia berlusconizzata passa attraverso il suo contrario, passa cioè attraverso orge, feste e quanto di meglio ogni uomo può desiderare spiegando, indirettamente, che tutti noi, purtroppo, siamo un po' berlusconizzati ed un po' desiderosi di denaro, sesso e potere. L'Italia di Sorrentino sembra tanto un girone dell'inferno in cui i personaggi si aggirano ignari.

Gli attori sono tutti straordinariamente credibili, da Scamarcio a Bentivoglio alla Ricci e via così. Altri sono solo maschere, alcune un po' inquietanti, ma non indegni del più grottesco dei Fellini.

E' un film che, tra qualche decennio, potrà essere utilizzato per raccontare l'Italia di adesso.

Un capolavoro.

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