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Gli ultimi giganti

Regia di Andrew V. McLaglen vedi scheda film

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La recensione su Gli ultimi giganti

di maso
7 stelle

Western di evasione inseguimento e vendetta in cui il mezzosangue Zack Provo ( James Coburn diventato Crov in italiano) evade dai lavori forzati a Yuma con altri sei galeotti con i quali forma una banda per vendicarsi dello sceriffo in pensione Burgade (Charlton Heston) con il quale ha un conto aperto che ritiene forse più salato di quanto sia in realtà, per attirare il vecchio sceriffo rapisce sua figlia innescando una rincorsa violenta e spietata sfruttando anche l'avvenenza della giovane ragazza facendola molestare dai suoi scagnozzi per suscitare l'ira del suo avversario.

McLaglen gira un western che ha tutti gli stiliemi del cinema di Peckimpah vista la assoluta mancanza di ironia, l'abbondanza di sangue e violenza anche nei confronti di Susan interpretata da una giovane e bella Barbara Hershey che scopre lungo il racconto le pulsioni dei suoi rapitori, in più c'è un uso dello slow motion che al vecchio Sam era molto caro ma spesso veniva utilizzato in maniera eccessiva e inappropriata mentre in questo film è concentrato nella movimentata parte finale che chiude molto bene un film che ha dalla sua parte una eccellente sceneggiatura riversata con gusto in immagini.

Le due vecchie volpi protagoniste se la cavano anche se non sono nei loro ruoli più memorabili e visto il tema centrale del film non lo avrei intitolato "Gli ultimi uomini duri" come in originale ma una cosa tipo "Caccia selvaggia".

Jerry Goldsmith fu un rimpiazzo per la colonna sonora ed effettivamente non è il suo lavoro migliore che sa un po' di già sentito.

Qualche perplessità me l'ha destata vedere certi elementi moderni in un western ambientato ad inizio del 900: ok le automobili d'epoca , va bene il primo telefono ma la semiautomatica a nove colpi ustata da Coburn mi sembra davvero anacronistica.

Un'ultima particolarità da annotare è la presenza nello stesso film di un Chips ovvero Larry Wilcox e un Blade runner ovvero Morgan Paull.

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