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Morto Stalin, se ne fa un altro

Regia di Armando Iannucci vedi scheda film

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La recensione su Morto Stalin, se ne fa un altro

di marcopolo30
7 stelle

Semi-seria commedia a sfondo politico incentrata sulla morte di Stalin e sulla conseguente lotta senza quartiere per succedergli a capo dell'URSS. Satira divertente sebbene piuttosto superficiale che ben vale una visione, soprattutto se amate lo humor inglese. VOTO: 7

Per circa trent'anni Josef Vissarionovich Stalin ha governato l'Unione Sovietica con pugno di ferro. E così come accade ad assolutamente ogni autocrata degno di tal nome, con il passare degli anni andavano consolidandosi in lui, oltre al potere assoluto, anche paranoia e crudeltà repressiva. E il film di Armando Iannucci, qui alla sua opera seconda per il cinema, affronta esattamente tale ultimissimo periodo finale del suo governo, il 1953 a volerlo collocare con esattezza storica. Quelle che ci vengono mostrate sono le sue famose 'purghe', volte ad eliminare ogni formza di dissenso (era più che sufficiente il sospetto per entrarvi in tali liste nere), nonché l'entourage formato da lacché e Yes Men. Quando poi la pianista Maria Yudina fallisce nel portare a compimento il suo goffo tentativo di 'regicidio' ma fa comunque venire -involontariamente- un coccolone al capo dellURSS, si scatena la lotta per la successione al padre padrone tra i suoi vassalli Zhukov (Jason Isaacs), Molotov (Michael Palin) e soprattutto Khruscev (Steve Buscemi) e Beria (Simon Russell Beale). Il tono scelto da Iannucci per portare in scena tale opera di satira politica è decisamente grottesco, trasformando in comici (o semi-comici, quanto meno) anche quei momenti al limite del crudele -e ce ne sono vari- che ben poco avrebbero di ilare. L'impressione, francamente, è che gli autori non siano andati granché a fondo nell'argomento, limitandosi a una satira assai superficiale, ma forse non era questo il loro obiettivo. Difficile dirlo. Lo humour non manca, ma in questo gli Inglesi son sempre bravi, a patto -chiaro sia- che a uno piaccia lo humour brittanico. Per quel che riguarda gli interpreti, Steve Buscemi è certamente il nome forte, vendibile del cast, ma sinceramente non riesco proprio a vederlo nei panni (abbondanti) del vulcanico Nikita Khruscev. Per quel che riguarda il titolo, ancora una volta i titolisti italiani non hanno perso occasione per tradurre molto ma molto liberamente il titolo, che da “The Death of Stalin“ (La morte di Stalin) è diventato “Morto Stalin, se ne fa un altro“, che sa tanto di commedia casciarona. Va però detto che per una volta il titolo 'loro' è più pertinente di quello originale e fuorviantemente serioso. Sorprende infine che non sia stata per l'occasione usata l'ormai omnipresente dicitura “based on true events”, che ormai si usa per qualunque film di finzione che vagamente ricordi qualcosa realmente accaduto. Ed è anzi curioso a tal proposito notare come in passato invece ci tenevano a precisare esattamente l'opposto, con l'immancabile: “Ogni riferimento a persone realmente esistite è puramente casuale”. Come cambiano i tempi!

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