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Il rituale

Regia di David Bruckner vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il rituale

di zombi
9 stelle

SCORCIATOIA PER L'AUTOANALISI... una guerra lampo contro te stesso

"cose valide su netflix, oltre i soliti noti", parte 2.

il cinema dell'orrore quando cerca di nobilitarsi attraverso un messaggio, capita che inciampi e non faccia ciò che deve fare... spaventare fino a coprirsi gli occhi; disturbare il sonno e i sogni.

poi per carità può anche essere un nobilissimo e semplice intrattenitore, vuoto di cose da comunicare.

l'orrore inventato di sana pianta dall'uomo abita dentro di noi e spesso lo estrinsechiamo per ... essere noi stessi.

ma molto più spesso non lo andiamo a cercare e qualcosa di esterno che va contro la nostra volontà e il nostro modo di essere, ci capita ed è in quei momenti che sappiamo chi siamo.

e già questo potrebbe spaventarci a morte e rovinarci la vita...

è ciò che succede ai 5 amici che stanno bevendo al bar, decidendo faticosamente dove andare a passare le vacanze da amici.

è una di quelle sere dove cìè chi beve poco perchè non può, perchè domani si lavora e perchè altrimenti la moglie si arrabbia... 5 amici di una vita, che invecchiano insieme e che faticano a riconoscersi.

una casualissimo, quanto tragico evento, riduce gli amici a 4 e decidono di fare trekking in scandinavia per tributare l'amico scomparso.

la vacanza non è tale; uno di loro, quello che apparentemente era la roccia e il collante non c'è più e dopo l'accaduto qualcosa tra loro si è incrinato, ma è rimasto sepolto dentro di loro.

il film scorre pacifico, ma pervaso da un senso di inquietudine che è ben rappresentato dal tempo piovoso e dall'irritabilità degli amici, soprattutto di quello un pò sovrappeso con gli occhiali, che si lamenta in continuazione, fino a cadere nelle asperità del terreno e farsi male il ginocchio.

le tappe sono rallentate; o ci si accampa dove si è; o si torna indietro, oppure.... si prende la scorciatoia che attraversa una fitta foresta...

sono gli incroci dubbiosi dei film a tesi e/o morali... se fai così ti può succedere questo, ma di certo se attraversi una fitta foresta che non conosci cosa può succederti?... nel bel mezzo della civilissima scandinavia?.... al massimo trovi dei lupi o un orso....

lo dice il titolo stesso, quindi di certo non guasto la festa a nessuno se tiro in ballo l'arcaicità di riti pagani, che scavando nella primitività del cervello umano, costruivano feticci adorandoli e magari offrendo loro sacrifici animali, ma spesso anche umani...

quello che in alcuni momenti ha rischiato di darmi fastidio quando cominciano gli screzi tra gli amici, riguardo gli strani segnali disseminati sugli alberi, è che il senso di colpa che opprimeva la compagnia e che avrebbe fatto si che una volta rincasati dalla "vacanza" l'amicizia di lunga data si sarebbe sfilacciata fino a farli perdere di vista, sembrava voler prendere il sopravvento, come attivato da vita propria.

come negli horror più riusciti e lenti, nonostante i suoi 90 minuti circa, THE RITUAL si fa forte del suo saper sfruttare il tema di base del film, la COLPA, contaminandola con i sogni ad occhi aperti del protagonista... 

ridestato e rafforzato dall'ingresso nella foresta sconosciuta che avrebbe dovuto essere la scorciatoia per liberarsi di quell'incubo di ultimo viaggio, la COLPA di luke e i  DUBBI che gli altri da sempre nutrono verso di lui, chi in maniera più blanda, chi invece in modo violento e risentito, deflagrano nell'orrore pagano da favola nera, dove il babau, l'uomo nero, il mostro sotto il letto o nell'armadio oppure ancora la creatura che gratta coi propri artigli sui vetri delle finestre nelle notti di tempesta, li cerca, li stana e se li prende, appendendoli come promemoria.

più avanzi nella visione e più tutto è sapientemente mostrato come se fosse vero e non vero allo stesso modo.

è un film dove si chiede di giurare una promessa, la si giura e puntualmente non la si riesce ad onorare quella promessa, perchè ci sono cose e accadimenti che vanno al di là di ciò che umanamente si riesca a fare.

gli incroci della vita ti fanno vigliacco o valoroso?... buono o cattivo?... onesto o disonesto con te e/o con gli altri?...

la scorciatoia nella foresta è li a riproporti tutto ciò che si cercava più o meno con convinzione di seppellire, sotto strati di alcol e disistima.

ma tutto questo filosofare, non ne fa un film noioso e lento, anzi.

ogni volta che si crede si sia arrivati alla resa dei conti, di conti ne cominciano altri, e la fine oraria del film non fa altro che perseverare in questa miseria che è la nostra immagine nello specchio della verità; lo specchio di dorian gray ci restituisce tutta la melma che pensavamo di avergli venduto, in un finale durissimo e straziante, che rende onore al talento di rafe spall.

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