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La ruota delle meraviglie

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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La recensione su La ruota delle meraviglie

di obyone
8 stelle

Kate Winslet, Justin Timberlake

La ruota delle meraviglie (2017): Kate Winslet, Justin Timberlake

 

Lasciata la ruggente New York anni '30 tutta lustrini, jazz e champagne si torna nella Grande Mela (e come poteva essere altrimenti?) nel nuovo film di Woody Allen, che ci racconta ancora una volta la sua amata città accantonando gli ambienti alto borghesi per cimentarsi in una storia comune ambientata nella mitica Coney Island, patria del "vulgare" divertimento newyorkese. Il salto temporale è minimo e in un batter di ciglia la navicella del tempo si ferma nei dorati anni '50. Lì, Ginny (Kate Winslet), attrice di second'ordine si guadagna il pane, come cameriera, in un fast-food e sopravvive all'ombra della rutilante "Wonder Wheel", mentre il marito Humpty (Jim Belushi), beone e fallito, lavora nel luna park adiacente. Il loro rapporto è piuttosto turbolento e da tempo il sentimento che li ha uniti ha lasciato il posto all'astio e alle recriminazioni. Quando Ginny incontra il giovane scrittore e bagnino Mickey (Justin Timberlake) tra i due non può che scoppiare la scintilla che prelude ad un benefico cambiamento per la donna, ma l'arrivo inatteso della figlia di primo letto di Humpty, Carolina (Juno Temple), rimescola le carte di una partita che sembrava già chiusa.

 

Juno Temple

La ruota delle meraviglie (2017): Juno Temple


Woody Allen rende il suo personale omaggio alla città dei balocchi collodiana, per l'occasione trasferita nell'assolata e balneabile costa di Brooklyn. Sotto i pontili della spiaggia e all'interno del parco si consumano gli amori e le tragedie dei protagonisti che da tempo hanno sepolto i propri talenti sotto la sabbia cercando di assecondare il guaiolare cionco di desideri irrealizzabili o il cieco miagolio di una sbronza e di una feroce emicrania che richiedono sempre maggiori dosi di whiskey e calmanti.
Ginny e Humpty vivono nel "Pleisure Land" ma non ne fanno parte e non ne godono i benefici, intenti come sono a cambiare spesso di casa e lavoro, pagare l'affitto ed evitare che il figliolo di lei (Jack Gore) appicchi l'incendio definitivo che li metterà in ginocchio.
La vita è difficile e non concede sconti al gruppo famigliare e nemmeno al suo romantico cantore, che ne descrive le gesta tragiche dall'alto della postazione numero 7 (come il cinema settima arte che il piccolo Richie divora in una sala desolata).

 

Jack Gore, Kate Winslet

La ruota delle meraviglie (2017): Jack Gore, Kate Winslet


Allen prova a spiazzarci con un linguaggio sgrammaticato e scurrile argomentando di sport e poche altre futili questioni ma non rinuncia alla sua vena ironica ed intellettuale caricando sulle spalle dello scrittore, reduce di guerra e giramondo l'onere di una sintassi più ricercata e di un'educazione al bello che può passare esclusivamente per il Village, ove si  trovano giardini orientali sconosciuti, e romantici libri che seducono le due donne quanto il fisico da candido fustacchione di Timberlake.
L'aurea di mediocrità che aleggia sui protagonisti, resa in modo magistrale dall'Allen sceneggiatore e da attori meravigliosi, fa da contr'altare alla perfezione della scenografia del fido Santo Loquasto e al talento visivo di Vittorio Storaro, alla seconda collaborazione col filmaker americano.
Fondamentale l'apporto del maestro italiano che illumina il giorno di colori chiari e caldi e gli interni di una luce ambrata penetrante e diretta spesso posizionata alle spalle del soggetto. Per ricreare le suggestioni del cinema anni '50 Storaro dosa la luce in maniera diversa all'interno della stessa sequenza lasciando che le emozioni dei protagonisti sgorghino ampliate da un rosso furente o da un blu ansiogeno e glaciale, mentre l'unione mistica o carnale tra i due amanti viene accentuata da un'aura cangiante, morbida e luminosa, che ha il sapore elegiaco di un passato meraviglioso e perduto o l'esaltazione di un futuro appena accarezzato e fugace.
Splendida Kate Winslet nella parte finale del film. Quando le aspirine non bastano più e si insinua l'idea del più totale fallimento nella testa di Ginny, solo la malinconia per un ruolo da attrice mai veramente vissuto, e da quel momento interpretato con disinvolto estraniamento, permette (forse) alla protagonista di non cadere preda della pazzia. Un finale decisamente "alleniano" che ci rammenta che l'infelicità e la disperazione albergano a Manhattan come nei sobborghi. Amaro ma reale.

 

Cineforum Leoniceno - Cinema Eliseo - Lonigo (VI)

 

Kate Winslet

La ruota delle meraviglie (2017): Kate Winslet

 

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