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Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi)

Regia di Tom Edmunds vedi scheda film

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La recensione su Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi)

di Furetto60
5 stelle

Commedia nera, surreale e grottesca, con qualche sparuto guizzo comico

Il giovanissimo William, bagnino depresso e sfiduciato, scrittore mancato, non riesce a far pubblicare il suo unico libro, decide dunque di suicidarsi, ma neanche in questo pare avere successo, si lancia dal ponte e finisce su una chiatta, ci prova inutilmente col gas dei tubi di scarico dell’auto, ma fa solo una gran confusione e tanti danni, poi prova con l’impiccagione ma cede il soffitto a cui era appesa la corda,ancorav con l’avvelenamento da barbiturici, ma ne ingurgita troppo pochi e si ritrova in ospedale a fare la lavanda gastrica, insomma non riesce mai a portare a buon fine il suo progetto,di morte, peraltro viene anche licenziato dalla piscina in cui presta servizio,perché è poco credibile che a salvare vite umane sia deputato qualcuno che cerca di togliersi la propria. Durante uno dei suoi esilaranti e goffi tentativi viene contattato da Leslie un killer professionista, all'apparenza un cittadino britannico attempato, con una confortevole villetta e una moglie affezionata,che partecipa a gare di ricamo,estreme.Tutto sembra fuorchè un assassino, come giustamente nota il ragzzo, ma invece costui, lavora con profitto per la misteriosa ed equivoca “Associazione britannica assassini”, una cooperativa di killer professionisti che uccidono, sbrigativamente tante persone che vorrebbero togliersi la vita, ma non trovano il coraggio per farlo, dunque un'organizzazione che aiuta gli aspiranti suicidi, in una sorta di eutanasia sui generis, meglio di una clinica svizzera, con tanto di "brochuere" dove sono illustrate le mdalità assortite di suicidio. William firma un economico contratto di duemila sterline, per la sua morte indolore entro una settimana, la clausole scritte in calce, sono rigide, una volta pagato, non si può più cambiare idea. Tuttavia William, viene contattato, attraverso una graziosa agente, da una casa editrice disponibile a pubblicare il suo scritto, peraltro se ne innamora ricambiato. Dunque le ragioni per compiere l’estremo gesto vengono meno, ma è troppo tardi la procedura è in essere e il killer non può derogare, pena la sua carriera e la sua stessa vita, William ha una settimana per sfuggire al boia che lui stesso ha ingaggiato.Leslie, non può soprassedere al suo compito, c'è la feroce la concorrenza dei killer più giovani, e Leslie deve ottemperare al suo adempimento. Peraltro i suoi primi tentativi di colpoire il bersaglio, non solo abortiscono,ma sono letali per sfortunati, che casualmente si trovano sulla traiettoria dei suoi colpi.  Nelle sue premesse, il  film avrebbe un certo potenziale dissacrante e  alcuni divertenti spunti comici, soprattutto nella lotta del suicida pentito per sfuggire al suo inesorabile, ma un po' arrugginito e maldestro carnefice.Il peccato capitale è purtroppo una scrittura approssimativa e poco ispirata dei personaggi. E’ un tentativo di black comedy molto “british”ma nell’accezione più riduttiva del termine, in sostanza si ride poco e a denti stretti, per una storia troppo surreale e bizzarra e una sceneggiatura spesso claudicante e ridondante, il rapporto tra i personaggi appare poco chiaro e spesso il meccanismo umoristico s’inceppa. L’ida di fondo era collocare a confronto con vena sarcastica, due percorsi esistenziali, cioè fare una sorta di parallelismo tra due relazioni di coppia generazionali, da una parte il giovane aspirante suicida, con la ragazza appena conosciuta, in un rapporto appena nato, incerto e precario, mentre dall’altra, c’è il killer un anziano, che insieme alla sua adorata moglie, vive una relazione stabile e duratura che nel tempo si è consolidata grazie ad una reciproca stima e una sorta di implicita complicità, che vive di rendita, ma rinnovandosi di volta in volta. Così l’incrociarsi dei destini speculari dei due uomini, l’uno senza uno scopo ma con la vita davanti, l’altro con uno scopo ma al tramonto, resta solo potenzialmente interessante, ma viene sviluppata poco e male. Nei commenti lusinghieri dei critici leggo che il film avrebbe affrontato temi importanti come la depressione, il suicidio assistito, le difficoltà occupazionali e il senso della vita. Francamente mi sembra troppo per un filmetto che pur con qualche guizzo di simpatica ironia, resta lontano anni luce da qualsiasi seria valutazione di questi fenomeni.

 

 

 

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