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Il colpo

Regia di Stephen Frears vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su Il colpo

di John_Nada1975
6 stelle

Thriller di viaggio e di ambientazione spagnola ma inusuale e non turistica, con le radici che affondano nel noir gangsteristico inglese incarnato da Terence Stamp, interprete molto rappresentativo del genere perfetto per il ruolo di professionista delle rapine in buen ritiro sotto copertura sulla Costa Brava; ricercato dai boss e dai suoi ex complici, avendo patteggiato la pena per avere indicato in tribunale i suoi complici e correi. 

Dopo dieci anni in libertà m, viene individuato e quindi inviato un glaciale super killer(John Hurt), per prelevarlo e portarlo in macchina una -vecchia Mercedes 220SE(W111) anni '60- attraverso la terra iberica, fino a Parigi dove dovrà essere giustiziato al cospetto dei mandanti. L'aiuto dell'operazione è il giovane "apprendista'' dell'organizzazione, killer e post-punk ossigenato Tim Roth/Myron(e che doveva essere di Joe Strummer, inizialmente designato per questo ruolo) che non capisce nulla nè della professione nè della vita, ma crede di sapere tutto. 

Lento e con poca azione, molto dialogato e introspettivo, è addentellato al genere che Frears conosce(va) bene, e pure ha praticato con risultati alterni ma anche buoni, nei settanta come con "Sequestro pericoloso"(Gumshoe)- che fu anche il suo ultimo lungometraggio cinematografico prima di questo e per 13 anni, nel decennio precedente solo lavori per la tv- . 

Frears stesso mi disse che fu una pellicola dalle diverse ambizioni, innanzitutto dal punto di vista formale e stilistico, parecchio ricercato, tanto da cercare di stagliarsi e guadagnare uno spazio proprio e produttivo tipico HandMade Films ma in una versione dalle forse troppo altisonanti ambizioni autoriali, produzione di Jeremy Thomas, in anni poi in cui uscivano altri titoli eccellenti inglesi con gangster protagonisti, quali "McVicar" di Tom Clegg,  "The Long Good Friday" di John MacKenzie, e "Mona Lisa" di Neil Jordan, et alia.

Dai quali si differenzia per una maggiore letterarietà classica dello spunto(di Peter Prince, la cui sceneggiatura vinse non a caso un Edgar Award), l'attesa spavalda e superiore della morte e dell'esecuzione da parte del protagonista, senza neppure cercare di fuggire all'occasione, ma solo se però al "momento pianificato e previsto", e i molti spunti misteriosi e aperti a molteplici possibili interpretazioni del comune passato, tra Stamp e il gelido ma non esente da debolezze e crepe personali Hurt, che gli provocherà l'unico personaggio femminile del quartetto, interpretato da Laura Del Sol.

Cedimento che John Hurt pagherà caro nel finale, concettualmente ricercato e d'azione, reso abbastanza coerentemente con i presupposti della sceneggiatura, e una sua interpretazione generale eccellente, che sopravanza pure quella di Terence Stamp-con maggiore minutaggio sullo schermo-, e di Tim Roth proveniente dai lavori giovanili con il "collegato" Alan Clarke e non ancora prostituito a troppi film "alimentari" , comunque ottimo. 

Defilato e in ombra Fernando Rey, nella parte dell'ispettore della polizia spagnola che per tutto il film è all'inseguimento con la sua squadra, del quartetto in fuga. Brevi apparizioni di Bill Hunter proveniente dal cinema aussie, e di Jim Broadbent ancora non emerso, in un ruolo minore.

Bella fotografia postmodernista anni '80 del maestro Mike Molloy, soprattutto dai toni e colori freddi(l'abito sbracciato e corto turchese, della Del Sol) in aperto e ricercato contrasto con la ambientazione solare, di terra prevalentemente brulla, ocra e gialla, abbacinante, con prevalenza di bianchi nelle costruzioni e nella macchina, la camicia da peone di Stamp, della Spagna

Francamente pallosa e insignificante, la colonna sonora per chitarra spagnola di Eric Clapton e Paco De Lucia, con la collaborazione persino di Roger Waters.

 

John Nada

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