Regia di Brian Gibson vedi scheda film
Dopo un primo momento di personale smarrimento (alla assurda idea - poi fortunatamente smentita dal corso degli eventi - che il potente boss mafioso locale avesse potuto decidere di sguinzagliare i suoi tirapiedi sulle tracce di TUTTI i “potencial jurors” - le persone contattate dal tribunale, in vista della celebrazione di un processo, per valutarne l’idoneità a far parte del “jury box”, il gruppo dei dodici giurati - nonostante il loro elevato numero rendesse del tutto improba l’impresa) noto che Il giurato segue un classico, lineare andamento da thriller (ma, a dispetto del titolo, ben poco “legal”), senza orchestrare significativi colpi di scena, ma mantenendo sempre ben sostenuto il ritmo e ben saldo il livello della tensione per il tutto l’iter della narrazione. La sceneggiatura, moderatamente convincente (salvo la caratterizzazione del “sottobosco criminale” - eccessivamente stereotipato - e le sequenze finali, nelle quali la foga della narrazione offusca un poco la lucidità dell’intreccio), fa il resto (peraltro è ben coronata dalla scena conclusiva, di un simbolismo spiazzante) sicchè gli “strali” piombati a destra e a manca nei riguardi di questo film mi sembrano abbastanza ingiustificati. La sufficienza (= 3 stelle) mi pare sacrosanta.
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