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Heat La sfida

Regia di Michael Mann vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Heat La sfida

di heat75
10 stelle

Un film di Michael Mann lo si riconosce dopo pochi fotogrammi, c'è poco da fare. Si respira cinema in ogni singola inquadratura. Nella sua carriera il cineasta aveva già fatto capire quanto il genere poliziesco gli fosse congeniale, basti pensare a Strade violente e alla serie tv Miami Vice, ma è con Heat che tocca probabilmente il punto più alto.
La storia è già stata raccontata tante volte al cinema, il poliziotto e il criminale, i buoni e i cattivi. Il regista (autore completo, ha scritto e diretto ogni suo film se si esclude il solo Collateral che è sceneggiato da Stuart Beattie) in questo caso si affida ai 2 più grandi attori del ventennio precedente, per la prima volta insieme nello stesso film (ne Il Padrino-parte ll non avevano scene in comune). Quasi 3 ore tiratissime e intense che volano via veloci, i tanti personaggi hanno tutti il loro spazio, perchè al regista interessa la storia ma interessa soprattutto l'aspetto umano dei vari protagonisti.
Pacino e De Niro si dividono equamente la scena, va comunque sottolineato il lavoro certosino di Mann nel cercare di non "scontentare" nessuno dei 2. Inutile dire che loro ripagano dando il meglio, in maniera differente: Pacino è un Vincent Hanna nevrotico, agitato, sopra le righe, mentre De Niro è un Neil McCauley sofferto, controllato, spietato.
Ma l'aspetto più inquietante che viene alla luce, man mano che il film va avanti, è comunque una sottile ambigua estrema somiglianza tra i 2 protagonisti. Entrambi totalmente immersi nel loro lavoro, entrambi con una vita problematica fuori dal lavoro, entrambi maniacali e puntigliosi nello svolgere la propria mansione..Neil ripete all'amico Chris di non avere tempo per se stesso, mentre Vincent si rende conto di "stimare" il rivale.
Emblematica in tal senso è la ormai celebre scena del loro incontro alla tavola calda, che in pratica è l'unico momento in cui i 2 recitano insieme (la sequenza finale sembra infatti sia stata girata con controfigure). Tuttavia i dubbi esistono anche qua, perchè i 2 divi non vengono mai inquadrati insieme: quando c'è il primo piano di uno, l'altro si vede di spalle. La grande forza di questa sequenza non è tanto per quello che Neil e Vincent si dicono, ma per come il regista rappresenta il tutto...sembra quasi voglia dirci che in pratica i 2 sono in realtà metaforicamente la stessa persona (il bene e il male, Dr Jekyll e Mr Hyde) che si sta guardando allo specchio, per questo non esiste una sola inquadratura in tutto il film che li ritrae insieme.
Il resto del cast è di valore e non viene sacrificato al cospetto del duo principale, in particolare da ricordare un Val Kilmer (Chris) in una delle prove migliori della sua carriera.
Fondamentali i personaggi femminili, il loro ruolo rappresenta bene la parte umana e sofferta dei principali protagonisti maschili. La frase di Neil "Il vecchio Jimmy McCann mi ricordo che diceva: se vuoi fare il lavoro del rapinatore non devi avere affetti o fare entrare nella tua vita niente da cui non possa sganciarti in 30 secondi netti se senti puzza di sbirri dietro l'angolo" è una delle chiavi del film, e darà vita a uno dei momenti più emozionanti.
Ma le sequenze da antologia sono tante. Il momento della rapina in banca con relativa sparatoria è già entrata nel mito, quello che colpisce di Mann è la cura del dettaglio e la ricerca sempre del realismo più estremo. La scena del mancato colpo, con Neil che si "accorge" di Vincent e decide di fermarsi, è ad alta tensione...i primi piani alternati e il silenzio di quei pochi secondi interminabili sono esemplari, come esemplare è il momento successivo col pedinamento ribaltato e Vincent che capisce di essere stato fregato da Neil..."Ho un'illuminazione..so cosa guardavano! Avanti, cosa guardavano?? Insomma, è uno con le palle o è uno con le palle? E'gente cazzuta questa..cosa guardavano?"..in fondo il punto più divertente in mezzo a tanta tensione.
Il senso di Heat è riassunto perfettamente (probabilmente) quando vediamo Neil da solo nel suo bello ma triste appartamento, completamente vuoto e senza alcun arredo, mentre guarda fuori il mare...la sua solitudine e la sua sofferenza interiore sono il risultato di una vita sbagliata, basata su scelte sbagliate.
Il film ricalca a grandi linee un lavoro precedente di Mann, il tv movie "Sei solo, agente Vincent" del 1989, con i 2 protagonisti che si chiamavano sempre Vincent Hanna e, in quel caso, Patrick McLaren.
Ottima la colonna sonora, che contribuisce non poco alla riuscita dell'opera, con brani tra gli altri di Brian Eno, Kronos Quartet, Terje Rypdal, Moby. Fondamentale anche la fotografia dell'italiano Dante Spinotti.
Uno dei film simbolo degli anni'90, molto lontano da tanto cinema medio di genere e lontano dal classico poliziesco. Lo stile epico-romantico di Mann è anche riconducibile ad autori del passato che lo hanno ispirato, in particolare Jean-Pierre Melville.
Dalle parti del capolavoro? Più semplicemente, capolavoro senza se e senza ma.
Indimenticabile.

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