Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film
Tornatore fa il suo esordio da regista portando sullo schermo le allora recentissime vicende del capo dei capi Raffaele Cutolo. Straordinario -soprattutto trattanodsi di un'opera prima- il modo in cui riesce a portare avanti una storia che avrebbe fatto tremare i polsi anche ad autori ben più navigati.
Partendo dall'omonimo libro del giornalista Giuseppe Marrazzo, un giovane Giuseppe Tornatore esordisce alla regìa con una vicenda che sta agli anni '80 così come quelle narrate in “Gomorra” stanno al nuovo secolo. Portare sullo schermo le allora freschissime gesta di Raffaele Cutolo, il capo dei capi della nuova camorra organizzata, non era certo uno scherzo, ed infatti la pellicola venne presto ritirata dalla circolazione nonostante il successo iniziale che le permise comunque di chiudere nella 58esima posizione del Box Office italiano 1986/87. E anzi, considerando come 'funzionano' le cose nel nostro Paese, se Tornatore ha poi avuto modo di portare avanti una lunga e prospera carriera si deve secondo me solo all'Oscar ricevuto con la sua opera seconda “Nuovo Cinema Paradiso”, perché “Il camorrista” gli avrà certo fruttato ben pochi amici. Soggetto a parte, la qualità del film resta secondo me straordinaria, soprattutto considerando che si tratta di un'opera prima, e sfido anzi quei denigratori di profesione di Tornatore ad indicarmi un esordio di miglior qualità. In Italia o all'estero. Il modo asciutto in cui racconta qui l'irrefrenabile ascesa del mefistofelico Professore è da manuale, portata avanti senza scadere né in eccessive quanto inutili spettacolarizzazioni né, all'altro estremo della scala, in ambigue concessioni al fascino del personaggio. L'unico dubbio che personalmente mi sento di sollevare riguarda forse la scelta di Ben Gazzara nel ruolo di protagonista, laddove un attore italiano più adatto al ruolo si sarebbe certamente potuto trovare. Ma resta un film da non perdere.
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