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Apri bene le orecchie

Regia di Hugo Santiago vedi scheda film

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Marco Poggi

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La recensione su Apri bene le orecchie

di Marco Poggi
8 stelle

Sorta di "DETECTIVE COI TACCHI A SPILLO" 13 anni prima di Kathleen Turner, dove la poliziotta privata è la divina Catherine Deneuve, che qui sa essere tanto astuta, quanto brava nello stendere gli uomini. Fra affascinanti ma biechi scienziati, giovani attrici da salvare, sette religiose e baci lesbici, la Deneuve dipana un'ingarbugliata matassa.

Pellicola francese di fine anni'70 a metà strada fra il giallo alla Philip Marlowe e il film di fantascienza, solo che l'investigatore privato di turno non è un uomo, ma una donna: Catherine Deneuve, con tanto di cappello calato sugli occhi alla Mike Hammer ed il classico trench marrone vissuto addosso col bavero alzato. In cerca della giovane attrice radiofonica Chloé (Anne Parillaud), la detective Claiude Alphand se la deve vedere  con una una setta religiosa e uno scienziato (Sami Frey) che ipnotizza la gente usando una strana macchina che possiede nel suo castello. Film curioso (da noi, probabilmente, arrivato direttamente nelle  tv private, che lo trasmettevano negli anni'80) non solo per l'atipico ruolo della protagonista ma anche per la scena del bacio lesbico fra lei e Anne Parillaud (all'epoca, una novità, mentre oggi è quasi un'abitudine). Catherine Deneuve se la  sa sa cavare bene nei panni dell'investigatrice privata affascinante, ma dura, che stende i suoi aggressori (per lo più maschi) a colpi di karate, o usando la sua inseparabile pistola che tiene nella fondina ascellare, non facendo rimpiangere i consueti colleghi maschi dell'epoca (parlo del trio Jean Paul Belmondo, Jean Gabin e Alain Delon), svezzati a polizieschi e film d'azione. Certo, pur non perdendo la propria femminilità, la Deneuve qui fa il maschio...è che maschio (atttrae la curiosità non solo del personaggio di Semi Frey, ma anche di Anne Parillaud e Florence Delay, la proprietaria di una radio che conosce molto intimamente la detective da molto tempo e che suggerisce a Sami Frey di assumerla)! Inoltre, ci viene ricordato che l'investigatrice Claude Alphand è una donna solo quando è davanti allo specchio, intenta  a truccarsi e a mettersi il profumo sul collo, o quando si fa una doccia, dopo essere scampata ad un aggiuato tre contro una, o a una sparatoria (quasi sempre di tipo western, à la "PRONTI A MORIRE").  Il film, per quanto stravagante, è drammatico e serio, anche se il clima è stemperato dalle battute sarcastiche della Deneuve, o dal sorriso adolescente di Anne Parllaud.  Film psichedelico e  con molte scene ambientate in uno studio di registrazione, fra esperti di rumori di scena e di macchinari vari, attrici e attori radiofonici, nastri inseriti in  mangianastri, o nei calcolatori elettronici vecchia maniera e cassette no solo musicali messe negli hi-fi delle automobili...Un  mondo diverso, quello di fine anni'70, rispetto a quello attuale (troppo hi-tech, internet-dipendente e pieno di dischetti d'alluminio)! Ottima la giovane Parillaud, attrice, amante e vittima del film, ma anche Sami Frey, nei panni del fascinoso scienziato invaghito di lei e della Deneuve. Buona la colonna sonora chre usa molti brani classici e jazz.

P.S.:Curioso che 13 anni dopo questo film, nel 1991, un'altra attrice, Kathleen Turner, sia stata scritturata per un poliziesco dove l'investigatrice privata di turno fa il verso a Philip Marlowe, "DETECTIVE COI TACCHI A SPILLO"; anche se la Turner, al contrario della Deneuve, scelse di seguire lo stereotipato copione della commedia gialla americana di fine anni'80/inizio anni'90, sfoggiando tailleur più ricercati e scarpe sexy col tacco 12.

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