La recensione su Il buio si avvicina

Una sera, il giovane e ingenuo campagnolo Caleb (Adrian Pasdar) conosce e rimane folgorato dalla bella e misteriosa Mae (Jenny Wright). In realtà' la ragazza e' una vampira aggregata ad altri 4 suoi simili che si spostano a bordo di un furgone.               Erroneamente considerato da molti come l'esordio dietro la macchina da presa della talentuosa Katrine Bigelow (in realtà è il misconosciuto THE LOWELESS del 1983 con Willem Dafoe), IL BUIO SI AVVICINA e' un horror che si inserisce in quel filone a tematica vampiresca molto in voga negli anni 80'. Originariamente, a quanto pare, la regista voleva girare un western. Vista la scarsa popolarità che aveva il genere cinematografico americano per eccellenza in quel periodo, la Bigelow decise dunque di optare per una sorta di western contemporaneo, fortemente contaminato dal genere horror, non senza essere influenzato dal cinema d'azione e dal noir. Idea brillante, ma non premiata al botteghino. IL BUIO SI AVVICINA esce nelle sale insieme a RAGAZZI PERDUTI, horror-commedy di vampiri destinato ad un pubblico di teenagers, divenuto inspiegabilmente un cult, diretto da Joel Shumacher con un budget considerevole e interpretato da giovani attori americani di belle speranze, fra cui Kiefer Shuterland. Il film della Bigelow invece e' nato piuttosto male: basso budget, scarsa distribuzione e un gruppo di attori (validissimi) non certo di grido. Il film finisce presto nel dimenticatoio, per poi avere la solita rivalutazione con gli anni a venire. Pellicola dark per eccellenza, con un'ambientazione rurale degradata e spettrale, una splendida fotografia è una colonna sonora composta dai Tangerine Dream (non il loro miglior lavoro) che calza a pennello. Momenti poetici come quando la bellissima Mae si rivolge a Caleb: "La senti la notte? E' assordante", si alternano altri più sensuali come la splendida sequenza della seduzione tra Caleb e Mae al rallenty, che termina nel fatidico morso al collo, ad altre come la carneficina nella birreria, dove i 5 vampiri non si accontentano di uccidere per nutrirsi, ma si divertono sadicamente con le loro vittime. Mae a un certo punto prende per mano un timido ragazzo che giocava a biliardo e comincia a ballare con lui un lento, una sorta di ultima sigaretta prima della brutale esecuzione. L'intera sequenza e' veramente disturbante. Più' relativa al genere western o al poliziesco, la violenta sparatoria al motel con la polizia alle prime luci dell'alba. Non ci sono canini in evidenza, tantomeno crocifissi o paletti di legno conficcati nel cuore, solo la luce del sole può distruggere questi esseri che si muovono per le strade dell'America rurale a bordo di un furgone, proprio come i nomadi assassini di NOMADS, il bel thriller diretto l'anno prima da John McTiernan. Straordinari anche tutti gli altri personaggi: Lance Henriksen e' Jesse, vampiro che ha combattuto nell'esercito confederato. Janette Goldstein e' Diamondback, la sua compagna. Bil Paxton e' Severen, lo psicopatico del gruppo. Joshua John Miller e' Homer, un vampiro intrappolato nel corpo di un bambino. Qualche ingenuità, come la guarigione di Caleb che avviene tramite una trasfusione, o nella resa dei conti finale, quando tutti i vampiri si disintegrano alla luce del sole, tranne Mae, salvata da Caleb semplicemente con una coperta. Qualcuno ha fortemente criticato il finale. Secondo la mia opinione invece, mi e' sembrata la soluzione migliore, in quanto sancisce definitivamente una bellissima e romantica  storia d'amore, interrompendo così' una spirale di sangue che sembrava non aver mai fine. Film assolutamente da recuperare e che merita un posto d'onore nella filmografia dedicata ai denti aguzzi.