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Per favore non mordermi sul collo

Regia di Roman Polanski vedi scheda film

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La recensione su Per favore non mordermi sul collo

di zombi
6 stelle

quanti film erano stati fatti già nel 1968 sui vampiri? chi lo sa, bisognerebbe star qui a contare e del resto non è così importante. questo classico polanskiano appartiene all'archeologia delle mie visioni. quand'ero ragazzino ricordo che una delle scene più spaventose era quella di herbert von kroloc che insegue alfred fino a quel portico quadrato con alfred che continuava a correre fino a quando non si rigettava tra le braccia del mostro. del resto credo mi spaventò terribilmente anche un film di jerry lewis con una scena vampirica, ma quelli erano altri tempi. devo dire che nonostante il piacere(forse più affettivo) e il divertimento(forse più un'auto convinzione mia) nel rivederlo alla fine che rimane è una grande ricercatezza dell'immagine e di ripresa del paesaggio e questa cura della scenografia. l'ironica indagine sul film di vampiri è quasi più una sperimentazione degli sceneggiatori e del regista, che insistono sui mezzi per contrastarli, a volte inutili, e sui rituali per debellarli inattuabili per incapacità da parte di alfred. l'ammennicolo emblema dei film sui vampiri è ben rappresentato dalle beltà muliebri della sfortunata sharon tate, tanto splendida quanto preziosa inutilità messa lì dal regista pigmalione per enfatizzare l'oggetto sessuale che rimane irraggiungibile fino alla fine quando diventa mortale. un oggetto strano questo "impavidi ammazza vampiri" con un titolo che tende a spingere sul lato comico della vicenda molto fisico ma anche molto cerebrale che non riesce a far ridere di pancia, e che ormai è entrato di diritto a far parte della storia del cinema. roman polanski tratteggia un aiutante perennemente spaventato e in preda a reazioni terrorizzate che ricorda in molti punti lo scooby-doo cartoonesco che ben si amalgama con l'abronsius di jack macgowran che potrebbe benissimo rimanere muto talmente è espressivo. la forza del film è questo continuo scontro tra serio e tendenza alla sdrammatizzazione come lo dimostrano per l'appunto i personaggi poc'anzi descritti e anche la malata aristocrazia del conte e del figlio e la baldanzosa non-vita del mitico shagal. il buon "fracchia contro dracula" ha preso molto da qui.

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