Espandi menu
cerca
Il Bounty

Regia di Roger Donaldson vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Utente rimosso (PeppeDeMaria1)

Utente rimosso (PeppeDeMaria1)

Iscritto dal 30 novembre -0001 Vai al suo profilo
  • Seguaci -
  • Post -
  • Recensioni 108
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Il Bounty

di Utente rimosso (PeppeDeMaria1)
7 stelle

A lungo andare, la suggestione va scemando Resta l'ostinazione del magistrale Hopkins; l’opulenza delle cene nella più confortevole cabina del capitano, opposte al miserabile rancho nell’angusta “coperta” della ciurma. Ma per chi non lo avesse mai visto, il film merita eccome. Non è affatto inferiore agli altri due, epocali. Anzi... voto 7.5 ©™

Il Bounty

Duello caratteriale attorno ai sette mari, tra il grandioso Anthony Hopkins e un giovane Mel Gibson, qui senza pistola, che tanta fortuna gli renderà, dove risulta comunque ottimo nel ruolo, uno dei suoi più importanti, quale, lo porta all’inevitabile paragone con il celebre predecessore Marlon Brando.

 

Il blasonato e pur discusso attore, seppe conferire un’accezione più “sui generis” al personaggio che, almeno nella prima parte del suo film, conferì un’aria alquanto raffinata, magniloquente, per non dire ambigua... e non è per forza una qualità positiva; anzi, poco ha a che fare con lo stereotipo del marinaio del diciottesimo secolo, quando avventurarsi per mare era davvero un azzardo; un duro e spesso spaventoso mestiere, per uomini con il proverbiale pelo sullo stomaco. E non per raffinati e poco inclini damerini, consigliati all’astenersi, ed ai quali il personaggio giocato da Brando somigliava. Almeno per buona parte del suo film in merito.

E non fu comunque l’unica volta che il sex symbol anni 50 e 60, conferiva ai suoi ruoli quell’aria alquanto particolare, in taluni casi “alternativa”: senza scomodare il famigerato “colonnello Kurtz” di Coppola-na memoria, mi sovviene piuttosto il da me già discusso “Missouri”.

 

Trovo questa caratterizzazione, spesa dall’attore/regista Australiano d’adozione, più credibile, più consona al ruolo – non ho detto migliore, solo presumibilmente più attinente ad una parte del genere.

 

D’ogni modo, l’ufficiale in seconda, Signor Christian Fletcher di Gibson, tiene botta al magnificamente calcato Capitano William Bligh di un memorabile Hopkins. Da amici prima, nonché da rivali in seguito.

Alla distanza, ne uscirà vincitore l’immenso attore britannico.

Anthony Hopkins

Il Bounty (1984): Anthony Hopkins

 

Del film mi resta dentro quella cattiveria, il fanatismo per il rigore, per la disciplina, forse giustamente dovuto... del represso comandante, opposto al senso più pratico e cameratesco dell’amico.

A lungo andare, dopo tante visioni, la suggestione va scemando. Resta l’opulenza della cene nella cabina del capitano, per quanto si possa dir elegante, con i suoi ufficiali... opposte al miserabile rancho nell’angusta “coperta” della ciurma. Che non dorme in letti o brande, bensì su delle scomode amache, ma che almeno hanno il pregio di isolare il corpo dell’occupante dal rollio della nave.

 

Tra gli ufficiali, più servili che fedeli, il più ruffiano è sicuramente John Fryer, pur compagno d’armi di Fletcher e superlativamente reso da un Daniel Day Lewis che si apprestava a divenire grande: da li ha pochi anni, staccherà tutti quanti involandosi verso una carriera a dir poco strepitosa.

Va da se che “sir Anthony” resta sempre il migliore. Non sono le statuette sul caminetto a far grande l’attore. Che se non fosse per la colf, non brillerebbero nemmeno più.

 

Nel cast che compone la ciurma spicca un altro personaggio: il tormentato, l’irrequieto Church(ill) giocato da un interprete destinato anche lui da li a pochi anni, ad un futuro di gran successo professionale: l’imponente, anche professionalmente parlando, Liam Neeson. Qui preso di mira dalle spesso ingiuste, altre volte più legittime, punizioni inflitte dal sempre più vanesio Blaigh. E che alla fine sceglierà, insieme ad un manipolo di ammutinati, di restare a Tahiti, rifiutando anche l’autorità del subentrato al comando, sig.  Fletcher Christian, dove Christian è il cognome.

 

A proposito, curiosamente Fletcher è invece anche il cognome di due caratteristi attori che figurano nel cast: i fratelli Steve e Dexter Fletcher, dei quali ricordo il secondo con nostalgia in una misconosciuta commedia davvero carina di fine ’80, “La ragazza dei sogni”. Sebbene l’attore sia maggiormente noto ai più per il ruolo in “Lock & Stock”, uno dei maggiori successi del regista Guy Ritchie, capostipite di questo sottogenere, il pulp britannico, rielaborazione stilistica di quello rilanciato da Tarantino in quel decennio.

 

Altro attore tra i protagonisti dell’epico naufragio è Bernard Hill, noto per il ruolo di Re Teoden nella saga de “il signore degli anelli”. È l’unico sottufficiale veramente fedele al suo capitano, a cui offrirà cieca, devota obbedienza.

 

E senza lode e senza infamia, la solita comparsata di attori già noti: il celebre Laurence Olivier e l’elegante, compito Edward Fox, speso sempre o quasi nel ruolo dell’aristocratico, qui nei panni della corte marziale riunita a giudicare l’operato del caparbio capitano Bligh, da cui sarà riconosciuto degno di encomio e promosso. Hopkins e Fox si ritroveranno giusto una decina di anni dopo, l’uno alle dipendenze dell’altro nel capolavoro di James Ivory, “Quel che resta del giorno”.

Laurence Olivier

Il Bounty (1984): Laurence Olivier

 

Da menzionare la figura del patetico dottore di bordo, buona forchetta – e ottimo bicchiere verrebbe da dire. Notoriamente dedito all’alcool, appena gli si fa notare che non ha ancora toccato il vino durante una cena, brinda copiosamente alla prima occasione – e qui è da cineteca, memorabile, l’espressione di azzimato disappunto, giocata magistralmente da un impareggiabile Anthony Hopkins.

Anthony Hopkins

Il Bounty (1984): Anthony Hopkins

 

La sceneggiatura, ottima per buona parte del film, specie quando si trattiene, si concentra, sul rapporto tra Bligh e la ciurma, o meglio, verso colui che spesso si incarica di difenderla, il suo rappresentante più umano, più democratico, ovvero il primo ufficiale Fletcher Christian.

Tra loro non c’è rivalità, ma acredine, invidia, gelosia, sempre più crescente.

Eppure, è stato Bligh a convincere l’amico, intimo di famiglia, a prendere parte all’impresa... nascondendo la sua vera natura con quei suoi metodi persuasivi, schietti ma garbati, del marinaio “a terra”.

 

Ma una volta in mare... l’esperto comandante di vascello va trasformandosi pian piano nella persona che l’amico fidato non sospettava.

Il rapporto si incrinerà definitivamente nella beatitudine gozzovigliata e gaudente della permanenza a Tahiti, dove, complice il clima spensierato e beato da paradiso terrestre, tra donne disinibite e bellissime, serviti e riveriti come signori, restando spesso a terra, nell’intimità di una capanna in riva a quella che è riconosciuta come la baia forse più suggestiva al mondo, Fletcher ei suoi perderanno di vista il senso del dovere, del loro compito, nonché del viaggio. Dovere al quale, un ingelosito e non di meno indignato comandante, li riporterà con ferrea disciplina.

Anthony Hopkins, Mel Gibson

Il Bounty (1984): Anthony Hopkins, Mel Gibson

 

Di sicuro dunque, il capitano è geloso del rispetto e soprattutto la considerazione di cui il suo primo ufficiale gode tra l’equipaggio.

E pure un’altra cosa egli invidia all’amico: l’esser così disinibito nei confronti degli indigeni, soprattutto con quelli di sesso femminile, in quanto lui vede in Fletcher un fortunato uomo libero da impegni familiari, matrimoniali, quasi un libertino scevro da tali responsabilità, che, in quella situazione tentatrice, risultano evidentemente opprimenti all’integerrimo capitano tanto ligio al dovere.

Mel Gibson, Tevaite Vernette

Il Bounty (1984): Mel Gibson, Tevaite Vernette

 

Da notare, ed è semplice farlo, tale è la bravura attoriale, come il cap. Bligh sia riluttante al contatto con gli indigeni: egli infatti, finge spudoratamente la cordialità regale che gli impongono la sua bandiera ed il suo ruolo di rappresentante della stessa, quando in realtà, fin dallo sbarco, va mascherando piuttosto una viscida partecipazione e inclusione con loro, solo per dovere militare, patriottico nonché professionale.

 

E se già sull’isola paradisiaca la crisi traccerà un solco quasi incolmabile tra i due commilitoni... e tra il comando e la stessa ciurma (che dal canto suo comincia a calcolare il rischio e la disciplina patita all’andata contro alla bella vita sull’isola), nonostante il comandante tenti una qualche ricucita più o meno assecondata dall’amico, la partenza anticipata ( e sconsigliata dal botanico di bordo ai fini della missione, ovvero riportare in patria piante de “l’albero del pane” vive)... nel viaggio di ritorno, questa stessa crisi esploderà violenta e vendicativa da entrambe le parti in gioco, rovinando per sempre ed irrimediabilmente l’amicizia e il rapporto marziale tra i due. A discapito della ciurma sempre più pressata e di conseguenza contrariata, dal regime imposto. Il viaggio proseguirà tra punizioni corporali e mentali, nonché privazioni materiali.

E l’equipaggio comincerà a schierarsi. E non solo la ciurma.

Anthony Hopkins, Liam Neeson

Il Bounty (1984): Anthony Hopkins, Liam Neeson

 

La classica goccia che farà tracimare, non il vaso, ma la diga, sarà l’ostinarsi del comandante a voler seguire a tutti i costi la rotta più breve – e pericolosa – ovvero quella che prevede di doppiare “capo Horn” nuovamente, dove già all’andata ci scappò il morto. Decisione dal quale Christian cercherà di persuadere il suo superiore parlando da amico, cercando in lui un barlume di ragione, di umanità. Fiato sprecato, anzi, otterrà la scellerata reazione opposta: Bligh, vedendosi così osteggiato, paventando nell’amico un immaginario, infondato tradimento, si rivelerà, anzi, si trasformerà addirittura nel despota fuori controllo, che forse solo Fletcher non voleva riconoscere.

 

Di li a poco l’insussistente tradimento invece, si insinuerà veramente nella mente, non del capitano, bensì del “non più” Signor Christian, ma semplicemente Fletcher per l’equipaggio quale, da un po’ di tempo, ha preso a sussurrare all’orecchio del combattuto, perplesso ufficiale parole come ammutinarsi, prendere la nave, in cui ormai tutti sperano.

 

Il resto è storia.

Anthony Hopkins

Il Bounty (1984): Anthony Hopkins

 

Il film scorre lento, come il suo vascello incontro al suo destino inesorabile.

La sceneggiatura scivola un po’ nel patinato quando si sofferma sui sentimenti nascenti tra equipaggio e isolane.

Specie la relazione vera, profonda, tra Fletcher e la bellissima Mahuatua, figlia del re dell’isola Tinah, è resa molto vivida, complice la particolare e non so quanto adatta colonna sonora di Moroder, seppure sembri funzionare.

Ma subito si riprende attenta alla drammatica vicenda che porterà al celebre e romanzato ammutinamento. E all’incredibile epilogo.

 

Le regia e di Roger Donaldson, poliedrico cineasta che ha diretto in seguito un po’ in tutti i generi, alcuni titoli di gran successo e altri meno pregevoli. E qui, bontà sua... ci risparmia dall’immancabile rollio del vascello e dondolio dell’immagine, forse sbagliato o forse più esatto, non so.

In effetti, il dondolio all’interno di un’imbarcazione di quella stazza, sarebbe avvertibile a livello sensoriale, e a livello visivo da chi osserva dal di fuori. Sulla scena invece, seduto al tavolo del capitano, i commensali si muoverebbero all’unisono, per cui non si avrebbero punti di riferimento visivo. Ma sempre e solo sensoriali. Per cui...

Anche se non credo che il regista abbia avuto questo acume. Certo è che in tanti altri film sulla marineria, il fenomeno o è troppo calcato e del tutto non considerato.

 

A lungo andare, dopo tante visioni, la suggestione va scemando. Resta l’opulenza della cene nella cabina del capitano, per quanto si possa dir elegante, con i suoi ufficiali... opposte al miserabile rancho nell’angusta “coperta” della ciurma.

Ma per chi non lo avesse mai visto beato lui, il film merita eccome. Non è affatto inferiore agli altri due epocali, anzi, forse addirittura superiore.

©™

Anthony Hopkins

Il Bounty (1984): Anthony Hopkins

Mel Gibson, Anthony Hopkins, Liam Neeson

Il Bounty (1984): Mel Gibson, Anthony Hopkins, Liam Neeson

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati