Regia di William Friedkin vedi scheda film
Non so il motivo per cui allo stesso Friedkin 'The Guardian' non piaccia tanto, dato che da un plot non certamente irresistibile e da una sceneggiatura piena di controsensi - peraltro scritta dall'autore con Stephen Volk e Dan Greenburg, dal suo romanzo - è comunque riuscito a cavar fuori un prodotto più che dignitoso.
'L'albero del male' è una favola nera - ripetute inquadrature di animali notturni come civette, rospi e lupi (o coyote), la strega, seppur di bell'aspetto, l'albero che prende vita - con molteplici sconfinamenti nel cinema horror ed è condotto con mano sapiente da William Friedkin - reduce da un periodo di continui flop al botteghino, anche per grandi film come 'Vivere e morire a Los Angeles' - il quale costruisce sequenze in cui la tensione è crescente, che fanno dimenticare la fin troppa semplicità e banalità dell'assunto e la caratura non elevata dei quattro principali interpreti, tutti di derivazione televisiva e con poca carriera cinematografica alle spalle.
Tre sono le sequenze da ricordare: l'inseguimento, immancabile nei suoi film, anche se questa volta non in macchina, tra i tre teppisti e la strega Camilla (Jenny Seagrove, più bella che spaventosa) con conseguenze nefaste per gli ignari figuri, vittime dei suoi poteri; il claustrofobico assedio nella propria abitazione di Ned (Brad Hull) da parte dei coyote scatenati ancora dalla strega che ha scoperto di essere seguita e spiata dall'uomo, concluso in modo tragico; la 'resa dei conti' finale - con robuste dosi di splatter - tra Phil (Dwyer Brown) e l'albero a colpi di motosega per metter fine alla maledizione che minacciava il proprio neonato e altre giovani vite aveva già spezzato, in montaggio alternato con la moglie Kate (Carey Lowell) minacciata dall'indomita druida nella sua abitazione.
Voto: 7.
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