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L'albero del male

Regia di William Friedkin vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'albero del male

di Baliverna
10 stelle

VAGA ANTICIPAZIONE DEL FINALE - Direi che è un film perfetto. Con questa affermazione mi tocca dar torto allo stesso William Friedkin, che non era per niente soddisfatto dell'opera (come rileva sasso67). E' molto teso sin dall'inizio, perché il senso di minaccia è costante, e si è tenuti sul filo del rasoio anche perché lo scopo della malintenzionata è particolarmente odioso. Per certi versi e per alcuni istanti può sembrare di essere davanti a un tipico horror di quel periodo, senza infamia e senza lode, ma presto ci si rende conto di trovarsi in presenza di vero cinema, e del migliore: la regia, gli attori, la gestione della vicenda da parte di Friedkin non fanno una grinza. Gli effetti speciali sono pochi ma buoni; non vengono ostentati, ma usati quel tanto che serve. Tra parentesi io preferisco di gran lunga gli effetti speciali "reali" di allora, che quelli di oggi al computer, i quali mi sembrano proprio finti (questi sì).
Quanto a tematica, non siamo lontanissimi da "L'esorcista". L'albero maledetto è una personificazione del male, il quale è spietato, o anzi sadico. Esso si nasconde, e si maschera quasi perfettamente nella foresta e dietro le sembianze insospettabili dei suoi collaboratori: qui abbiamo una bella baby sitter, dolcissima (forse troppo), e apparentemente grande amante dei bambini. Del resto, anche quando il diavolo si veste da frate, la coda gli spunta da sotto il saio: a guardarla bene, infatti, quella donna ha qualcosina di strano, ma i suoi modi affabilissimi fanno presto accantonare i sospetti. L'albero, con l'aiuto dei suoi servi, ha potuto perpetrare i sacrifici umani propro per il suo essere nascosto, e per l'abilità dei secondi di eludere ogni sospetto; una volta smascherati, però, è doveroso estrarre la motosega e colpire con coraggio e senza pietà. Le scene relative del finale sono bellissime, liberatorie, e giustamente compiaciute.
Friedkin come pochi altri (credo John Carpenter) è riuscito a rappresentare il male al cinema nella sua essenza più vera, più assoluta, più odiosa, e più paurosa. Superficialmente il film si ispira a certi culti pagani dei secoli andati, ma non è difficile vedere nell'albero una metafora, una personificazione di un essere malefico intelligente e attivo. Dalle parti de "L'esorcista", come dicevo.

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