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L'avventura

Regia di Michelangelo Antonioni vedi scheda film

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La recensione su L'avventura

di Serum
9 stelle

 

L'avventura è quella intrapresa dal gruppo di amici durante il viaggio in barca, incorniciata in un paesaggio eolico totalmente privo di elementi cartolineschi ed anzi incredibilmente asfittico. Ma, un passo indietro, è anche quella che probabilmente vorrebbe vivere Anna scappando dalla sua esistenza programmatica ("Vorrei provare a stare un po' di tempo sola. Due mesi... un anno... tre anni!"). Ed un passo prima ancora, pare essere l'intera vita di Sandro, borghesuccio intriso di mediocrità ("Avevo delle idee sai?""E perché hai smesso?""Perché non è facile ammettere che un pavimento rosso sta bene in una stanza quando invece sei convinto del contrario. Ma la Signora lo vuole rosso. Perché c'è sempre una Signora o un Signore... Una volta venni incaricato di fare i calcoli per la costruzione di una scuola: ci ho messo un giorno e mezzo ed ho guadagnato quattro milioni. Da allora ho continuato a fare i calcoli per i progetti degli altri."), che trova episodico sfogo nel suo rapporto con Claudia. È questo triangolo di personaggi che crea tutta l'ambiguità della vicenda: Anna ha degli ottimi motivi per voler fuggire (magari in un luogo dove i pescecani non siano solo nella sua testa...), percependo la propria vita come l'eterna attesa di un arrivo deludente ("È difficile tenere in piedi una storia stando uno qui e uno lì, però è anche comodo... perché pensi quello che vuoi, come vuoi. Invece quando uno è lì davanti a te è... tutto lì") e per questo stesso motivo potrebbe aver voluto semplicemente farla finita; o magari Sandro, stanco di questa compagna ormai ingestibile e scocciato dal suo ennesimo tentativo di allontanarsi da lui, ha deciso di farla sparire definitivamente, per poter iniziare un nuovo capitolo con l'amica, addolorata ma decisamente incline ad essere sedotta. L'ipotesi del delitto viene buttata lì quasi come una battuta ma è impossibile non pensarci, perché tutta la storia fra Claudia e Sandro è una grande parabola di sensi di colpa ed abbandono, autoassoluzione e tentativi disperati di dare uno scossone ad un mondo interno arido ("A chi servono ormai le cose belle? Quanto durano? Una volta avevano i secoli davanti, oggi al massimo dieci o vent'anni. E poi?"), che si manifesta come confuso riordinarsi di idee per lei ("Possibile che ci voglia così poco a cambiare? A dimenticare? È triste da morire...""Pochi giorni fa all'idea che Anna fosse morta mi sentivo morire anch'io. Adesso non piango nemmeno: ho PAURA che sia viva. Tutto sta diventando maledettamente facile... persino privarsi di un dolore.") e come semplice ripetersi di uno schema preimpostato per lui: quando lei lo trova sul divano con la frivola ragazza straniera tutto le appare chiaro, il suo aver dimenticato Anna tanto in fretta, il suo peregrinare seguendo informazioni assurde, i suoi cambiamenti d'umore inspiegabili ("Mi sembra di non conoscerti...""Non sei contenta? Hai un'avventura nuova.") e allora si trova a dover prendere una decisione, la stessa che (forse...) ha preso anche l'amica scomparsa. Ma Claudia sceglie di rimanere, di lasciarsi avvolgere dalla routine di un amore di facciata, di tradimenti e di reciproco, apatico sopportarsi, con dolore od inerzia. Il mistero non verrà svelato, così il meccanismo giallo si perde in una fascinosa e straniante incertezza che si presta ad una pluralità di interpretazioni (e fungerà da apripista per tante opere successive), tutte valide e cariche di significato, attorno a cui si coagula la fauna antropica che verrà esplorata da Antonioni anche in futuro: una dimensione di torbide relazioni umane fra personaggi schiaccianti schiacciati (dalle convenzioni sociali, dalla noia, dall'impossibilità di entrare davvero in contatto con gli altri), che vagano nel loro triste esistere privi di una meta, attendendo, come i tre protagonisti, di essere trascinati un'illusoria avventura.

 

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