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The Third Day

1 stagioni - 7 episodi vedi scheda serie

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La recensione su The Third Day

di mck
7 stelle

“The Third Day”, ovvero: “Curon”, prendi un po’ d’appunti, va’ là…

 

 

C’è un’isoletta nell’Essex, alla foce ad estuario del BlackWater, a una sessantina di chilometri dalla City londinese, con vista sulla Millennium Wheel, lunga un miglio e larga mezzo, che rimane collegata alla terraferma per mezzo di una sottile e sinuosa carrozzabile rialzata che due volte al dì viene sgombrata dalle acque del Mare del Nord grazie alle lunari forze di marea gravitica ed è abitata da Krampus/Merdules e Tratzer/Boes a guisa di Vogon che si credono domiciliati nell’Ombelico del Mondo, e invece è solo Osea.

Dio disse: "Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l'asciutto". E così avvenne. Dio chiamò l'asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona.
E Dio disse: "La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie".
E così avvenne: la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona.
E fu sera e fu mattina: terzo giorno.

Dennis Kelly, il creatore di “Utopia” [e i filtri e le solarizzazioni della fotografia provengono da lì, specialmente per quanto riguarda la prima parte (Summer) col primo trittico di episodi diretto da Marc Munden (cresciuto e formatosi alle scuole di Derek Jarman, Terence Davies e Mike Leigh), regista per l’appunto dei primi tre episodi di entrambe le due stagioni di “Utopia”, e illuminato da Benjamin Kracun, piuttosto che la seconda (Winter), girata da Philippa Lowthorpe e fotografata da David Chizallet -, dove però funzionavano, mentre qui in parte "stuccano"], in collaborazione con Felix Barrett, il fondatore e direttore artistico della compagnia di teatro PunchDrunk, che produce la serie assieme a HBO, Sky e Plan B, riesce a non disperdere e dissipare proprio del tutto l’enorme patrimonio accumulato in partenza - composto da attori eccezionali (Jude Law, Naomie Harris, Katherine Waterston, Paddy Considine, Emily Watson, Paul Kaye e Richard Bremmer, più le giovani semi-esordienti Nico Parker, Charlotte Gairdner-Mihell e Jessie Ross) e da una location ch’è a tutti gli effetti personaggio principale della storia - facendola deragliare alla deriva scarrocciando con un angolo tanto più ampio quanto più forti sono i venti del contorno di misticheggiante misticanza con cui i 7 episodi totali (divisi in due parti da 3 puntate l’una e un episodio monstre e sui generis nel mezzo, con nove mesi di gap diegetico fra una parte e l’altra) vengono conditi e serviti allo spettatore.

 

 

Automatiche, le assonanze riecheggiano: soprattutto “the Wicker Man” (Robin Hardy e Anthony Shaffer, 1973) e il suo recente derivato ed epigono, “MidSommar” di Ari Aster (l’aura di quest’ultimo rimane nel bene e nel male tutta confinata ed espressa nella mezza giornata senza soluzione di continuità lungo cui si dipana l'episodio speciale, e durante la quale compare anche Florence Welch senza Machine), e, secondariamente, “Straw Dogs” (Sam Peckinpah, 1971). Non è una serie perfetta, né tantomeno un capolavoro, ma l’abisso oceanico che la separa dall’assimilabile per ambientazione caratteristico-folklorica “Curon” è… abissale e oceanico. 

 


Parte Prima - Estate (inizio)
1. il Padre (Venerdì)  -  2. il Figlio (Sabato)  -  3. il Fantasma (Domenica)
Regìa di Marc Munden, sceneggiatura di Dennis Kelly.

Episodio Speciale - Autunno
Performance collettiva in live-stream di 12 ore (col tempo filmico che coincide e corrisponde con quello diegetico) - 3 ottobre 2020 (nella realtà un sabato, nella finzione - per amor di completezza - forse - dato che, sempre che all’interno di esso venga specificato, ad ogni modo non ho assistito all’episodio in questione - un giovedì?)
Regìa di Felix Barrett e Marc Munden, sceneggiatura di Felix Barrett, Kath Duggan e Emily Mytton.

Parte Seconda - Inverno (fine)
4. la Madre (Lunedì)  -  5. la Figlia (Martedì)  -  6. l’Oscurità (Ultimo Giorno)
Regìa di Philippa Lowthorpe, sceneggiatura di Dennis Kelly, Kit de Waal e Dean O'Loughlin.

Musiche di Cristobal Tapia de Veer (“Utopia”) e Dickon Hinchliffe.

 


“Il dolore non conosce tempo. Le persone ne hanno paura. Non sanno quanto può essere confortante.”
“E per tutti il dolore degli altri è dolore a metà.”
“Non puoi condividere il dolore. La sofferenza… è fatta su misura: la tua è solo tua, quella degli altri è solo loro. Il dolore è per lo più… solitudine.”

Superato il giro di boa delle 12 ore di performance teatrale in piano sequenza e in diretta ("proprio come" i primi sceneggiati RAI) streaming (Autumn) ed approdando alla seconda parte della stagione (Winter) lo spettatore è portato a pensare di trovarsi di fronte alla riproposizione, con altri attori, di una sequenza di eventi e situazioni speculari rispetto a quelli appena intercorsi nella prima (Summer), e invece, con l’ultima scena del 1° ep. (ovvero il 3°, ossia il 4°)… E invece. Ecco che. Basta un colpo di scena talmente telefonato da essere sorprendente, e la storia riparte… Un’autentica, sottile paura, perché inaspettata, e legata agli esseri umani, non a mostri o dèi, s’innesca e persiste.

 

The Third Day”, ovvero: “Curon”, prendi un po’ d’appunti, va’ là…

 

* * * ½ (¾) 

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