Espandi menu
cerca
Olive Kitteridge

1 stagioni - 4 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

L'autore

mck

mck

Iscritto dal 15 agosto 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 209
  • Post 128
  • Recensioni 1066
  • Playlist 311
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Olive Kitteridge

di mck
9 stelle

Hold On. Not Yet.

* * * * ¼ 

 

Variazione sul tema : la pistola di Cechov.

   

 

Cammina, fino a quando decide che lì dov'è giunta finora può anche andar bene.
Stende una coperta di lana sul tappeto di foglie nel mezzo di un bosco ammantato d'autunno del Maine, tira ed allunga l'antenna di una vecchia radio portatile multibanda della Sony a transistor, l'accende e becca subito Mozart. Leopold Mozart. Mozart Padre; poi, prende un fagotto dalla borsa di pelle marrone che ha portato con sé assieme alle altre cose essenziali, svolge lo strofinaccio che contiene il pesante revolver e ne fa scattare all'infuori di lato il tamburo.
Nel quale inserisce una sola cartuccia, posizionando il bossolo-proiettile nell'apposito casuale foro della camera cilindrica, e una volta incapsulata la munizione lo richiude facendolo scattare nel suo alloggio solidale all'intelaiatura dell'arma, con cura, attenzione e precisione, a ore 12:00.
Uno scatto secco, ma dolce.
Clic.

 

 

Sospira e alza la testa volgendo lo sguardo al cielo : le chiome spoglie degli alberi mosse da una brezza leggera e illuminate dal sole radente, la coppa di lanugine di un nido a fiaschetto abbandonato fino alla prossima stagione dagli uccelli tessitori proprietari volati a sud, le rosse gemme degli aceri già pronte per la primavera e il disgelo.
La pistola ancora in pugno, alza il cane spingendolo in basso col pollice tirandolo a sé.
Uno scatto secco, e dolce.
Clic.

 

 

E persino il motivetto meno minaccioso sopravviverà varie generazioni più di te. C'è un piacere anche nel sapere questo.

Richard Powers  -  Orfeo  -  2014  ( trad. di G. Granato, 2014, Mondadori )

 

Eccolo, per esteso, quello sprazzo di intollerabile primavera a venire - l'imago di una vita in disavanzo - che ne avrebbe consolato, accompagnato e favorito la fine, forse, se dal bosco non avessero fatto la loro comparsa i padroni di quella selva semiaddomesticata e circondata dalla civiltà, i despoti depositari assoluti di tutte le fiabe e le favole che diventeranno le loro storie future vissute. E finché ce n'è, anche la tua, Olive, come no.

 

Concerto per Tromba ( e corni e archi ) in Re Maggiore [ I. Andante (00'00''-05'11'') - II. Allegro Moderato 05'13-10'50'') ] - Leopold Mozart (1762)

Tromba  :  Niklas Eklund

Da 05'13'' [ 1080p ] :

https://www.youtube.com/watch?v=vWMRRfNnErI

Qui invece solo l'effettivo secondo movimento, l'Allegro Moderato, poi utilizzato nel prologo e nel pre-epilogo :

https://www.youtube.com/watch?v=--X6-5mn8w8 [ 720p ]

Credevo che avrei avuto dei nipotini, che avrebbero remato anche loro lungo il fiume. Ma mio nipote sta crescendo a New York. Immagino che sia così che va il mondo. Però fa male. Avere il proprio DNA disperso al vento, come un dente di leone.

Elizabeth Strout  -  "Fiume",  in  :  Olive Kitteridge  -  2008  ( trad. di S. Castoldi, 2009, Fazi Editore )

 

Lo scarto temporale è il padrone assoluto che rigoverna e riassetta il fremere dei giorni.
25 anni prima  ←↔⇔↔→  Adesso è autunno, un novembre di molti anni dopo.
E mentre il tempo fluisce  e si aggroviglia attorno ai ricordi felici e ai rimpianti furibondi, una donna un po' robusta e anziana cammina in un bosco nel pomeriggio.
Cammina, fino a quando decide che lì dov'è giunta finora può anche andar bene.

 

 

Save us from shotguns & fathers' suicides.

John Berryman  -  “ Dream Song n. 235 ”,  da  :  “ His Toy, His Dream, His Rest ”  -  1968

Il dark side of the moon, il feeling blue di “Olive Kitteridge” è presto detto e non celato : a suo modo rientra in quel complesso sottoinsieme di opere ( limitandoci alla serialità u.s.a. : Breaking Bad, Mad Men, BoardWalk Empire, Game of Thrones, Boss, Six Feet Under, Weeds, the Sopranos...) che analizzano e scandagliano il fenomeno psico-sociale dei genitori che divorano i figli. Detto in modo più ampio, chi divora ( e fa del male, in/consapevolmente e/o colposamente, a ) ciò che ama. Chi non solo ugolinescamente fagocita i propri figli e le persone amate sbranandone l'esistenze nutrendosene per sopravvivere alle proprie debolezze, ma lo fa con la scusa e l'aggravante del classico complesso dell'assenza ( più acuta presenza ) del Padre ( e della Madre ), il rimosso u.s.a. ( e cosmopolita ) per eccellenza ( per rimanere alla contemporaneità statunitense degli anni '90-'00-'10 : "Affliction", "About Schmidt"-"Nebraska", "the Straight Story"...).

 

E intanto quel dannato cielo azzurro cosparso di nuvolette bianche non accenna a levarsi di torno, s'infila in ogni inquadratura : fa da sipario infinito all'iperbolico paesaggio, ne contrappunta la prospettiva ingigantendo la scala e ridimensionando le tragedie e le commedie degli esseri umani : eccolo che si riflette in ogni vetrina e finestra ove si (s)volge lo sguardo stornandolo dagl'inciampi dei marciapiede e dei vialetti di casa dove nel frattempo mentre non stavate guardando - a che cosa pensavate ? - la vita vi scorreva addosso, riverbera in barbagli baluginanti tra gli ultimi accumuli di neve, s'insinua tarlando di accecante bellezza ogni accadimento da predellino e da uscio...

 

 

Sinossi.

La vita dei coniugi Olive - insegnante di matematica in pensione ( Frances McDormand, al solito defilatamente monumentale ) - ed Henry Kitteridge - farmacista la cui attività è stata rilevata da una catena di negozi ( Richard Jenkins : chi ha amato la sua mastodontica prestazione in Six Feet Under nei panni del capofamiglia semi-''revenant'' Nathaniel Fisher, qui troverà pane per i propri denti ) -, del loro figlio Christopher - medico podologo ( John Gallagher Jr. ( the NewsRoom ) ), sposato da prima con una bionda proctologa poi convivente con una donna ( Audrey Marie Anderson ) già madre di due figli nati ognuno da una relazione precedente-, e dei loro amori, e amici, e di tutta una serie di personaggi a loro legati, nel corso di un quarto di secolo nella provincia statunitense ( la Storia vi rientra solo di sguincio, la Cronaca Sociale ne permea ogni anfratto : su quanto l'una influenzi l'altra e viceversa è lecito interrogarsi e l'opera non fa che registrare e restituire questa condizione umana ) : Crosby, Maine.

Nella vita di Olive tracciano il loro percorso Jim O'Casey ( Peter Mullan, di conformabile granito e basalto ) e Jack Kennison ( Bill Murray, adorabile, inclassificabile benpensante ), in quella di Henry compare Denise ( Zoe Kazan ), una rediviva Lolita ritornante anch'essa ( ma per l'appunto : sopravvissuta, svedovata, ri-maritata e viva ) da una propria Alaska ideale della dimenticanza e del malcontento ( due traumi ben diversi ), quest'ultimo incarnato dal secondo marito ( Jesse Plemons : l'infernale diavolo autistico, il carceriere-torturatore opie di Breaking Bad ).  

Una parte importante la svolgeranno Kevin Coulson ( Corey Michael Smith ) - che recuperò dal mare Patty Howe ( Rachel Brosnahan ) - e sua madre Rachel ( Rosemarie DeWitt ), la pianista Angela O'Meara ( Martha Wainwright ), e tutti i fantasmi in vita che dalle pagine bidimensionali del romanzo ( la multidimensionalità della nostra immaginazione : il Nostro Film Perfetto ) non sono riusciti a trapelare attraverso lo specchio della traslazione cinematografica : ma lì sono, in secondo piano, se guardi bene puoi scorgerli, e riconoscerli, e puoi persino provare a fare loro un cenno con la mano, e stare a vedere se magari se ne accorgono, individuandoti tra la folla di lettori catapultati spettatori e, ricordandosi di quando tu ne reimmaginasti le loro vite, sorprendendoti te lo restituiscono, in risposta, il saluto.

 

 

...impara la lezione da queste foglie d'autunno :
non sprecano tempo ad aspettare la neve...
Leonard Cohen  -  “ the Smokey Life “,  da  :  “ Recent Songs “  -  1979 

 

Olive Kitteridge, ovvero : tutto quello che Stephen King non ha mai avuto il coraggio di raccontarvi sul Maine [ lo stato più povero - secondo svariati parametri - del ricco New England : e questo né Strout né Anderson lo esplicitano mai chiaramente ( mentre è chiaro che i coniugi Kitteridge appartengono alla middle class grazie alla rendita di un buon affare immobiliare ), ma per approcciarsi ad un'opera d'arte qualcosa bisogna pur saperla in partenza : Maine o Friuli ].

 

" Solitary, poor, nasty, brutish, and short " ( Solitaria, povera, pericolosa/sgradevole, brutale, e breve ) : Olive Kitteridge è qui per stornare almeno un termine - il primo - da questa sentenza sull'esistenza umana emessa da Thomas Hobbes nel suo Leviathan, or : the Matter, Forme and Power of a Common Wealth Ecclesiastical and Civil ”.  

 

Hold On (Life). Olive Kitteridge : vitali tumuli di umanità eretti sulla scogliera di Spoon River.

Ciò che tiene in vita Olive, a questo punto della sua moderatamente travagliata vita, oltre al picco costante di lieve egoismo, è il fatto che continua ad innamorarsi, non solo di altre persone, ma della vita stessa: guardala come tiene duro! 

Innanzitutto, quando avrà voglia di alzarsi, per prima cosa bisognerà mettere i tulipani recisi nell'acqua.

Not Yet (Dark). Non ancora, però. No, non ancora.

 

 

Per ''saperne di più'' riguardo a questa bella mini-serie --- e in parte anche alla splendida raccolta di racconti in forma di romanzo pubblicata nel 2008 da Elizabeth Strout dalla quale è stata tratta [ una scrittura composta da una resistente e taciturna reticenza a dire tutto e oltre, e dalla libertà autoimpostasi di non rimanere legata all'essenziale, ma di sconfinare - alla pari di autori ( nord-americani ) come Harold Brodkey, Richard Yates, John Cheever, Raimond Carver e Alice Munro - nell'elusività dell'allusione, del para-circostanziale, del secondario, cristallizzata e suddivisa in 13 ballate autoconclusive e compartimentate ma collegate e permeabili fuse in un'unica ''antologia di caratteri'' : Frances McDormand si è assicurata l'opzione sui diritti e ha poi proposto e passato il progetto a HBO, impersonando infine la protagonista con un'aderenza viscerale ( e con Richard Jenkins, Peter Mullan, Bill Murray, John Gallagher Jr., Rosemarie DeWitt, Zoe Kazan, Jesse Plemons, Martha Wainwright, Audrey Marie Anderson, Rachel Brosnahan, etc... forma un pregevole, prezioso, formidabile cast, a tratti letteralmente strepitoso ), Jane Anderson ne ha curato magnificamente l'adattamento e steso la sceneggiatura, Lisa Cholodenko s'è occupata della messa in scena dirigendo con controllata inventiva, mentre la fotografia ( umbratile e macchiaiola ma limpida ) è opera di Frederick Elmes e le musiche originali sono state scritte, orchestrate e condotte da Carter Burwell giocando di minimalismo e sottrazione ] --- si possono cliccare i permalink qui sotto che rimandano alle due parti in cui ho suddiviso un lungo post dedicatole.    

 

Guardala, come vuole vivere, guarda come tiene duro.

Post sugli episodi 1 e 2  :  Hold On

Il mondo la confondeva. Non voleva ancora lasciarlo.

Post sugli episodi 3 e 4  :  Not Yet

 

Edward Hopper  -  " Rooms by the Sea - Alias : the Jumping Off Place "  -  1951  ( il sottotitolo dato all'opera appena licenziata verrà poi depennato dall'autore stesso per " l'eco di una sfumatura maligna " che alcuni osservatori percepirono in esso ) ]

 

L'aggressiva, terribile, sconcertante bellezza della vita.    

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati