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In ( mini ) Serie ( 13 ) : " OLIVE KITTERIDGE " [ parte 1 ( di 2 ) : ep. 1 e 2 ( di 4 ) ] : " Hold On ".
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Salvaci dai fucili e dal suicidio dei padri. 


Cammina, fino a quando decide che lì dov'è giunta finora può anche andar bene.
Stende una coperta di lana sul tappeto di foglie nel mezzo di un bosco ammantato d'autunno del Maine, tira ed allunga l'antenna di una vecchia radio portatile multibanda della Sony a transistor, l'accende e becca subito Mozart. Leopold Mozart. Mozart Padre; poi, prende un fagotto dalla borsa di pelle marrone che ha portato con sé assieme alle altre cose essenziali, svolge lo strofinaccio che contiene il pesante revolver e ne fa scattare all'infuori di lato il tamburo.
Nel quale inserisce un solo proiettile, posizionandolo nell'apposita camera cilindrica, e una volta fatto lo richiude facendolo scattare nel suo alloggio, con cura, attenzione e precisione, a ore 12:00. Uno scatto secco, ma dolce.
Clic.


Sospira e alza la testa volgendo lo sguardo al cielo : le chiome spoglie degli alberi mosse da una brezza leggera e illuminate dal sole radente, la coppa di lanugine di un nido a fiaschetto abbandonato fino alla prossima stagione dagli uccelli tessitori propietari volati a sud, le rosse gemme degli aceri già pronte per la primavera e il disgelo.
La pistola ancora in pugno, alza il cane spingendolo in basso col pollice tirandolo a sé. Uno scatto secco, e dolce.
Clic.


Ho deciso di dividere in due parti questo 13° post ( della serie “In Serie” ) dedicato ad altrettante serie tv, due episodi a post, per i quattro episodi in totale componenti la miniserie HBO -–- che sarà trasmessa dall'attenzionata [ nel senso di degna di attenzione, aggettivo derivato da ''attenzionare'' ( treccani.it ), costruito sul sostantivo di cui sorpa, con l'aggiunta della desinenza in ''are'' : “Basta verbi denominali, o rischiamo di collassare.” ( corriere.it ) ] succursale italica della piattaforma televisiva satellitare scai sparata da EuTelSat alla fine di questo Gennaio 2015, per la precisione in due serate, quelle del 23 e del 30, dopo che neanche soli 3 mesi son passati dalla data della prima trasmissione U.S.A. -–-, perché voglio innestare un esperimento in un altro : il primo test è vecchio quanto il cinema e consiste nel leggere il romanzo da cui è tratta l'opera cinematografica presa in esame in contemporanea con l'assistere al film in questione. La seconda prova è forse più sottile – ma non certo nuova anch'essa – e concerne, precisamente, del parlare di una sola metà di un'opera compiuta senza prima avervi assistito per intero [ come se non si potessero recensire gli episodi di una serie tv ( da Lost ad Heimat ) o di una saga cinematografica ( da Star Wars ad Antoine Doinel o i cicli di Rohmer ) senza prima averli visti tutti !?! ], un intero che comprende per l'appunto la seconda metà ( gli ultimi due episodi ) che tratterò in un post successivo da qui a breve.

E' una procedura imperfetta, fondamentalmente sbagliata e a suo modo pericolosa, oltre che inutile, quella di paragonare il romanzo al film che ne è stato tratto, adattandolo. Ed infatti non è questo, come ho detto, che farò [ dato che l'ho già fatto, e lo rifarò : venendo all'...osso della faccenda, l'ho fatto per Macbeth ( William Shakespeare - Tarr Béla ), Winter's Bone ( Daniel Woodrell - Debra Granik ), in parte con Lovely Bones ( Alice Sebold - Peter Jackson ), eccetera eccetera...], anche se in definitiva già è proprio quello che sto facendo... In questo caso m'interessa più osservare il lavoro di messa in opera della traslazione tra medium : il cordone ombelicale, il diaframma, la cicatrice innestale ( aridaje : ma ogni concreto ha, vuole, possiede, ricerca il suo astratto ! ) tra le due sostanzialmente opposte forme d'arte.

La questione è vecchia come il mondo : narrare una storia che ci è stata raccontata : l'adattamento cinematografico.
Non c'è niente di contraddittorio nei confronti della materia d'origine nell'arrangiamento del romanzo di racconti ( 13 in tutto ) di Elizabeth Strout ad opera di Jane Anderson messo in scena da Lisa Cholodenko ( tra le sue regie : 1 ep. di "Six Feet Under", "Familia" e 1 ep. di "the L Word", "Lynch Pin", più alcuni lungometraggi tra i quali : "Laurel Canyon" e "the Kids Are All Right" ), nulla nella traslazione da pagina a schermo che ne fa Anderson che entri in conflitto con la materia scritta da Strout : il film sceglie di non illustrare certe parti, ne aggiunge e inventa delle altre, e di altre ancora ne scambia i personaggi, eliminando i terziari del libro e ponendovi al loro posto i secondari : un film, e anche una miniserie col suo raddoppio di tempo a disposizione, non consentono certo il caleidoscopico approfondimento della letteratura ( procedimento che avviene anche nella forma del racconto breve : a grandi linee un racconto breve contiene tante sfumature e digressioni quanto un film di tre ore ). 

Per esempio nel romanzo è bellissimo e stupefacente come il punto di vista cui s'è appoggiato il narratore per raccontare gli eventi di un intero capitolo, magari verso la fine, all'interno di una singolo paragrafo, e ancora meglio, all'interno di un singolo periodo e addirittura di una singola frase, cambi proprietario e muti prospettiva : dal 5° capitolo-racconto ( dei 13 totali ), uno dei meno utilizzati per creare la miniserie, “Fame”, ecco il momento :

Mentre sedeva di fronte alla grande scrivania di legno del medico, gli spiegò che forse avrebbe messo fine al suo matrimonio. Il dottore sussurrò: “No, no, questo non va bene”, ma fu il suo corpo, il modo improvviso in cui spostò i raccoglitori sulla scrivania e si ritrasse da lui, che Harmon avrebbe ricordato per sempre.Come se avesse saputo ciò che Harmon non sapeva, che le vite si saldano insieme come ossa e a volte le fratture non guariscono. ----------[ stacco ]---------- Ma era inutile parlare con Harmon. È inutile parlare con chiunque, una volta che si è contagiati a quella maniera.

La qual cosa accade anche nel film : sempre però con questa minimale, minuscola, quasi diafana e impalpabile percezione.

Ma confrontando i mondi autonomi e intersecantisi di romanzo e film si comprende subito che nulla si contraddice ( a parte l'animo umano, resistente ), niente entra in conflitto ( a parte gli eventi della vita, generandola ), nessun personaggio viene privato della propria coerenza ( prismatica ) : la storia ''concentrata'' su pellicola viaggia parallelamente a balzelli sul canovaccio esteso del narrato letterario : procedono affiancate ( ma più come una catena di DNA, con un movimento a elica lungo la linea S-T ) le due narrazioni, scambiandosi sovente di posto, e organizzano una ronde di cerchi concentrici intersecantisi, giostrano le linee narrative nell'arco orizzontale di un quarto di secolo verticalizzando climax che contrappuntano questi 25 anni come pietre miliari del quotidiano ( l'epigenetica memoria di specie condivisa del mondo : l'essere umano fa quello che fa perché...), entra e sbuca durante gli eventi principali così come in quelli secondari, ma tutto quello che non racconta è lì, intatto e non modificato, nel romanzo : emblematico il capitolo sulla pianista, Angela O'Meara ( Martha Wainwright ) : nel libro incontra e interagisce con persone diverse rispetto al film, persone che appartengono alla sua vita passata e presente, mentre nel film ( oltre ad assumere il ruolo di sottile, fantasmatico fil rouge, in pratica una versione in minore della stessa protagonista ) lo fa solo con Kevin : ma semplicemente perché...racconto ed episodio narrano di due serate diverse, due giorni differenti ! Quel ch'è accaduto sulla carta per alcuni motivi racconta di un giorno, quel che succede sullo schermo per altri motivi ci narra di un'altra giornata : complementarietà - ma anche in(ter)dipendenza ( infra specifica ) - assoluta.

Fine della tirata.

" Olive Kitteridge " di Elizabeth Strout
( pubblicato nel 2008 e tradotto in italiano da Silvia Castoldi ( con prosa liricamente asciutta e prepotentemente semplice, e veramente pochi, minimi, strani gap-refusi di senso : x es. ''orchidea'' nelle note al testo finali ) per i tipi di Fazi Editore nel 2009 :
rilegatura ( a filo ) : buona
immagine di copertina : buona
copertina ( brossura ) al tatto : ottima
quarta di copertina : bah, mah, boh
odore della carta : sufficiente
prezzo : discreto ),
ovvero  :  tutto quello che Stephen King non ha mai avuto il coraggio di raccontarvi sul Maine [ lo stato più povero - secondo svariati parametri - del New England : e questo la serie non lo spiega e non lo esplicita ( mentre è chiaro che i coniugi Kitteridge appartengono alla middle class grazie a una vendita immobiliare ), ma per approcciarsi ad un'opera d'arte - che può insegnare molto - qualcosa bisogna pur saperla in partenza ].

Sinossi.

La vita dei coniugi Olive - insegnante di matematica in pensione ( Frances McDormand, al solito defilatamente monumentale ) - ed Henry Kitteridge - farmacista la cui attività è stata rilevata da una catena di negozi ( Richard Jenkins : chi ha amato la sua mastodontica prestazione in Six Feet Under nei panni del capofamiglia semi-''revenant'' Nathaniel Fisher, qui troverà pane per i propri denti ) -, del loro figlio Christopher - medico podologo ( John Gallagher Jr. ( the NewsRoom ) ), sposato con una bionda proctologa -, e dei loro amori, e amici, e di tutta una serie di personaggi a loro legati, nel corso di un quarto di secolo nella provincia statunitense ( la Storia vi rientra solo di sguincio, la Cronaca Sociale ne permea ogni anfratto : su quanto l'una influenzi l'altra e viceversa è lecito interrogarsi e l'opera non fa che registrare e restituire questa condizione umana ) : Crosby, Maine.

Nella vita di Olive tracciano il loro percorso Jim O'Casey ( Peter Mullan - ep. 1-2-4 ) e Jack Kennison ( Bill Murray - ep. 3-4 ), in quella di Henry compare Denise ( Zoe Kazan : adorabile, tra Heather Matarazzo e Zosia Mamet), una rediviva Lolita ritornante anch'essa ( ma per l'appunto : sopravvissuta, svedovata, ri-maritata e viva ) da una propria Alaska ideale della dimenticanza e del malcontento ( due traumi ben diversi ), quest'ultimo incarnato dal secondo marito, Jerry McCarthy, interpretato dall'opie ( rif. Sons of Anarchy, ma in principio fu Ron Howard col personaggio che interpretò in "the Andy Griffith Show". serie tv u.s.a. anni '60 ) Jesse Plemons ( che sarà nella seconda stagione di Fargo assieme a Kirsten Dunst ) di Breaking Bad [ Todd Alquist, l'infernale diavolo autistico, il carceriere-torturatore di quell'altro Jesse ( ed è lui ad affibbiargli il nomignolo ''Opie'' ), Pinkman ( Aaron Paul ) ], che non si smentisce : si conferma un grande attore e...anche qui è un caro, tenero, dolce figliolo, forse un po' scemo. Ma soprattutto ( anche se molto in minore rispetto alla nazi-creatura plasmata per lui da Vince Gilligan ) un gran bastardo di carogna. E no : "sciocco ma cattivo" : non c'entra Renzi.  

- Allora, consolatore di vedove. Come sta ?
- Sta lottando.
- Come tutti noi.  

L'aggressiva, terribile, sconcertante bellezza della vita.

Save us from shotguns & fathers' suicides.
John Berryman  -  “Dream Song n. 235”,  da “His Toy, His Dream, His Rest”  -  1968


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Part I  -  Pharmacy.

Racconti  :  Farmacia.

Lo scarto temporale è il padrone assoluto che rigoverna e riassetta il fremere dei giorni.
Adesso è autunno, un novembre di molti anni dopo.
E una donna robusta e non ancora anziana cammina in un bosco nel pomeriggio.
Cammina, fino a quando decide che lì dov'è giunta finora può anche andar bene.

Eppure quel dannato cielo azzurro cosparso di nuvolette bianche non accenna a levarsi di torno, s'infila in ogni inquadratura : fa da sipario infinito all'iperbolico paesaggio, ne contrappunta la prospettiva ingigantendo la scala e ridimensionando le tragedie e le commedie degli esseri umani : eccolo che si riflette in ogni vetrina ove si volge lo sguardo stornandolo dal cadavere sul marciapiede – nel frattempo siamo tornati in città, dove stavate guardando, a cosa pensavate mentre la vita vi scorreva addosso ? - tra gli ultimi accumuli di neve, s'insinua tarlando di accecante bellezza ogni accadimento da predellino e da uscio...
E quel dannato sole che filtra tra gli alberi e illumina la maschera di morte in pieno giorno ( si, l'OverLook ci accompagna sempre, così come tutti quei trouble con Harry, vero Hitch ? ).    

La fotografia di tutta la serie - umbratile e macchiaiola ma LIMPIDA - è del veterano Frederick Elmes ( assistente operatore di "the Killing of a Chinese Bookie" ( John Cassavetes ), poi Direttore della Fotografia di : Red Dawn ( John Milius ), EraserHead - Blue Velvet - Wild at Heart ( David Lynch ), the Ice Storm ( Ang Lee ), StoryTelling ( Todd Solondz ), Coffe and Cigarettes - Broken Flowers ( Jim Jarmusch ),"Synecdoche, New York" ( Charlie Kaufman ), Brothers ( Jim Sheridan ).    

Episodio basato ''prevalentemente'' sul primo capitolo del romanzo di racconti ( un frullato-insieme-mosaico temporale che valse all'autrice il Pulitzer per la Narrativa del 2009 ) ma che, come per la pagina scritta, pur essendo (...”volendolo”...) compiuto e indipendente rispetto agli altri ( qualche racconto più e qualcuno meno ), dagli altri trae spunto e rimanda riferimenti, a prescindere dall'ordine temporale in cui è stato pensato e scritto/girato e infine impaginato/montato : l'editing che contempla sé stesso assumendo e restituendo informazioni...

A volte pescando da altre parti del libro ( in questi caso diegeticamente ''successive'' ), in altre occasioni invece inventando, modificando e ridisponendo gli elementi costitutivi, seppur con interventi di minima importanza relativa, qusi sempre indirizzati a compattare la rete narrativa ( far interagire dei personaggi fra loro più spesso sullo schermo che sulla pagina – pur avendo lo stesso tempo interno-storico-oggettivo a disposizione – in modo che possano compensare questa canonica compressione di tempo usufruendo di un numero non maggiore ma più concentrato di occasioni...).

Per esempio il prologo fulminante, o il fatto di porre anche Henry Kitteridge sulla scena della battuta di caccia al cervo nella quale Henry Thibodeau...

Alcuni dialoghi sono riproposti tal quali, altri sono ripresi più o meno modificati, altri sono presi dalla pagina scritta e messi in bocca agli attori senza modifiche...ma in contesti un poco diversi ( vedi per esempio la scena in cui Henry sbotta col figlio, Kevin, e Olive gli dice : “ Smettila di strillare. Credi che questo faccia di te un uomo ? Sei così patetico “ - o per contro piccole modifiche delle situazioni interpersonali e di pura azione : esempio la già citata scena della battuta di caccia ), e altri ancora sono reinventati : normale amministrazione, quindi, ma ottimamente condotta e gestita.

Due belle scene, entrambe con protagonisti Henry Kitteridge e Denise ( non più Thibodeau e non ancora McCarthy ), di denso dialogo e approccio, entrambe con sottofondo di musica ( ambientale : la farmacia ) --- per quanto riguarda invece la colonna sonora originale, Carter Burwell ( uno dei migliori, con Clint Mansell ) lavora di minimalismo e sottrazione, e l'inserimento dei brani è dosato con sapienza --- e rumore ( ambientale : il motore del furgone da tenere in allenamento ). Per la conversazone in auto tra Olive e Kevin ( un ottimo e funzionale Corey Michael Smith ), invece, il sottofondo lo farà il...   

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Part II  -  Incoming Tide.

Racconti  :  Marea Montante, la Pianista, una Piccola Esplosione ( e un paragrafo di "Farmacia" : la cena a casa di Olive ed Henry con Denise e Jerry ). 

...vento.

Stati mentali e tratti del carattere : i tratti del carattere non cambiano, ma gli stati mentali si.

Allucinazioni bipolari ereditate [ la madre di Kevin è interpretata dalla bravissima Rosemarie DeWitt ( Mad Men, Rachel Getting Married, United States of Tara, Margaret ) ] --- incarnate sullo schermo con una concretezza sincretica ( Olive che nella controllata schizofrenia congenita di Kevin assume le fattezze di un'elefantessa gentile : ''metaforicamente'' in Strout, letteralmente in CGI in Anderson-Cholodenko  ), mentre sulla pagina queste ''visioni'' assumono più la valenza di evocazioni descrittive e denominanti, sganciate dagli effetti immediatamente pratici, condizionanti e performativi della malattia mentale, delle vere e proprie raffigurazioni (paradossalmente) iconoclastiche : "...il bisogno di sua madre di consumare la propria vita era stato talmente enorme e impellente da spruzzae i resti della sua natura corporea sopra gli armadietti della cucina ", insomma : un inventario di caratteri --- per il giovane Kevin cresciuto, ritornato a Crosby nel Maine per suicidarsi ( come sua madre, come il padre di Olive, e forse come O'Casey ), un fucile da caccia avvolto in una coperta e ''nascosto'' sul sedile posteriore dell'auto parcheggiata vicino alla sommità della scogliera, giusto il tempo di una boccata d'aria fresca, prima di sentire il sapore metallico e aromatico della canna della doppietta ben oliata.

Ricordava le tomografie a emissione di positroni che aveva studiato alla continua ricerca di sua madre.

Ma ( ecco che, come sempre ) arriva Olive. E poi a lei si aggiunge, dove vanno a confluire le linee prospettiche tra l'orizzonte dell'oceano-cielo e della scogliera-oceano, Patty Crane, ora in Howe, e...beh, twist!, questa all'improvviso è un'altra storia : quella che state per vedere.

Era sempre triste come stava andando il mondo. Ed era sempre l'alba di una nuova era.

Delizioso piccolo ruolo per la giovane bravissima Rachel Brosnahan.

...ora lo stringeva con una violenza pari alla forza dell'oceano : che mondo folle, assurdo, incomprensibile ! Guardala, come vuole vivere, guarda come tiene duro.     

Ah, la vita! : revolver colpo in canna e pennarelli rosa pronti a colpire.

   

Dio come scrive bene Strout : sembra quasi di veder...   

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Postilla imbucata :
la (mia) classifica delle migliori serie 2014 :

1.   *****   Mad Men  ( 7.1 )

2.   ****¾   BoardWalk Empire  ( 5 – finale )
3.   ****½   True Detective  ( 1 – antologica )

4.   ****¼   Olive Kitteridge  ( miniserie autoconclusiva )
5.   ****¼   the Simpsons  ( 25 (2013-'14) )
6.   ****¼   Game of Thrones  ( 4 )
7.   ****   the NewsRoom  ( 3 – finale )
8.   ****   Fargo  ( 1 - semi-antologica )

9.   ***¾   Hannibal  ( 2 )
10.   ***¾   Family Guy  ( 12 (2013-'14) )
11.   ***¾   South Park  ( 18 )

12.   ***½   Orange is the New Black ( 2 )
13.   ***½   Californication ( 7 - finale )
14.   ***¼   Sherlock ( 3 )
15.   ***¼   the Big Bang Theory ( 7 ( 2013-'14 ) )
16.   ***¼   Girls ( 3 )

17.   ***   Downton Abbey ( 5 )
18.   **¾   Person of Interest ( 3 - 2013-'14) )

Mi manca lo special di Natale di Black Mirror.

Invece, fra quelle che non ho ancora visto, quelle di cui ne visto solo mezza stagione o anche meno, o ancora quelle per le quali sono rimasto fermo alle annate precedenti, mi stuzzicano senz'altro :
P'tit Quinquin, Utopia, Sons of Anarchy, les Revenants, ShameLess, Nurse Jackie, Louie, e the Knick.

Un po' meno ( ma poco meno, sempre tanto ) : the Bridge (el Puente) / Bron-Broen, the Killing / Forbrydelsen, Gomorra, Master of Sex, the Affair, LilyHammer, the Americans, Banshee, the Strain, HomeLand, Parks and Recreation.

M'ispirano ancora meno ( ma sempre un po' ) : House of Cards, Penny Dreadful, the Leftovers ( ma*ari in quel 2% fosse spa*ito Damon Lindelof ). E ancor meno Hell on Wheels. Per Grey's Anatomy invece necessito di un antidoto ( G'sA è la mia "Sirène du Mississip(p)i" da cui sbarca Sandra Oh ).

Di the Walking Dead m'è bastato un episodio : una vera e propria serie-zombie.

Qui di seguito il link che rimanda alla seconda ( e conclusiva ) parte di questo doppio post dedicato ad "Olive Kitteridge" : //www.filmtv.it/post/30852/in--mini--serie--13----bolive-kitteridgeb---parte-2--di-2/#rfr:user-47656

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