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Sarà vero amore?
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“It's complicated”. Prima o poi questa frase viene pronunciata nei film americani. Di solito è quando un personaggio chiede a un altro conto di qualcosa che è successo e che non capisce (ma che magari noi spettatori abbiamo appreso nelle scene precedenti). Da spettatori in genere sappiamo benissimo quanto sia complesso riassumere tutti gli sviluppi che hanno portato sin lì e capiamo bene il sospiro di quello che non sa da che parte iniziare. "It s complicated...".
Bene questo è uno di quei casi. Solo che - anche se siamo spettatori - è complicato anche per noi capire cosa sia successo, o stia succedendo, davvero. E soprattutto cosa succederà. Le parole chiave di questo intrigo internazionale sono GameStop, Reddit, stock (o stonk, nel gergo di Reddit), hedge fund e via dicendo. Parole anche ostili, e non perché straniere. Se avete seguito un po’ questo “guaio”, saprete di che si tratta e vi domanderete cosa c’entri con una newsletter di cinema. Se non lo sapete, provo a farvi un brevissimo riassunto, prima di dirvi quale è il legame.
In pillole, per quanto possibile. Reddit è un forum americano: un grandissimo forum. È il sesto sito - per traffico - al mondo. Lo visitano centinaia di milioni di persone al mese. È organizzato per canali tematici e la gente che lo frequenta ci passa il tempo a fare domande, a informarsi, a discutere. In uno di questi canali - il subreddit r/WallStreetBets - si discute di finanza e di investimenti in borsa. E ci si organizza: perché se si è in tanti e coesi, si possono fare molte cose. Si può per esempio adocchiare una società che sta andando male, così male che gli hedge fund (fondi speculativi) scommettono che andrà peggio e pertanto guadagnano se quel titolo cala, anziché crescere. E si può giocarci sopra.
È proprio quello che hanno fatto gli utenti di r/WallStreetBets, che hanno preso di mira una di queste malandate società quotate: GameStop, una catena di negozi che vende videogames (in un mercato dove ormai si è spostato tutto on line). GameStop va male, molto male. Il suo modello di business è ancorato al secolo scorso, alle cartucce e ai Dvd. Ma per gli utenti di r/WallStreetBets ha un valore affettivo, forse: del resto sono per lo più giovani tra i 25 e i 35 anni. Magari in quei negozi ci passavano del tempo una decina di anni fa. In più, ora che sono cresciuti, i soldi non li devono chiedere a mamma o a papà: ce li hanno in tasca. Magari quelli che - in tempo di pandemia - il governo americano ha dato loro (negli USA i ristori sono stati cosa seria). Di qui la decisione, che ha sortito uno degli effetti più clamorosi, e inquietanti, nella storia della Borsa: mettersi d’accordo. Comprare in massa azioni di GameStop, facendone salire il valore. E punendo così gli hedge fund (i cattivi della storia) che, avendo scommesso sul calo del valore di quelle azioni, vanno in perdita e, perdi più, per coprire le perdite sono costretti a comprare a loro volta quelle azioni che stanno salendo, facendo schizzare ulteriormente il titolo.


È la finanza, bellezza. Una cosa che ai più sembra una follia collettiva, che delle follie collettive si è nutrita e si nutre e che ora invece per la prima volta viene scardinata da un grimaldello nuovo: uno sforzo consapevole, mirato e collettivo. Con risultati impressionanti: si parla di perdite (per i cattivi) di 5 miliardi di euro. Si è allertato l’intero sistema: la SEC (l’organo americano di vigilanza) sta indagando, se ne parla al Congresso. Il mondo è in subbuglio. GameStop valeva 18 dollari ad azione a il 6 gennaio, 20 giorni dopo ne valeva 347, ora sta sui 90. E c’è gente che ha guadagnato milioni (oltre a quelli che hanno perso miliardi).
Si potrebbero dire molte cose. Ma non lo farò. Vediamo invece cosa c’entra il cinema (al di là del fatto che - mi ci gioco la dentiera - un giorno su questa storia faranno un film).
Be’ il fatto è che quelli di r/WallStreetBets ci hanno preso gusto: hanno capito cosa possono fare e hanno capito come farlo. E hanno preso di mira altri obiettivi: l’argento per esempio, che sta salendo molto. Poi hanno deciso di buttarsi su un’altra società quotata che stava vedendosela davvero brutta: L’AMC Theaters. Ovvero la più grande catena al mondo di sale cinematografiche.  Ci riguarda: UciCinemas fa parte dello stesso gruppo. Ovviamente AMC, con le sale chiuse, se la sta passando parecchio male: ne avevamo già parlato, accennando a come si paventasse la possibilità che Amazon la rilevasse. I nostri eroi hanno deciso quindi di intervenire: di nuovo comprando in tanti, e poi tenendo duro (perché se appena sale tutti iniziano a vendere, il gioco è finito). Il meccanismo si è ripetuto: quello nella foto sopra è il grafico delle azioni AMC negli ultimi sei mesi: in una settimana - dal 20 al 27 gennaio - sono passate da 3 dollari a 19.90. Poi sono scese, come era destino, ma sono pur sempre a 9 dollari. Il triplo. Ma quindi AMC ne ha tratto reale giovamento? Sì, ma solo perché una società che  aveva prestato loro 600 milioni, ha a sua volta convertito il debito in azioni AMC, sostanzialmente azzerandolo. Se il valore delle azioni - come è sempre probabile - dovesse tornare ai livelli minimi, AMC ha comunque portato a casa un gran risultato.
Come possiamo leggere questa storia? Possiamo raccontarla in molti modi. Possiamo dire (o immaginarci) che la “ggente” stia finalmente rendendosi conto del suo potere, o meglio del potere di azioni collettive “coordinate e consapevoli” (in questo caso anche potenzialmente ben remunerate). Possiamo guardare con simpatia a quelli che erano i teen-agers di poco tempo fa e che “salvano” due cose che fanno parte della loro formazione: i videogame e i cinema dove hanno visto i loro blockbusters. Potremmo però anche ricordare che AMC non è esattamente il cinemino parrocchiale sotto casa, né la sala indipendente cui tanto siamo affezionati né la sala storica nel centro cittadino. È una catena mondiale di multisala tipicamente dislocati nelle periferie o nei grandi centri commerciali, a sua volta  proprietà di Wanda Group, un colosso cinese che ha interessi in tanti campi. Quindi i giovani coraggiosi lanciati a combattere la finanza speculativa hanno fatto nel caso gli interessi di qualcuno che con la finanza speculativa ha probabilmente molto a che fare.
Allora se proprio dobbiamo parlare di azioni collettive, sembra molto più vera e precisa quella dei cittadini di Como che pochi giorni fa hanno avviato una raccolta fondi cittadina che ha salvato il cinema Astra, consentendo di raccogliere 85 mila euro, ovvero 10 mila di più di quelli che servivano per rimettere in pista il vecchio monosala cittadino. Sembra una cosa piccola, a confronto. Ma quei soldi sono stati donati, non giocati. E anche se i mercati tremano pensando a cosa potrebbe succedere se domani gli utenti di Reddit cominciassero ad alzare il tiro (prendendo magari di mira il mercato delle valute, per dirne una), noi in realtà siamo contenti per i comaschi.
Ma magari, chissà, sono due aspetti dello stesso fenomeno. Voi che ne dite? Ce l'avete una causa da perorare? In fondo questa newsletter viene spedita a 65 mila persone: hai visto mai che se ci mettiamo d'accordo...

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