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Il Semaforo - Numero 24
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scena

Eva Braun (2014): scena

 

 

 

Il semaforo nasce come momento di pura evasione. Non c’è critica né approfondimento ma solo la sana e consapevole libidine di ciarlare del nulla, di sfogarsi di seguito ad un’intensa settimana cinematografica fatta di uscite in sala, film in televisione, dichiarazioni sui giornali ed inevitabili polemiche. Ogni fine settimana film o personaggi saranno presi di mira o premiati per qualcosa che li riguarda. Il meccanismo è semplice: tre semafori rossi per qualcosa da bocciare, tre gialli per qualcosa che ci ha lasciati perplessi e tre verdi per qualcosa da premiare. In più, ai semafori potrebbero aggiungersi anche due pass speciali, uno positivo chiamato All Access e uno negativo denominato No Entry, concessi in via del tutto eccezionale a chi si è distinto notevolmente per un verso o per l’altro. Nello spazio commenti, chiunque può contribuire a dire la sua durante l’arco della settimana e vedere il weekend successivo la propria osservazione passare sotto i riflettori per un confronto più ampio.

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Biagio: Il film di Pasquale Scimeca è stato scelto per partecipare in concorso al prossimo Festival di Roma. La storia del missionario palermitano Biagio Conte dunque trova un lieto fine dopo le peregrinazioni finanziarie che lo scorso agosto hanno portato il regista a rifiutare l'invito del Festival di Venezia, dove doveva concorrere nella sezione Orizzonti. Sperando che certi episodi non si ripetano mai più, ecco il primo teaser trailer di Biagio, commovente per chi ha e ha avuto la fortuna di conoscere Conte personalmente...

 

 

Io, Arlecchino: L'esordio alla regia di Giorgio Pasotti vede finalmente la luce. Co-diretto con l'esordiente Matteo Bini, il film sarà presentato nella sezione Maxxi del prossimo festival di Roma. L'interesse e l'attesa sono alti: Pasotti e il coprotagonista Herlitzka si cimentano con la maschera di Arlecchino e con la commedia dell'arte, sottolineando un rinnovato interesse verso un universo che lo show business sottovaluta.

 

Ragazzi: Neanche il tempo di vedere l'ultimo giorno di vita di Pier Paolo Pasolini raccontato da Abel Ferrara che un altro lungometraggio sull'argomento si affaccia all'orizzonte. Tocca questa volta allo sperimentale argentino Raul Perrone fornircene una visione attraverso un punto di vista differente: quello dell'aggressore, di cui si ripercorrono le ultime 24 ore prima dell'incontro con Pier Paolo. Chi conosce un minimo la filmografia di Perrone sa di certo che la sua visionarietà è sinonimo di garanzia.

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Interstellar: Cerchiamo di ricapitolare. Non si sa più quanti saranno i formati in cui il nuovo lavoro di Christopher Nolan sbarcherà in sala il prossimo novembre. IMAX 70 mm, 70 mm, 35 mm, IMAX, 4K Digital, Digital: ogni formato ha le sue peculiarità. Sicuri che i cinema italiani siano pronti al meglio? A parte due o tre sale in tutta la penisola, no.

 

Festival di Roma: Due anni fa Mueller era partito con grandi pretese. Roma farà concorrenza a Venezia e Toronto, sarà un grande festival e addio festa, l'idea fortemente voluta dalla Detassis e Rondi. Dopo due fallimentari edizioni, però, è costretto a ritornare sui sui passi: Roma deve avvicinarsi al pubblico e quindi viva il cinema di massa. Pochissime le anteprime internazionali e tante opere passate già anche dal festival dei fazenderi di Brasilia...

 

Magical Girl: Nel 2011 Diamond Flash venne salutato come un piccolo gioiello dai cinefili di mezzo mondo. Tre anni dopo, Carlos Vermut realizza la sua opera seconda e vince il San Sebastian Film Festival, una delle rassegne di cinema più importanti al mondo. Peccato che in Italia a parte Cannes, Berlino, Toronto e (da poco) New York, nessuno si ricordi della manifestazione, così come di tanti altri festival sparsi per il mondo, da Karlovy a Rio de Janeiro, passando per Vancouver e Londra.

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Gone Girl - L'amore bugiardo: Il film di Fincher esce questa settimana in tutto il mondo. Quel 'burlone' di Ben Affleck ha pensato bene di regalarsi molta altra pubblicità e, intervistato in tv, ha rivelato che l'opera contiene un suo nudo frontale, scherzando sulle sue dimensioni. D'ora in poi chi andrà al cinema si porterà dietro un righello, dimenticandosi del resto del lungometraggio... Quando si dice promozione errata: il frame dura un nano secondo e, a quanto pare, non è l'unica cosa "nano".

 

Goltzius & the Pelican Company: Alt, fermi tutti! Il penultimo lungometraggio di Peter Greenaway arriva nelle sale italiane. No, anzi no. Arriva solo a Milano, in una sala. Ammettiamolo: non ne possiamo più. Sarà un'utopia ma mi piace pensare che una legge un domani obblighi almeno un cinema per capoluogo di regione a proiettare tutto ciò che i distributori immettono sul mercato.

 

Heidi: Dunque, Belle & Sebastien 2, Lupin, Jem & the Holograms, non bastavano. La nuova ondata di produzioni che rendono in carne e ossa i personaggi tanto amati delle serie tv animate non si ferma qui. All'orizzonte, c'è l'ennesima trasposizione di Heidi, la bambina (odiosa, per chi vi scrive) a cui le caprette facevano ciao e sorridevano i monti. Sarà diretto dal teutonico Alain Gsponer e avrà Bruno Ganz nella parte del nonno. A quando Candy Candy, Georgie, Kiss me Licia e Siamo fatti così in carne e ossa? Basta, quando è troppo, è troppo!

Quirin Agrippi, Anuk Steffen, Bruno Ganz

Heidi (2015): Quirin Agrippi, Anuk Steffen, Bruno Ganz

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El ultimo adios de Bette Davis: Torniamo a parlare di San Sebastian e del suo festival, che quest'anno ha reso omaggio a una delle più grandi dive di tutti i tempi: Bette Davis. Nel 1989, l'attrice simbolo della Hollywood classica si recò alla rassegna per ritirare il Donostia Award alla carriera, trascorrendo nella cittadina spagnola sei giorni, rilanciando interviste e facendo impazzire i giornalisti. Pochi giorni dopo sarebbe poi morta a Parigi, dunque le immagini riprese allora rappresentano le ultime immagini della Davis ancora in vita. Nell'attesa che qualcuno lo porti anche da noi (Feltrinelli o Sky Arte, ci sentite?), ecco alcuni estratti del doc...

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Eva Braun: Dal 1994 non ci liberiamo di Silvio Berlusconi. Anche adesso che non si vede molto, pesa la sua assenza. I conduttori dei talk show politici, in crisi di astinenza di ascolti, lo rimpiangono: senza Silvio, non è la stessa cosa, sentenziano Santoro, Floris e i vari emulatori. Anche la Gruber sembra ne abbia fatto una malattia. Tranquilli, però, ci pensa il cinema a farvelo ritornare grazie a Simone Scafidi e al suo erotico Eva Braun, basato proprio su un megalomane magnate che usa donne e uomini per le sue perversioni. Acquistato da un potente rivenditore internazionale, potrebbe sbarcare a Berlino... in nome delle belle figure di m... di un tempo. Ovviamente, ne abbiamo il trailer (vietato).

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