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My RED October
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Dying Theatre

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L'OTTOBRE 'RESISTENTE' E 'RESISTITO' DI DYING THEATRE RIASSUNTO IN UN UNICO, MANEGGEVOLE BLOB.. I CONFORMISTI S'ASTENGANO, PER LE CONFORMISTE VEDIAMO CHE SI PUO' FARE.. E RICORDIAMOCELO SEMPRE "NON CONDIVIDO LA TUA IDEA, MA DAREI LA VITA PERCHE' TU POSSA ESPRIMERLA" (Voltaire ...era uno in gamba, bravo QUASI quanto me!). [piccola precisazione di metodo: in passato mi venne 'cassata' questa stessa raccolta di interventi, narcisistica ed estenuante certo, ma nondimeno legata, almeno al 99% dei suoi contenuti, a tematiche quali cinema, libera fruizione artistica, televisione, spettacolo in genere e comunicazione.. tematiche, a mio modo di vedere, assolutamente attinenti allo spirito del sito. Dunque mi auguro che la gestione scelga - dopo attento esame - di non eliminare quanto segue] VIA ALLE DANZE! Ennesima puntata di Dying Theatre Oggi, 18:18 del circo televisivo più deteriore ed autoreferenziale.. come ogni (maledetta) domenica la televisione, sia pubblica che privata, si ferma a parlare di se stessa. La scusa formale è il tema "maschilismo in tv".. l'operazione sostanziale che ne deriva è il potersi permettere un cicaleccio urlato e frivolo della durata di ore sui retroscena de 'la pupa e il secchione', 'l'isola dei famosi' e amenità simili.. bene o male purchè se ne parli.. questo è il motto di quegli abili cesellatori di letame che determinano, creano ed impongono i palinsesti televisivi nazionali. Parleranno per settimane, forse mesi, delle patetiche scene di den harrow, dell'ignoranza recitata delle pupe e della goffa misantropia dei secchioni.. l'italia vuole questo, lo ESIGE, il popol(acci)o chiede il circo.. del pane poco gli può importare, per questo si pianta davanti alle reti del Padrone e si autoanestetizza a dovere.. sogna un week end romantico con la più procace delle 'pupe', immagina d sfidare a scacchi il più arguto tra i 'secchioni'.. ride ai deteriori doppisensi del presentatore semianalfabeta, tifa perchè da un momento all'altro possa scatenarsi l'ennesima rissa tra un fumantino assessore alla cultura (!) e la starnazzante nipote del Duce.. questi siamo 'noi', gli italiani.. e, a ben vedere, gli occidentali tutti. Questo è il popolo che elegge il siòr padrùn perchè se lui è lì dov'è adesso beh, è un esempio per tutti.. se lui ha migliaia di miliardi vuol dire che ha ragione.. che se ha fatto bene per la propria azienda farà bene pure per lo stato.. poco importa la differenza tra res-pubblica e res-privata.. tanto voglio dire, con un diploma da perito informatico si va certamente più Avanti che con le poesie, la letteratura o lo studio della Costituzione.. no.. di costituzione ci interessa solo quella, sana e robusta, di veline, calciatori e soubrette assortite.. la cultura è una colpa, il rispetto per gli altri pure.. l'indole remissiva e tollerante è ridicolizzata.. l'arrembante intraprendenza degli ambiziosi, dei forti e dei furbetti è invece eletta a valore cardine d'un'epoca. La nostra. Pardòn, la Vostra. Continuo a confondermi coi pronomi possessivi. ---- La domenica televisiva di Dying Theatre 22-10-2006, 18:05 ossia un'incessante orgia di schiamazzi, schiaffoni, bile, urla, volgarità, risse metodicamente apparecchiate, soubrette generosamente scosciate, grassoni camuffati da bonzi che suonano un gong a scandire i ritmi delle altrui intemperanze, pornografia del dolore, propaganda reazionaria et similia.. in fondo l'odierno standard televisivo è, più che mai, specchio della società italiana tout court.. in questo eventi quali la scomparsa di figure come pier paolo pasolini segnano uno spartiacque evidente.. il micidiale connubio progresso-mondializzazione-tecnocrazia-opulenza-individualismo-razzismo-volgarità di pensiero ha generato un paese di mostri, di furbastri analfabetizzati, di invidiosi con la bava alla bocca, di avidi esterofili privi di principi, di ignorantoni con la tessera di partito, di burocrati pavidi e meschini, di reazionari camuffati da progressisti.. gli italiani moderni, coloro che stanno sempre dalla parte GIUSTA, coloro che il giorno seguente ad un incidente in metropolitana vanno a piedi, perchè son troppo stupidi e superstiziosi per capire che non potrà MAI risuccedere a distanza di 24 ore, coloro che 'mia figlia è la più brava di tutte', e incoraggiano le aspirazioni deteriori della loro viziatissima prole.. un futuro da velina, schedina, letterina, mignottyna per le fanciulle.. per i maschietti invece calciatore, top manager o rocco del grande fratello.. coloro a detta dei quali gli islamici son tutti barbari, terroristi e uccidono le loro figlie.. poi picchiano la moglie, evadono il fisco e rovinano - psichicamente - l'esistenza dei figli.. chi fa la campagna elettorale per la margherita, e, definendosi progressista, da il voto ai post-reaganiani di daniele capezzone, chi va in libreria e - tra tanta scelta - si compra il codice da vinci, o la fallaci, o la tamaro, o faletti, o coelho.. chi ha la tessera del blockbuster e gode nel pagare sei volte il costo d'un noleggio, chi fa le corna mentre guida, chi ha il finto permesso per i disabili, chi ha lo zio prete, il nonno professore, il cognato avvocato e il suocero dentista.. e, forte d questo, passa trentasei anni della propria vita a laurearsi in psicopedagogia sociologica dei videoclip.. questi li critico perchè li invidio, mi pare ovvio.. chi è fallocrate, chi considera umberto bossi un essere degno di umana compassione, chi invia i curriculum per fare i provini del grande fratello, chi va a fare il pubblico nei programmi mediaset e rai, chi è abbonato allo stadio, chi ama indossare scarpe puma, tute adidas, polo lacoste, chi cambia il videofonino dopo 2 mesi, chi lava la macchina, chi dice frasi tipo 'problemi tuoi'.. o 'credi in te stesso' o 'fidarsi è bene non fidarsi è meglio' o 'mi metto in gioco'.. chi ama il cinema d steven soderbergh, chi subisce il ricatto intellettuale di pippe festivaliere coreane, armene e libanesi.. chi, per puro pregiudizio, non proverà mai la gastronomia araba, quella thailandese, quella messicana, quella greca, quella giapponese, quella indiana.. chi è convinto che 'nessuno regala niente', che 'nessuno fa nulla per niente', che 'do ut des'.. chi vorrebbe proibire il velo alle donne islamiche, chi va in palestra, chi fa spinning, chi ama il motomondiale, chi gioca a calcetto, chi spende 100 euro il sabato sera contento d averlo fatto.. chi si ira il mondo prima dei 16 anni coi soldi d papà (pure qui, invidia), chi fa ubriacare le straniere, chi concepisce solo la 'chiara media' e non a caso vota diesse, chi non prende posizione, chi 'modera i toni', chi 'la verità sta nel mezzo' e chi crede che vadano superati i retaggi ideologici e i pregiudizi di classe.. chi è accomodante, chi fa uso d dopobarba, chi veste in stivali e camicia bianca, chi usa il gel, chi fa le lampade, chi va a ibiza, chi va in sardegna, chi elegge publio fiori, chi bacia totò cuffaro, chi apprezza antonella clerici, chi sottovaluta la pericolosità sociale d paolo bonolis, di enrico papi, di walter veltroni, di giovanni veronesi, di silvio muccino, di ferruccio de bortoli, di antonio sorgi, di tullio kezich, di simona ventura e di alessandra mussolini.. chi, in sostanza, non ha mai letto nè condiviso nulla di pasolini. Chi non ha mai perso un minuto di zelig circus ignorando l'esistenza stessa di carmelo bene. Chi 'questo film è carino.. per passare due ore spensierate'.. già, amate farlo poichè siete depensanti, e a me nocivi. Dunque state al largo.. meritatevi paola perego e rinchiudetevi in una chat room. Io, qui, mi limito ad inorridire. ---- Mal di Pansa di dying theatre 24-10-2006, 18:55 [Da www.bellaciao.org] " E’ in uscita un’altra pansata. Questa volta si chiama addirittura La grande bugia. Le sinistre italiane e il sangue dei vinti, Sperling & Kupfer, 18 euro. La grande bugia sarebbe la Resistenza. Tra lo spellarsi le mani di tutte le destre passate e presenti, basta dare un’occhiata alle lodi del Giornale o del Tempo, Pansa ha "scoperto" le vulgate antiresistenziali di destra ed estrema destra. Le ha fatte proprie, pretende che siano verità rivelate e dogmi di fede. Le spaccia come frutto di un proprio cammino di purificazione e intima alla sinistra, alla comunità scientifica, a chiunque si sia occupato con professionalità e dedizione della guerra di Liberazione negli ultimi sessant’anni di ammetterlo: erano tutte balle inventate dai comunisti. Per Pansa va buttato nella spazzatura il lavoro di sessant’anni di decine di storici professionisti. Ventila tra le righe che fossero tutti pagati dal Cremlino e che per esempio a Torino nel 1943 non ci siano stati scioperi, nessuna insurrezione nel 1945, "a noi c’hanno liberato l’americani" e chi ricorda anche i partigiani, ricorda male perché vuole ricordare male. Ci sciorina il suo microcosmo di Casale Monferrato dove i contadini "non ne potevano più dei partigiani razziatori" come se in Italia nel 1944 qualcuno potesse pretendere di fare la propria vita disinteressandosi della guerra e dell’occupazione. Bisogna domandarsi se Pansa sappia per esempio chi sia Claudio Pavone, se conosca un lavoro come Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza, ripubblicato quest’anno da Bollati Boringhieri, che lo aveva pubblicato originariamente nel 1991, che già 15 anni fa faceva con rigore scientifico il punto sull’uso pubblico della Resistenza da parte della sinistra comunista, e sul rapporto con gli sconfitti che per Pansa non dovremmo più neanche chiamare fascisti. Perché chiamarli fascisti è una maniera di levare loro voce (sic!). Forse bisognerebbe ignorare l’oramai annuale almanacco antiresistenziale di Pansa, ogni anno più gridato e grossolano, che con la scusa di dare voce agli sconfitti finisce per riabilitare le presunte ragioni di questi, e debilitare le ragioni dell’antifascismo e della stessa costituzione repubblicana. Bisognerebbe ignorare quell’ "io, che pure sono di sinistra, devo ammettere che" sul quale Pansa costruisce il suo successo di vendite. Una formuletta ammiccante a destra che in conclusione vuol dire che noi eravamo uguali a loro, torturatori e torturati, occupanti ed occupati, pescecani e morti di fame, chi con il fascismo e la guerra ha fatto i soldi (eccola parte della zona grigia) e chi ha dato la vita per liberare l’Italia dal nazifascismo. I comunisti volevano la Rivoluzione e sarebbero andati sui monti per questa. Combattere il fascismo era incidentale. Tutta la Resistenza sarebbe macchiata da questo peccato originale. Riuscire a far passare un ideale rivoluzionario, la speranza di un mondo migliore, una militanza generosa e spesso eroica, ricondotta sempre alla legalità repubblicana dai dirigenti del PCI, come un complotto criminale del quale i comunisti si sarebbero macchiati, è un’operazione di profonda malafede politica da parte di Giampaolo Pansa. Da Salerno alla Costituente e per tutta la storia del PCI, la realtà non è quella che si ostina a disegnare Pansa. La realtà è che nessuna insurrezione, nessun colpo di stato, nessuna rottura democratica è mai venuta dal PCI, né con la Resistenza, né nel dopoguerra, né successivamente, né negli anni ’70 con lo stragismo e la strategia della tensione, quando proprio il PCI ha rappresentato la pietra angolare della nostra democrazia. Ma Pansa non fa lo storico, e neanche più il giornalista. Quindi può prescindere dalla realtà storica per riprendere ogni vulgata revisionista (nel senso deleterio del termine) ed affidarsi ai peggiori umori neri di questo paese. Pansa fa il polemista, non deve dimostrare una sola parola di quello che dice, e infatti non la dimostra. Gli basta appoggiarsi alla rivisitazione delle sue memorie giovanili per scegliere la sua redditizia nicchia di mercato e vendere in quella fetta di pubblico recettiva, nella quale si accomunano le destre di sempre e quelle sinistre che hanno capito come va il mondo. Se le penne di destra, fasciste e postfasciste, i Veneziani, i Tarchi, non hanno né credito né credibilità per scrivere bestseller antiresistenziali, un Pansa, spacciandosi come uomo di sinistra, ha il fisico del ruolo. E Pansa si presta volentieri; oramai di mestiere fa la velina della vulgata antiresistenziale. Come le veline mostrano tette e curve così Pansa mostra il partigiano cattivo e il fascista che "c’aveva diritto di essere fascista" come l’italiano del 2006 ha diritto di essere xenofobo. Il Pansa antiresistenziale perché oggi la resistenza non va più di moda, rappresenta il peggior trasformismo di questo paese. Pansa, come pure le veline, mostrano ai loro rispettivi pubblici quello che vogliono vedere: tette, curve, partigiani cattivi e fascisti innocui. Non importa che veline e fascisti -ognuno nel suo specifico- siano il peggio di questo paese: hanno mercato. http://www.gennarocarotenuto.it" ---- Un plauso a 'le iene' di Dying Theatre 20-10-2006, 14:33 che, dopo un biennio passato a spiare viados e scambisti, tornano a far servizi d pubblica utilità, sputtanando ad esempio la pingue ignoranza dei parlamentari italiani.. ecco dunque una serie d risposte annichilenti.. l'america scoperta nel 1840.. la rivoluzione francese avvenuta nel 400.. guantanamo che si trova in 'affachistà'.. e, dulcis in fondo, il 'darfur' come stile d vita improntato alla consumazione di pasti veloci e ipercalorici.. bene così, siamo in buone mani! non a caso tutte le risposte errate provenivano da amabili parlamentari d destra.. il motivo? semplice: la sinistra, per quanto irriconoscibile e compromessa, mantiene da sempre una propria, seppur minima, dignità culturale.. questa destra becera, razzista e antilegalitaria manda invece in parlamento scagnozzi, soubrette, picciotti, palazzinari e arruffoni assortiti.. ma dico.. può uno che elegge la russa e la santanchè avere la benchè minima istruzione..?? nossignori, è una questione di buon senso: chi, oggi e qui, è di destra, è privo delle + elementari nozioni di vita, non è in possesso delle proprie basilari facoltà mentali, e andrebbe perciò privato quanto prima dell'elettorato attivo e passivo. Amen. ---- il Caso Ceccherini di Dying Theatre 19-10-2006, 23:52 ovvero dell'italica Ipocrisia e delle sue più meste propagini.. il comico toscano lancia un bestemmione in diretta durante lo show 'l'isola dei famosi'.. tale ventura simona, virago stolida e sbraitante a prescindere, finge dapprima d non sentire per preservare quello che era, di fatto, il principale elemento d attrattiva dello show (ceccherini, per l'appunto), per poi lanciarsi in risibili reprimende e comunicare al diretto interessato l'inevitabile provvedimento d squalifica. Già perchè il turpiloquio, le risse, la pornografia del dolore e l'esempio continuo d bassezze morali assortite di cui ogni reality show è fonte inesauribile (ed è per questo che ne sono un fruitore convinto) quelli si.. vanno bene.. ma guai a bestemmiare! lì è troppo.. lì si è fuori per sempre dal circo mediatico, come accadde a mastelloni un ventennio or sono. Ma un 'porca paletta' è davvero cosa più lieve d'una bestemmia tradizionale..? voglio dire.. la paletta ESISTE! è un oggetto tutto sommato utile.. oltre che rinvenibile nella realtà delle cose.. in special modo negli empori di articoli per la casa. Possiamo dire lo stesso di Dio..? uhmm.. e se così fosse, qualcuno saprebbe dirmi DOVE potrei rintracciare un simile articolo..? e quale uso pratico potrei ben farne..? non so.. io non ne ho mai visto uno, di Dio, di palette invece si.. a decine. E ne rivendico l'assoluta dignità empirica! al prossimo che bestemmierà la paletta andrebbe tolto il diritto d voto! ecco cosa.. e comunque ho deciso: da domani mi invento una divinità, il Lonfo.. erigo chiese in suo nome, brucio qualche migliaio di filosofi e pensatori in suo nome, compio una mezza dozzina d genocidi in suo nome, faccio morire miliardi di africani ed asiatici in suo nome, discrimino sette ottavi dell'umanità in suo nome, mando in parlamento gente del tipo giulio andreotti e salvo lima in suo nome, per poi avere il gusto, fra qualke migliaio d anni, d cacciar via a pedate nel culo il primo concorrente de 'la galassia dei famosi' che si permetterà di nominare il Lonfo invano. Aaah.. le gioie della Fede.. (e se qualcuno comprende la differenza tra un apostata e una prostata mi faccia uno squillo, il dubbio m'assale). ---- Se c'era una cosa buona dell'amministrazione veltroni... di Dying Theatre 18-10-2006, 15:07 ed era forse l'UNICA cosa buona fatta da veltroni per roma negli ultimi 7 anni, questa era la proiezione gratuita di 'fascisti su marte' in una piazza romana, ideale corollario 'popolare' ai tappeti rossi e al divismo caramelloso delle iniziative 'ufficiali' inerenti alla festa del cinema. Ebbene, il politicamente corretto colpisce ancora e, a distanza d 24 ore dall'incidente in metropolitana, la proiezione pubblica viene soppressa. Quella si, le lussuose première a 10 euro a spettacolo, ovviamente, restano al loro posto. Come a dire.. va bene il rispetto per una vita spezzata, il lutto.. ma solo se non ci costa un centesimo. Dunque tutta roma 'fa festa'.. ma fascisti su marte in piazza non verrà proiettato. Decisione a parer di chi scrive alquanto discutibile. Già perchè di persone al mondo ne muoiono a milioni.. anche a causa della politica estera italiana, per esempio.. pensate se dovesse esser sospesa ogni manifestazione artistica e culturale ogniqualvolta vi sia un decesso.. esisterebbe più l'arte..? forse no, e a questi politicanti beceri e prosaici forse andrebbe anche bene. No, il punto è che un morto a roma e DI roma conta più che un morto in burkina faso, o che so.. in libano, in cile piuttosto che in cecenia.. ogni vita ha - nella loro concezione - un diverso 'peso specifico'.. e se fosse per loro, i politicanti occidentali intendo, avrebbero il diritto/dovere d morire solo i popoli del terzo mondo. Dunque, dopo un decesso a roma, stop alle iniziative culturali.. vietato riunirsi, parlarsi, vedere un film assieme, scambiarsi opinioni, sorridere. Vietato Sognare, signor veltroni..? o vietato - per lutto, si badi bene - sottrarre pubblico e munificenze ai 'poveri' multisala della capitale? ---- oggi di Dying Theatre 15-10-2006, 20:35 mr billionaire, flavio briatore, ospite dalla annunziata dichiara candidamente che se le tasse sono alte è giusto NON PAGARLE.. gli fa eco tale pannella giacinto detto marco, che, dando ragione all'illustre faccend.. ehm.. imprenditore, si allinea, lui radicale alleato coi postfascisti, con l'imperante concezione antilegalitaria che vorrebbe i ricchi sciolti da ogni obbligo contributivo. Shakespeare scrisse "mal si addice la canizie ai buffoni e agli sciocchi". Siamo tuttavia certi che nessun militante radicale abbia mai letto qualcosa che non fosse adam smith, oriana fallaci o giordano bruno. Guerri, ovviamente. ---- oggi a roma di Dying Theatre 13-10-2006, 20:02 prende il via 'la festa del cinema', scimmiottamento in chiave populistico-commerciale d'un festival d'arte cinematografica. Mal organizzata, cara e dispersiva, la 'festa' appare più che altro l'ennesimo monumento che il sindaco veltroni erige al proprio ego.. lui, il ragazzo filo-americano ma cionondimeno comunista (!), che taglia i servizi alle periferie e sgombera i centri cultturali con le manganellate.. esattamente come il suo analogo bolognese. Del resto quando un comunista ha il mito di tex willer e di john wayne beh.. c'è quasi sicuramente qualcosa che non va. Grazie sindaco! a roma chi è povero lo è sempre d più, chi è isolato lo resta, chi prova a metter su iniziative culturali gratuite ed indipendenti viene randellato dai celerini, chi osa passeggiare in centro con una birra in mano viene multato come nella new york di rudy giuliani.. ma stiamone certi, finchè c'è veltroni le inaugurazioni e i divertissement per l'alta borghesia burocrate, bottegaia e palazzinara non mancheranno mai. (C)asta la vitoria siempre! ---- Farhenheit 10/11 di Dying Theatre 12-10-2006, 14:09 Ieri. Un velivolo si schianta su un grattacielo di Manhattan. Alla guida, anzichè un emulo di Osama Bin Laden, c'è una star del campionato americano di baseball. Il presidente Bush, per lavare l'onta, ha dichiarato guerra a 19 stati sovrani aventi i confini geopolitici a forma di guantone. Speriamo che il prossimo a schiantarsi non sia un calzolaio. ---- Ancora dalla mailing list dell'Angelo Mai sgomberato: di Dying Theatre 12-10-2006, 14:01 "Roma non è un film - C'è Roma dell'apparenza, Roma europea dei grandi eventi, della solidarietà in vestito da sera, Roma del Sindaco buono e di tutti, Roma con lieto inizio e lieto fine, zuccherosa, stucchevole, ma soprattutto virtuale, millantata, inesistente. C'è Roma dei precari, dei migranti, degli artisti sfrattati e delle famiglie senza casa, che sottrae diritti e possibilità. In questa Roma di tutti i giorni, quando si spengono i riflettori, iniziano gli sgomberi delle case e le espulsioni, si inventano centri di detenzione per un giorno, si chiudono spazi, si riducono le garanzie. In questa Roma "al buio", bande fasciste colpiscono indisturbate migranti, diversi, spazi sociali; mentre gruppi di cittadini si autoproclamano giustizieri in nome di una sicurezza per pochi. E ancora, nella Roma "al buio", energie, fantasie, capacità creative e progettuali vengono falcidiate dall'inconsistenza valoriale delle Istituzioni, che non sanno e non vogliono ascoltare. C'è Roma semplice, senza conflitti, pacificata, patinata, inventata. C'è Roma complessa, difficile, contraddittoria, creativa, posta ai margini dei pensieri della politica. Noi scegliamo la seconda, perché è quella in cui viviamo la nostra quotidianità. Laddove mille linguaggi si incrociano e combattono per preservare le proprie differenze. C'è Roma dove la cultura, la socialità, il disagio, la politica, le condizioni di vita vengono indagati da sociologi indagatori, suddivisi tra gli assessorati competenti, sezionati da tecnici sezionatori, incasellati in appositi Centri di Costo (che ad ogni porzione consegnano le briciole della grande torta della globalizzazione), infine suddivisi tra ciò che merita il paradiso della visibilità e il grande regno sotterraneo dell'invisibilità. Noi parliamo di una città altra, diversa, sostanziale. La città dei mille conflitti e delle mille possibilità, di una vita migliore per tutti. E parliamo oggi di una cultura altra, libera e pubblica. Libera dai "mercanti d'arte", dalla girandola dei bandi "sopravvivi se sei dei nostri….", libera dall'effimera costrizione a produrre il grande evento, libera da una nuova elite di affiliati e da una massa che implora qualche osso avanzato. Pubblica, nel senso originario e sperduto del termine, pubblica nel senso della gratuità, della condivisione, della ricerca, dello scambio, della crescita collettiva. Il contrario della competizione, della logica appaltatrice, del mercimonio. Una cultura che si riappropri, uno per uno, dei legami con il mondo, che si riscopra parte della realtà, una cultura conflittuale per sua stessa natura che produca pace ma non pacificazione, senso ma non apparenza, interpretazione ma non conoscenze preconfezionate. Una cultura che sia politica, sociale, che invochi ribellione delle coscienze, che sia utile a comprendere e non a disperdere il senso del mondo. Una cultura che pretenda diritti e spazi per sé e per tutti. L'Angelo Mai e la Ex Lavanderia nascono e vivono per recuperare la relazione tra luoghi e sensi. Il manicomio, la memoria dell'Istituzione totale, è la metafora forse più significativa dell'idea di separazione e di esclusione della differenza. Il suo riutilizzo non può non tener conto della sua storia ed è per questo che perseguiamo il sogno basagliano. I cancelli furono aperti perché chi ne era prigioniero potesse uscire nella città ma anche perché la città potesse entrare e riappropriarsi di quei luoghi trasformandoli nell'opposto del manicomio. Dall'esclusione all'inclusione. La Ex Lavanderia, le sue iniziative culturali sono solo l'allusione a ciò che potrebbe diventare l'Ex manicomio di Roma. Lo sgombero dell'Angelo Mai ci parla di come le contraddizioni che emergono a Roma vengano trattate alla stregua di problemi immobiliari o di decoro urbano, ignorando il desiderio espresso più volte da una parte della cittadinanza larga e variegata. Il dialogo è solo un modo ipocrita di descrivere un monologo. Nel momento in cui anche l'altro vuole esprimersi, questa volontà diventa il pretesto per usare le maniere forti. Questo sgombero è un segnale preoccupante per tutta la città, oltre che una realtà durissima per tutti coloro che all'Angelo Mai avevano avviato i loro progetti (che non vengono considerati un valore di cui preservare l'esistenza e la continuità) o semplicemente trovato un posto dove sentirsi a casa. Il Centro Storico e l'Ex Manicomio vengono ridisegnati, "belli senz'anima", scatoloni indifferenziati dove collocare ciò che serve al mercato, dove ogni segno di identità debba essere cancellato, ogni contraddizione espulsa. Noi vogliamo portare al Centro della Città la nostra libera e pubblica cultura, l'immaginario di un'altra città possibile." ---- Requiem (for a dream) di Dying Theatre 11-10-2006, 04:24 COSI' IL COMITATO ORGANIZZATIVO DELL' "ANGELO MAI" COMMENTA LO SGOMBERO SUBITO IL 4 OTTOBRE: -- 4 ottobre 2006 -- Veltroni, il sindaco "di tutti", sgombera l'Angelo Mai di tutti [da domani mattina su www.angelomai.org le foto dello sgombero] "Il buonissimo Veltroni ha colpito ancora Oggi, 4 ottobre 2006, alle 8 del mattino le forze di polizia in borghese hanno fatto irruzione all'Angelo Mai occupato (Roma) per imporre lo sgombero. Lo sgombero è arrivato senza alcun preavviso, andando a interrompere la trattativa in corso tra occupanti e Comune e andando contro i precedenti accordi verbali presi tra le due parti nel luglio scorso, che prevedevano la prosecuzione delle attività culturali all'interno dell'Angelo Mai in concomitanza con l'inizio dei lavori di ristrutturazione dello stabile. Questo periodo di transizione e coabitazione tra cantiere e laboratorio culturale avrebbe dovuto consentire che si svolgessero nel frattempo i lavori di ristrutturazione dell'ex bocciofila di piazzale Numa Pompilio, sede alternativa proposta dal Comune per la prosecuzione delle attività culturali. Ad oggi, di fatto, i lavori non sono iniziati veramente in nessuno dei due posti, se si escludono pochi interventi "di facciata". L'ex bocciofila, dove il Comune di Roma dichiara che la ristrutturazione è "a buon punto", è uno scheletro di ferro a cielo aperto. In perfetto stile "bolognese" nessun rappresentante del Comune si è presentato all'Angelo Mai, lasciando gestire la situazione interamente dalla polizia. Non solo, è stato negato ai rappresentanti istituzionali (senatori e deputati della Repubblica, consiglieri comunali, regionali, provinciali e municipali) di entrare nell'edificio durante lo sgombero. Il consigliere regionale Giuseppe Mariani, che chiedeva di poter entrare, è stato aggredito dalla polizia municipale in borghese. Svenuto, è stato portato da un'ambulanza, arrivata dopo oltre venti minuti, al pronto soccorso dell'ospedale S. Giovanni. Immediatamente una delegazione si è recata in Campidoglio per chiedere ragione dell'azione ingiustificata delle forze dell'ordine e cercare di incontrare il vicecapo di Gabinetto del Sindaco Luca Odevaine, che per tutta la mattinata non aveva risposto ai numerosi inviti al dialogo. La risposta è stata, ancora una volta, la forza. La delegazione entrata in Campidoglio è stata violentemente respinta dal corpo di polizia municipale, che tra l'altro si è arrogato una funzione istituzionale che non gli compete. Tra le persone che hanno subito quest'ennesima aggressione ci sono stati alcuni feriti. Nel pomeriggio una decina tra camionette e macchine della polizia hanno invaso il rione Monti e una ventina di celerini in assetto antisommossa sono entrati nell'Angelo Mai, imponendo l'uscita immediata di coloro che erano ancora all'interno dell'edificio. Visto: - che il Comune di Roma ha dimostrato ancora una volta la sua scarsa serietà nella gestione delle trattative politiche con chi non è allineato col suo modo di vedere e vivere questa città, - che non è stato mostrato nessun interesse a tutelare la continuazione delle attività, - il modo violento con cui il Comune sceglie di "risolvere" i problemi della città, l'Angelo Mai ha occupato simbolicamente la struttura dell'ex bocciofila a piazzale Numa Pompilio per mostrare alla città intera le reali condizioni dello spazio e le bugie della nostra amministrazione. Invitiamo tutti - a venire a constatare di persona le condizioni di questo nuovo e "prestigioso" spazio in via delle Terme di Caracalla 55 - a partecipare all'assemblea cittadina di domani, giovedì 5 ottobre, alle ore 18 allo Strike s.p.a.(via U. Partini 21 – Portonaccio) non è stato solo uno sgombero, ma una spedizione punitiva voluta da Veltroni ed eseguita da Luca Odevaine e Claudio Minelli Caro Veltroni, Roma non te la regaliamo" L'Angelo Mai occupato - www.angelomai.org ---- esisteva di Dying Theatre 06-10-2006, 18:04 fino a ieri, a Roma, un luogo di libera fruizione/creazione culturale. cinema, teatro, installazioni audiovisive, musica, scultura, pittura, letteratura, eno-gastronomia, mostre fotografiche ed iniziative informative politiche, culturali e sociali erano quanto veniva offerto, gratuitamente o quasi, ogni giorno a MIGLIAIA di frequentatori d'ogni età, d'ogni censo e formazione culturale. Il nome d questo posto era Angelo Mai. Da ieri, grazie alla prima giunta post-comunista che roma abbia mai avuto, questo posto non esiste più. Sgomberato a forza ad opera dei celerini inviati dal ragazzo degli anni '50 walter veltroni. Grande cinefilo ed ex ministro dei beni culturali. Lo stesso che da anni taglia i servizi alle periferie ed appoggia la grande e media imprenditoria dei divertimenti notturni nel centro storico. Occorreva la prima amministrazione d sinistra per assistere a tale scempio. Un minuto d riflessione, prego. Da ieri il diritto alla libera fruizione artistica, qui a roma, è venuto a mancare. ----- Original Message ----- From: Matteo Stefani To: Matteo Stefani Sent: Friday, October 27, 2006 12:59 AM Subject: Re: -- blob ottobre la domenica televisiva di Dying Theatre 22-10-2006, 18:05 ossia un'incessante orgia di schiamazzi, schiaffoni, bile, urla, volgarità, risse metodicamente apparecchiate, soubrette generosamente scosciate, graddoni camuffati da bonzi che suonano un gong a scandire i ritmi delle altrui intemperanze, pornografia del dolore, propaganda reazionaria et similia.. in fondo l'odierno standard televisivo è, più che mai, specchio della società italiana tout court.. in questo eventi quali la scomparsa di figure come pier paolo pasolini segnano uno spartiacque evidente.. il micidiale connubio progresso-mondializzazione-tecnocrazia-opulenza-individualismo-razzismo-volgarità di pensiero ha generato un paese di mostri, di furbastri analfabetizzati, di invidiosi con la bava alla bocca, di avidi esterofili privi di pricipi, di ignorantoni con la tessera di partito, di burocrati pavidi e meschini, di reazionari camuffati da progressisti.. gli italiani moderni, coloro che stanno sempre dalla parte GIUSTA, coloro che il giorno seguente ad un incidente in metropolitana vanno a piedi, perchè son troppo stupidi e superstiziosi per capire che non potrà mai risuccedere a distanza di 24 ore, coloro che 'mia figlia è la più brava di tutte', e incoraggiano le aspirazioni deteriori della loro viziatissima prole.. un futuro da velina, schedina, letterina, mignottyna per le fanciulle.. per i maschietti invece calciatore, top manager o rocco del grande fratello.. coloro a detta dei quali gli islamici son tutti barbari, terroristi e uccidono le loro figlie.. poi picchiano la moglie, evadono il fisco e rovinano - psichicamente - l'esistenza dei figli.. chi fa la campagna elettorale per la margherita, che, definendosi progressista, da il voto ai post-reaganiani di daniele capezzone, chi va in libreria e - tra tanta scelta - si compra il codice da vinci, o la fallaci, o la tamaro, o faletti, o coelho.. chi ha la tessera del blockbuster e gode nel pagare sei volte il costo d'un noleggio, chi fa le corna mentre uida, chi ha il finto permesso per i disabili, chi ha lo zio prete, il nonno professore, il cognato avvocato e il suocero dentista.. e, forte d questo, passa trentasei anni della propria vita a laurearsi in psicopedagogia sociologica dei videoclip.. questi li critico perchè li invidio, mi pare ovvio.. chi è fallocrate, chi considera umberto bossi un essere degno di umana compassione, chi invia i curriculum per fare i provini del grande fratello, chi va a fare il pubblico nei programmi mediaset e rai, chi è abbonato allo stadio, chi ama indossare scarpe puma, tute adidas, polo lacoste, chi cambia il videofonino dopo 2 mesi, chi lava la macchina, chi dice frasi tipo 'problemi tuoi'.. o 'credi in te stesso' o 'fidarsi è bene non fidarsi è meglio' o 'mi metto in gioco'.. chi ama il cinema d steven soderbergh, chi subisce il ricatto intellettuale di pippe festivaliere coreane, armene e libanesi.. chi, per puro pregiudizio, non proverà mai la gastronomia araba, quella thailandese, quella messicana, quella greca, quella giapponese, quella indiana.. chi è convinto che 'nessuno regala niente', che 'nessuno fa nulla per niente', che 'do ut des'.. cho vorrebbe proibire il velo alle donne islamiche, chi va in palestra, chi fa spinning, chi ama il motomondiale, chi gioca a calcetto, chi spende 100 euro il sabato sera contento d averlo fatto.. chi si ira il mondo prima dei 16 anni coi soldi d papà (pure qui, invidia), chi fa ubriacare le straniere, chi concepisce solo la 'chiara media' e non a caso vota diesse, chi non prende posizione, chi 'modera i toni', chi 'la verità sta nel mezzo' e chi crede che vadano superati i retaggi ideologici e i pregiudizi di classe.. chi è accomodante, chi fa uso d dopobarba, chi veste in stivali e camicia bianca, chi usa il gel, chi fa le lampade, chi va a ibiza, chi va in sardegna, chi elegge publio fiori, chi bacia totò cuffaro, chi apprezza antonella clerici, chi sottovaluta la pericolosità sociale d paolo bonolis, di enrico papi, di walter veltroni, di giovanni veronesi, di silvio muccino, di ferruccio de bortoli, di antonio sorgi, di tullio kezich, di simona ventura e di alessandra mussolini.. chi, in sostanza, non ha mai letto nè condiviso nulla di pasolini. Chi non ha mai perso un minuto di zelig circus ignorando l'esistenza stessa di carmelo bene. Chi 'questo film è carino.. per passare due ore spensierate'.. già, amate farlo poichè siete depensanti, e a me nocivi. Dunque state al largo.. meritatevi paola perego e rinchiudetevi in una chat room. Io, qui, mi limito ad inorridire. ---- Mal di Pansa di dying theatre 24-10-2006, 18:55 [Da www.bellaciao.org] " E’ in uscita un’altra pansata. Questa volta si chiama addirittura La grande bugia. Le sinistre italiane e il sangue dei vinti, Sperling & Kupfer, 18 euro. La grande bugia sarebbe la Resistenza. Tra lo spellarsi le mani di tutte le destre passate e presenti, basta dare un’occhiata alle lodi del Giornale o del Tempo, Pansa ha "scoperto" le vulgate antiresistenziali di destra ed estrema destra. Le ha fatte proprie, pretende che siano verità rivelate e dogmi di fede. Le spaccia come frutto di un proprio cammino di purificazione e intima alla sinistra, alla comunità scientifica, a chiunque si sia occupato con professionalità e dedizione della guerra di Liberazione negli ultimi sessant’anni di ammetterlo: erano tutte balle inventate dai comunisti. Per Pansa va buttato nella spazzatura il lavoro di sessant’anni di decine di storici professionisti. Ventila tra le righe che fossero tutti pagati dal Cremlino e che per esempio a Torino nel 1943 non ci siano stati scioperi, nessuna insurrezione nel 1945, "a noi c’hanno liberato l’americani" e chi ricorda anche i partigiani, ricorda male perché vuole ricordare male. Ci sciorina il suo microcosmo di Casale Monferrato dove i contadini "non ne potevano più dei partigiani razziatori" come se in Italia nel 1944 qualcuno potesse pretendere di fare la propria vita disinteressandosi della guerra e dell’occupazione. Bisogna domandarsi se Pansa sappia per esempio chi sia Claudio Pavone, se conosca un lavoro come Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza, ripubblicato quest’anno da Bollati Boringhieri, che lo aveva pubblicato originariamente nel 1991, che già 15 anni fa faceva con rigore scientifico il punto sull’uso pubblico della Resistenza da parte della sinistra comunista, e sul rapporto con gli sconfitti che per Pansa non dovremmo più neanche chiamare fascisti. Perché chiamarli fascisti è una maniera di levare loro voce (sic!). Forse bisognerebbe ignorare l’oramai annuale almanacco antiresistenziale di Pansa, ogni anno più gridato e grossolano, che con la scusa di dare voce agli sconfitti finisce per riabilitare le presunte ragioni di questi, e debilitare le ragioni dell’antifascismo e della stessa costituzione repubblicana. Bisognerebbe ignorare quell’ "io, che pure sono di sinistra, devo ammettere che" sul quale Pansa costruisce il suo successo di vendite. Una formuletta ammiccante a destra che in conclusione vuol dire che noi eravamo uguali a loro, torturatori e torturati, occupanti ed occupati, pescecani e morti di fame, chi con il fascismo e la guerra ha fatto i soldi (eccola parte della zona grigia) e chi ha dato la vita per liberare l’Italia dal nazifascismo. I comunisti volevano la Rivoluzione e sarebbero andati sui monti per questa. Combattere il fascismo era incidentale. Tutta la Resistenza sarebbe macchiata da questo peccato originale. Riuscire a far passare un ideale rivoluzionario, la speranza di un mondo migliore, una militanza generosa e spesso eroica, ricondotta sempre alla legalità repubblicana dai dirigenti del PCI, come un complotto criminale del quale i comunisti si sarebbero macchiati, è un’operazione di profonda malafede politica da parte di Giampaolo Pansa. Da Salerno alla Costituente e per tutta la storia del PCI, la realtà non è quella che si ostina a disegnare Pansa. La realtà è che nessuna insurrezione, nessun colpo di stato, nessuna rottura democratica è mai venuta dal PCI, né con la Resistenza, né nel dopoguerra, né successivamente, né negli anni ’70 con lo stragismo e la strategia della tensione, quando proprio il PCI ha rappresentato la pietra angolare della nostra democrazia. Ma Pansa non fa lo storico, e neanche più il giornalista. Quindi può prescindere dalla realtà storica per riprendere ogni vulgata revisionista (nel senso deleterio del termine) ed affidarsi ai peggiori umori neri di questo paese. Pansa fa il polemista, non deve dimostrare una sola parola di quello che dice, e infatti non la dimostra. Gli basta appoggiarsi alla rivisitazione delle sue memorie giovanili per scegliere la sua redditizia nicchia di mercato e vendere in quella fetta di pubblico recettiva, nella quale si accomunano le destre di sempre e quelle sinistre che hanno capito come va il mondo. Se le penne di destra, fasciste e postfasciste, i Veneziani, i Tarchi, non hanno né credito né credibilità per scrivere bestseller antiresistenziali, un Pansa, spacciandosi come uomo di sinistra, ha il fisico del ruolo. E Pansa si presta volentieri; oramai di mestiere fa la velina della vulgata antiresistenziale. Come le veline mostrano tette e curve così Pansa mostra il partigiano cattivo e il fascista che "c’aveva diritto di essere fascista" come l’italiano del 2006 ha diritto di essere xenofobo. Il Pansa antiresistenziale perché oggi la resistenza non va più di moda, rappresenta il peggior trasformismo di questo paese. Pansa, come pure le veline, mostrano ai loro rispettivi pubblici quello che vogliono vedere: tette, curve, partigiani cattivi e fascisti innocui. Non importa che veline e fascisti -ognuno nel suo specifico- siano il peggio di questo paese: hanno mercato. http://www.gennarocarotenuto.it" ---- un plauso a 'le iene' di Dying Theatre 20-10-2006, 14:33 che, dopo un biennio passato a spiare viados e scambisti, tornano a far servizi d pubblica utilità, sputtanando ad esempio la pingue ignoranza dei parlamentari italiani.. ecco dunque una serie d risposte annichilenti.. l'america scoperta nel 1840.. la rivoluzione francese avvenuta nel 400.. guantanamo che si trova in 'affachistà'.. e, dulcis in fondo, il darfur come stile d vita improntato alla consumazione di pasti veloci e ipercalorici.. bene così, siamo in buone mani! non a caso tutte le risposte errate provenivano da amabili parlamentari d destra.. il motivo? semplice: la sinistra, per quanto irriconoscibile e compromessa, mantiene da sempre una propria, seppur minima, dignità culturale.. questa destra becera, razzista e antilegalitaria manda invece in parlamento scagnozzi, soubrette, picciotti, palazzinari e arruffoni assortiti.. ma dico.. può uno che elegge la russa e la santanchè avere la benchè minima istruzione..?? nossignori, è una questione di buon senso: chi, oggi e qui, è di destra, è privo delle + elementari nozioni di vita, non è in possesso delle proprie basilari facoltà mentali, e andrebbe perciò privato quanto prima dell'elettorato attivo e passivo. Amen. il Caso Ceccherini di Dying Theatre 19-10-2006, 23:52 ovvero dell'italica Ipocrisia e delle sue più meste propagini.. il comico toscano lancia un bestemmione in diretta durante lo show 'l'isola dei famosi'.. tale ventura simona, virago stolida e sbraitante a prescindere, finge dapprima d non sentire per preservare quello che era, di fatto, il principale elemento d attrattiva dello show (ceccherini, per l'appunto), per poi lanciarsi in risibili reprimende e comunicare al diretto interessato l'inevitabile provvedimento d squalifica. Già perchè il turpiloquio, le risse, la pornografia del dolore e l'esempio continuo d bassezze morali assortite di cui ogni reality show è fonte inesauribile (ed è per questo che ne sono un fruitore convinto) quelli si.. vanno bene.. ma guai a bestemmiare! lì è troppo.. lì si è fuori per sempre dal circo mediatico, come accadde a mastelloni un ventennio or sono. Ma un 'porca paletta' è davvero cosa più lieve d'una bestemmia tradizionale..? voglio dire.. la paletta ESISTE! è un oggetto tutto sommato utile.. oltre che rinvenibile nella realtà delle cose.. in special modo negli empori di articoli per la casa. Possiamo dire lo stesso di Dio..? uhmm.. e se così fosse, qualcuno saprebbe dirmi DOVE potrei rintracciare un simile articolo..? e quale uso pratico potrei ben farne..? non so.. io non ne ho mai visto uno, di Dio, di palette invece si.. a decine. E ne rivendico l'assoluta dignità empirica! al prossimo che bestemmierà la paletta andrebbe tolto il diritto d voto! ecco cosa.. e comunque ho deciso: da domani mi invento una divinità, il Lonfo.. erigo chiese in suo nome, brucio qualche migliaio di filosofi e pensatori in suo nome, compio una mezza dozzina d genocidi in suo nome, faccio morire miliardi di africani ed asiatici in suo nome, discrimino sette ottavi dell'umanità in suo nome, mando in parlamento gente del tipo giulio andreotti e salvo lima in suo nome, per poi avere il gusto, fra qualke migliaio d anni, d cacciar via a pedate nel culo il primo concorrente de 'la galassia dei famosi' che si permetterà di nominare il Lonfo invano. Aaah.. le gioie della Fede.. (e se qualcuno comprende la differenza tra un apostata e una prostata mi faccia uno squillo, il dubbio m'assale). se c'era una cosa buona dell'amministrazione veltroni... di Dying Theatre 18-10-2006, 15:07 ed era forse l'UNICA cosa buona fatta da veltroni per roma negli ultimi 7 anni, questa era la proiezione gratuita di 'fascisti su marte' in una piazza romana, ideale corollario 'popolare' ai tappeti rossi e al divismo caramelloso delle iniziative 'ufficiali' inerenti alla festa del cinema. Ebbene, il politicamente corretto colpisce ancora e, a distanza d 24 ore dall'incidente in metropolitana, la proiezione pubblica viene soppressa. Quella si, le lussuose première a 10 euro a spettacolo, ovviamente, restano al loro posto. Come a dire.. va bene il rispetto per una vita spezzata, il lutto.. ma solo se non ci costa un centesimo. Dunque tutta roma 'fa festa'.. ma fascisti su marte in piazza non verrà proiettato. Decisione a parer di chi scrive alquanto discutibile. Già perchè di persone al mondo ne muoiono a milioni.. anche a causa della politica estera italiana, per esempio.. pensate se dovesse esser sospesa ogni manifestazione artistica e culturale ogniqualvolta vi sia un decesso.. esisterebbe più l'arte..? forse no, e a questi politicanti beceri e prosaici forse andrebbe anche bene. No, il punto è che un morto a roma e DI roma conta più che un morto in burkina faso, o che so.. in libano, in cile piuttosto che in cecenia.. ogni vita ha - nella loro concezione - un diverso 'peso specifico'.. e se fosse per loro, i politicanti occidentali intendo, avrebbero il diritto/dovere d morire solo i popoli del terzo mondo. Dunque, dopo un decesso a roma, stop alle iniziative culturali.. vietato riunirsi, parlarsi, vedere un film assieme, scambiarsi opinioni, sorridere. Vietato Sognare, signor veltroni..? o vietato - per lutto, si badi bene - sottrarre pubblico e munificenze ai 'poveri' multisala della capitale? oggi di Dying Theatre 15-10-2006, 20:35 mr billionaire, flavio briatore, ospite dalla annunziata dichiara candidamente che se le tasse sono alte è giusto NON PAGARLE.. gli fa eco tale pannella giacinto detto marco, che, dando ragione all'illustre faccend.. ehm.. imprenditore, si allinea, lui radicale alleato coi postfascisti, con l'imperante concezione antilegalitaria che vorrebbe i ricchi sciolti da ogni obbligo contributivo. Shakespeare scrisse "mal si addice la canizie ai buffoni e agli sciocchi". Siamo tuttavia certi che nessun militante radicale abbia mai letto qualcosa che non fosse adam smith, oriana fallaci o giordano bruno. Guerri, ovviamente. oggi a roma di Dying Theatre 13-10-2006, 20:02 prende il via 'la festa del cinema', scimmiottamento in chiave populistico-commerciale d'un festival d'arte cinematografica. Mal organizzata, cara e dispersiva, la 'festa' appare più che altro l'ennesimo monumento che il sindaco veltroni erige al proprio ego.. lui, il ragazzo filo-americano ma cionondimeno comunista (!), che taglia i servizi alle periferie e sgombera i centri cultturali con le manganellate.. esattamente come il suo analogo bolognese. Del resto quando un comunista ha il mito di tex willer e di john wayne beh.. c'è quasi sicuramente qualcosa che non va. Grazie sindaco! a roma chi è povero lo è sempre d più, chi è isolato lo resta, chi prova a metter su iniziative culturali gratuite ed indipendenti viene randellato dai celerini, chi osa passeggiare in centro con una birra in mano viene multato come nella new york di rudy giuliani.. ma stiamone certi, finchè c'è veltroni le inaugurazioni e i divertissement per l'alta borghesia burocrate, bottegaia e palazzinara non mancheranno mai. (C)asta la vitoria siempre! Farhenheit 10/11 di Dying Theatre 12-10-2006, 14:09 Ieri. Un velivolo si schianta su un grattacielo di Manhattan. Alla guida, anzichè un emulo di Osama Bin Laden, c'è una star del campionato americano di baseball. Il presidente Bush, per lavare l'onta, ha dichiarato guerra a 19 stati sovrani aventi i confini geopolitici a forma di guantone. Speriamo che il prossimo a schiantarsi non sia un calzolaio. Ancora dalla mailing list dell'Angelo Mai sgomberato: di Dying Theatre 12-10-2006, 14:01 "Roma non è un film - C'è Roma dell'apparenza, Roma europea dei grandi eventi, della solidarietà in vestito da sera, Roma del Sindaco buono e di tutti, Roma con lieto inizio e lieto fine, zuccherosa, stucchevole, ma soprattutto virtuale, millantata, inesistente. C'è Roma dei precari, dei migranti, degli artisti sfrattati e delle famiglie senza casa, che sottrae diritti e possibilità. In questa Roma di tutti i giorni, quando si spengono i riflettori, iniziano gli sgomberi delle case e le espulsioni, si inventano centri di detenzione per un giorno, si chiudono spazi, si riducono le garanzie. In questa Roma "al buio", bande fasciste colpiscono indisturbate migranti, diversi, spazi sociali; mentre gruppi di cittadini si autoproclamano giustizieri in nome di una sicurezza per pochi. E ancora, nella Roma "al buio", energie, fantasie, capacità creative e progettuali vengono falcidiate dall'inconsistenza valoriale delle Istituzioni, che non sanno e non vogliono ascoltare. C'è Roma semplice, senza conflitti, pacificata, patinata, inventata. C'è Roma complessa, difficile, contraddittoria, creativa, posta ai margini dei pensieri della politica. Noi scegliamo la seconda, perché è quella in cui viviamo la nostra quotidianità. Laddove mille linguaggi si incrociano e combattono per preservare le proprie differenze. C'è Roma dove la cultura, la socialità, il disagio, la politica, le condizioni di vita vengono indagati da sociologi indagatori, suddivisi tra gli assessorati competenti, sezionati da tecnici sezionatori, incasellati in appositi Centri di Costo (che ad ogni porzione consegnano le briciole della grande torta della globalizzazione), infine suddivisi tra ciò che merita il paradiso della visibilità e il grande regno sotterraneo dell'invisibilità. Noi parliamo di una città altra, diversa, sostanziale. La città dei mille conflitti e delle mille possibilità, di una vita migliore per tutti. E parliamo oggi di una cultura altra, libera e pubblica. Libera dai "mercanti d'arte", dalla girandola dei bandi "sopravvivi se sei dei nostri….", libera dall'effimera costrizione a produrre il grande evento, libera da una nuova elite di affiliati e da una massa che implora qualche osso avanzato. Pubblica, nel senso originario e sperduto del termine, pubblica nel senso della gratuità, della condivisione, della ricerca, dello scambio, della crescita collettiva. Il contrario della competizione, della logica appaltatrice, del mercimonio. Una cultura che si riappropri, uno per uno, dei legami con il mondo, che si riscopra parte della realtà, una cultura conflittuale per sua stessa natura che produca pace ma non pacificazione, senso ma non apparenza, interpretazione ma non conoscenze preconfezionate. Una cultura che sia politica, sociale, che invochi ribellione delle coscienze, che sia utile a comprendere e non a disperdere il senso del mondo. Una cultura che pretenda diritti e spazi per sé e per tutti. L'Angelo Mai e la Ex Lavanderia nascono e vivono per recuperare la relazione tra luoghi e sensi. Il manicomio, la memoria dell'Istituzione totale, è la metafora forse più significativa dell'idea di separazione e di esclusione della differenza. Il suo riutilizzo non può non tener conto della sua storia ed è per questo che perseguiamo il sogno basagliano. I cancelli furono aperti perché chi ne era prigioniero potesse uscire nella città ma anche perché la città potesse entrare e riappropriarsi di quei luoghi trasformandoli nell'opposto del manicomio. Dall'esclusione all'inclusione. La Ex Lavanderia, le sue iniziative culturali sono solo l'allusione a ciò che potrebbe diventare l'Ex manicomio di Roma. Lo sgombero dell'Angelo Mai ci parla di come le contraddizioni che emergono a Roma vengano trattate alla stregua di problemi immobiliari o di decoro urbano, ignorando il desiderio espresso più volte da una parte della cittadinanza larga e variegata. Il dialogo è solo un modo ipocrita di descrivere un monologo. Nel momento in cui anche l'altro vuole esprimersi, questa volontà diventa il pretesto per usare le maniere forti. Questo sgombero è un segnale preoccupante per tutta la città, oltre che una realtà durissima per tutti coloro che all'Angelo Mai avevano avviato i loro progetti (che non vengono considerati un valore di cui preservare l'esistenza e la continuità) o semplicemente trovato un posto dove sentirsi a casa. Il Centro Storico e l'Ex Manicomio vengono ridisegnati, "belli senz'anima", scatoloni indifferenziati dove collocare ciò che serve al mercato, dove ogni segno di identità debba essere cancellato, ogni contraddizione espulsa. Noi vogliamo portare al Centro della Città la nostra libera e pubblica cultura, l'immaginario di un'altra città possibile." Requiem (for a dream) di Dying Theatre 11-10-2006, 04:24 COSI' IL COMITATO ORGANIZZATIVO DELL' "ANGELO MAI" COMMENTA LO SGOMBERO SUBITO IL 4 OTTOBRE: -- 4 ottobre 2006 -- Veltroni, il sindaco "di tutti", sgombera l'Angelo Mai di tutti [da domani mattina su www.angelomai.org le foto dello sgombero] "Il buonissimo Veltroni ha colpito ancora Oggi, 4 ottobre 2006, alle 8 del mattino le forze di polizia in borghese hanno fatto irruzione all'Angelo Mai occupato (Roma) per imporre lo sgombero. Lo sgombero è arrivato senza alcun preavviso, andando a interrompere la trattativa in corso tra occupanti e Comune e andando contro i precedenti accordi verbali presi tra le due parti nel luglio scorso, che prevedevano la prosecuzione delle attività culturali all'interno dell'Angelo Mai in concomitanza con l'inizio dei lavori di ristrutturazione dello stabile. Questo periodo di transizione e coabitazione tra cantiere e laboratorio culturale avrebbe dovuto consentire che si svolgessero nel frattempo i lavori di ristrutturazione dell'ex bocciofila di piazzale Numa Pompilio, sede alternativa proposta dal Comune per la prosecuzione delle attività culturali. Ad oggi, di fatto, i lavori non sono iniziati veramente in nessuno dei due posti, se si escludono pochi interventi "di facciata". L'ex bocciofila, dove il Comune di Roma dichiara che la ristrutturazione è "a buon punto", è uno scheletro di ferro a cielo aperto. In perfetto stile "bolognese" nessun rappresentante del Comune si è presentato all'Angelo Mai, lasciando gestire la situazione interamente dalla polizia. Non solo, è stato negato ai rappresentanti istituzionali (senatori e deputati della Repubblica, consiglieri comunali, regionali, provinciali e municipali) di entrare nell'edificio durante lo sgombero. Il consigliere regionale Giuseppe Mariani, che chiedeva di poter entrare, è stato aggredito dalla polizia municipale in borghese. Svenuto, è stato portato da un'ambulanza, arrivata dopo oltre venti minuti, al pronto soccorso dell'ospedale S. Giovanni. Immediatamente una delegazione si è recata in Campidoglio per chiedere ragione dell'azione ingiustificata delle forze dell'ordine e cercare di incontrare il vicecapo di Gabinetto del Sindaco Luca Odevaine, che per tutta la mattinata non aveva risposto ai numerosi inviti al dialogo. La risposta è stata, ancora una volta, la forza. La delegazione entrata in Campidoglio è stata violentemente respinta dal corpo di polizia municipale, che tra l'altro si è arrogato una funzione istituzionale che non gli compete. Tra le persone che hanno subito quest'ennesima aggressione ci sono stati alcuni feriti. Nel pomeriggio una decina tra camionette e macchine della polizia hanno invaso il rione Monti e una ventina di celerini in assetto antisommossa sono entrati nell'Angelo Mai, imponendo l'uscita immediata di coloro che erano ancora all'interno dell'edificio. Visto: - che il Comune di Roma ha dimostrato ancora una volta la sua scarsa serietà nella gestione delle trattative politiche con chi non è allineato col suo modo di vedere e vivere questa città, - che non è stato mostrato nessun interesse a tutelare la continuazione delle attività, - il modo violento con cui il Comune sceglie di "risolvere" i problemi della città, l'Angelo Mai ha occupato simbolicamente la struttura dell'ex bocciofila a piazzale Numa Pompilio per mostrare alla città intera le reali condizioni dello spazio e le bugie della nostra amministrazione. Invitiamo tutti - a venire a constatare di persona le condizioni di questo nuovo e "prestigioso" spazio in via delle Terme di Caracalla 55 - a partecipare all'assemblea cittadina di domani, giovedì 5 ottobre, alle ore 18 allo Strike s.p.a.(via U. Partini 21 – Portonaccio) non è stato solo uno sgombero, ma una spedizione punitiva voluta da Veltroni ed eseguita da Luca Odevaine e Claudio Minelli Caro Veltroni, Roma non te la regaliamo" L'Angelo Mai occupato - www.angelomai.org esisteva di Dying Theatre 06-10-2006, 18:04 fino a ieri, a Roma, un luogo di libera fruizione/creazione culturale. cinema, teatro, installazioni audiovisive, musica, scultura, pittura, letteratura, eno-gastronomia, mostre fotografiche ed iniziative informative politiche, culturali e sociali erano quanto veniva offerto, gratuitamente o quasi, ogni giorno a MIGLIAIA di frequentatori d'ogni età, d'ogni censo e formazione culturale. Il nome d questo posto era Angelomai. Da ieri, grazie alla prima giunta post-comunista che roma abbia mai avuto, questo posto non esiste più. Sgomberato a forza ad opera dei celerini inviati dal ragazzo degli anni '50 walter veltroni. Grande cinefilo ed ex ministro dei beni culturali. Lo stesso che da anni taglia i servizi alle periferie ed appoggia la grande e media imprenditoria dei divertimenti notturni nel centro storico. Occorreva la prima amministrazione d sinistra per assistere a tale scempio. Un minuto d riflessione, prego. Da ieri il diritto alla libera fruizione artistica, qui a roma, è venuto a mancare. ----- Original Message ----- From: Matteo Stefani To: Matteo Stefani Sent: Wednesday, October 25, 2006 4:17 AM Subject: -- Esatto, il signore eccentrico, canuto e sdegnoso che VUOL saltar la fila in copisteria sono IO. Quel che vedete è solo un 'fake'.. o, come ama dire il più Erudito tra gli utenti di filmtivvù, un 'Troll'.. anzi, facciamo un TrollEY, così scivoliam via più lisci e sgommanti. No, la verità è che alla Cop-Isteria (malattia psicosomatica che colpisce solitamente i poliziotti) ho sempre preferito la calma serafica di JOAN LUI. L'uomo Serafino. Giacchè SerafiCo. Questioni di consonanza, e poco altro. Esatto, "calma serafica".. per gli anglofoni, letteralmente, "nightcunt quietness".. già.. sembra il titolo dell'ultimo john grisham, non trovate? il punto è che a Grisham ho sempre preferito una buona GRICIA.. decisamente più saporita. oh, tornando a bomba: dunque il vero Costantino Romano, dissacratore di probe file copisteriche, son ben lieto d'esserVi. E delle risatine degli universitari sudati ben poco me ne giovo.. siamo schietti: ogni gregge ha le proprie, mansuete, rituali frivolezze.. i 12 studentelli in agglomerato umano che sbottano a ridere quando un Poeta declama se stesso beh, son ben equiparabili, per senno e 'funzione sociale', alla platea del costanzo show che si spella le mani quando l'inebetito imbonitore finge d farsi scappare una par(i)olaccia! insomma.. stiam davvero a dar retta agli umori delle masse? oggi e qui? in piena era post-ideologica, post-edonista, post-almarket e, mal che vada, post-impiedi..? in piena NewEcOnomatopeiCazzucciLoroneroA1000dollariAlBariletturaInchiavecriticadellaResistenzaAfirmaPansa..? eh no dai. Tanto d cappello al folle, sognatore, utopista, narcisista-paranoide signor Costantino che degli universitalioti se ne impipa e, in maniera del tutto arbitraria, provocatoria ma COLORATA (e magari autoironica) esige di saltar la fila, e d'esser riconosciuto universalmente quale il grande poeta che non è mai stato! meglio lui o il cinquantaseienne imbolsito e bottegaio che ci vende pane e formaggio a peso d'oro e la fila la fa fare agli altri..? eppure di costui nessuno ride.. come mai..? mah.. questione di scelte.. di modo d'approcciar la vita.. c'è chi ama star sempre nel mezzo d'una folla, protetto, a deridere gli altri, e chi dalla calca si sposta, si SMARCA, non temendone i beghini Giudizi. Di certo, nella vita, non procreerò minimamente. Nè contribuirò a che altri provvedano in mia vece. Ma se proprio dovessi, in linea teorica, anch'io alla mia (in)degna prole regalerei un Geniuspop. Che il resto della 'fila' prenda pure il numeretto per BIG JIM, o per l'opera omnia di giampaolo pansa.

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