Ora, mettendo x un attimo da parte venezia, mi chiedo perchè mai il cinema orientale, mediorientale, o dell'est europeo, debba essere dogmaticamente ed inoppugnabilmente premiato e osannato in ogni suo singolo, santissimo, esito espressivo..? che brutto periodo quello ke ho appena scritto.. mi spiego meglio: capiterà anche a kiarostami, o a kim ki duk di sbagliare un film.. (vedevo pochi giorni fa' 'bad guy' di quest'ultimo.. beh.. dùpalle! con la d maiuscola..), però per la critica occidentale costoro sono considerati infallibili, sublimi, inarrivabili.. costantemente 'fuori concorso per mancanza di concorrenza'..Perchè, mi chiedo, questa sorta di 'timore riverenziale' nei confronti di realtà cinematografiche, certamente vivissime e di grande suggestione, ma a volte francamente sopravvalutate, o comunque idolatrate 'a prescindere'..? Forse perchè è tipica dell'osservatore occidentale la tendenza a prendere posizioni assolutistiche riguardo a certe realtà culturalmente dissimili dalla propria.. o le si odia o le si osanna.. magari (in ambo i casi) non fermandosi umilmente a riflettere sul reale significato di certi simboli, di certi messaggi, di certi codici di comunicazione, affascinanti certo, ma del tutto alieni rispetto alla 'nostra' tradizione artistica e culturale! voglio dire.. è un po' facile definire 'sublime' un lunghissimo e silenzioso primo piano.. o la rappresentazione cromatica d'uno splendido scorcio paesaggistico della dacia meridionale.. o dei monti tibetani.. o d'un crepuscolare vespro andino.. ma avrebbe la stessa forza quella stessa storia se ambientata, che so, nei sobborghi di bergamo?? no, agli occhi d'un critico nostrano sembrerebbe svilita.. dissanguata d'una carica poetica ed evocativa che rischia, in tal modo, di essere unicamente 'visiva', 'paesaggistica', esotica, perciò inconoscibile, perciò artistica! eh no.. così è assai semplice.. forse che i sentimenti, la forza morale, l'inventiva e l'emozionale 'missione' straniante del cinema siano presenti solo in medioriente, piuttosto che in corea.. e non anche a busto arsizio.. o, che so, a bergamo bassa..? Una singolare conferma di quanto da me sostenuto è, ad esempio, rinvenibile nella cinematografia di andrej mikhalkov koncalovskij.. regista russo osannato dalla critica dominante (cfr., in tal senso, mereghetti), 'autore' difficile e rarefatto, che un giorno pensa bene di sbarcare ad hollywood e di sfornare, uno dopo l'altro, due 'capolavori' del calibro di 'homer ed eddie' e 'tango e cash'.. Ora, forse che a carmelo bene fosse bastato un viaggetto oltreoceano x diventare il peggior mctiernan..? e pasolini.. non mi risulta abbia mai girato 'il ritorno di giovannona coscialunga' x imposizioni produttive.. nè per 'fare cassa'.. Ebbene, o si E' autori o non lo si è.. a me personalmente basta un tango e cash x guardare con diffidenza l'intera filmografia d'un presunto 'autore'.. considerato tale solo finchè, x forza di cose, era costretto a girare nei poetici e spartani villaggi della natìa madre russia.. ora vi ha fatto ritorno.. portandosi appresso bryan adams, giusto così, per dare un tocco di colore alle contraddizioni ed agli orrori della crisi cecena.. Ma per favore.. non bastano luoghi esotici o venti minuti di silenzi evocativi x fare del buon cinema.. a volte si deve aver il coraggio di mostrare le quotidiane tragedie che si consumano tra giungle di cemento, di lamiere, d'asfalto rovente e mancanti d'umanità.. figurarsi di poesia. Ecco cosa dovrebbe saper fare un grande autore.. non ritrarre, silente, i fiori dove crescono, ma farli nascere dove è solo deserto.