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La notte dell'agguato

Regia di Robert Mulligan vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La notte dell'agguato

di luisasalvi
4 stelle

Il tema, proposto come continuazione di Sentieri selvaggi, potrebbe anche essere interessante: la nostalgia del mondo lasciato e la difficoltà del nuovo, la pretesa del vecchio di riprendersi chi gli apparteneva solo a metà; ma, già trattato male in Gli inesorabili, qui non è neppure sviluppato: Peck si fa una bella vacanza, con grandi passeggiate e corse insensate, a piedi o a cavallo, in boschi situati in ambienti molto belli, ma monotoni e visibili solo a tratti; Sam (Peck) non sembra una guida; la scarna vicenda è assurda; l'indiano (cattivone) ammazza tutti quelli che incontra sul suo cammino, ma quando raggiunge moglie e figlio rapisce di nascosto la moglie che non lo vuole, stordendola con un pugno, con rischio suo, anziché sparare a Nick e riprendersi anche il figlio che invece lo vuole, approfittando dell'assenza di Sam che, avvertito appunto da Nick del suo imminente arrivo, aveva pensato bene di andarsene per mettere in guardia due messicani che abitano lontano e che naturalmente trova già ammazzati; poco male perché, al ritorno, recupera la donna che l'indiano non si sa perché ha abbandonato svenuta nel bosco; altre corse; l'indiano altre volte evita accuratamente di sparare o di uccidere Sam, per non far finire troppo presto e troppo male il film, anche se sappiamo che ha buona mira e molta ferocia e lo conferma uccidendo con un solo tiro, da lontano e di corsa, il povero Nick che l'aveva sotto tiro ma che anziché sparargli decide, non si sa perché, di chiamare Sam; ma Sam ricambierà la cortesia: dimostra alla moglie di essere più bravo e più astuto di lui e di saper sentire quando lui arriva, si apposta in casa e lo aspetta con il fucile puntato; è l'unico momento di "tensione" del film, quella di capire cosa diavolo ci fa, a fucile puntato, in casa sua; lo sapremo quando l'indiano spinge la porta che Sam aveva gentilmente lasciato aperta per lui (ma lui come faceva a saperlo? e avrà pensato che fosse aperta per un invito a cena?) e lo vediamo entrare; lo vede anche Sam, ma lo ferisce solo di striscio, consentendogli di scappare, inerpicarsi e tendergli un agguato; naturalmente anche questa volta non lo uccide; lo colpirà dopo, una volta disarmato, lanciandogli un coltello. Insomma, tutta una serie di assurdità inutili per un film sostanzialmente statico e insensato, il cui unico movente resta taciuto: il piccolo parla solo indiano, la donna tace perché non è più abituata a parlare la sua lingua, e Sam invita ripetutamente ed eloquentemente entrambi a comunicare, cioè a chiedere il cibo o il sale, esempi ripetuti, credo, come tocco di finezza psicologica.
Non avendolo cancellato l’ho rivisto ieri sera credendo di non averlo mai visto, e per tutto il film non ne ho ricordato nulla; solo ora, per scriverne, con sorpresa ho scoperto che l’avevo già visto e ne avevo già scritto. Non mi era mai capitato, credo, di dimenticare così totalmente un film (ma ricordo bene, ora, il mio commento); ieri l’ho guardato per rilassarmi e non pensare, non mi sono posto problemi, anche se risultavano evidenti le assurdità narrative…

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