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Quei bravi ragazzi

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

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La recensione su Quei bravi ragazzi

di Serum
7 stelle

La parabola di Henry Hill è come quella di un aspirante attore che sogna di arrivare ad Hollywood, ma una volta che ce l'ha fatta si rende conto che le luci della ribalta servono solo a nascondere le mostruosità di un mondo spietato. Inizia la sua carriera di gangster con la bramosia di grandezza che solo un adolescente può provare, si lascia assuefare da una quotidianità fatta di fancazzismo, sorrisi, soldi a palate e donne a profusione (per la quale si può tranquillamente essere disposti ad ammazzare o rubare), senza alcuno scrupolo, irridendo chi vive onestamente. Però l'età adulta lo porta, volente o meno, a grattare la superficie: si rende conto di quanto sia facile finire fatti a pezzi e gettati nell'immondizia, resta allibito di fronte alla leggerezza con la quale viene rimproverato Tommy per le sue "bravate" da psicopatico ed inizia a saturarsi degli eccessi a cui quella vita lo sottopone (la tossicodipendenza, le molte amanti impossibili da gestire, il doversi costantemente guardare le spalle). Ma soprattutto, capisce la più amara delle verità: per sopravvivere in quel mondo bisogno essere disposti a sacrificare tutto e tutti, in barba a quella facciata di serenità familiare tanto farlocca quanto bella da ostentare. Così nel momento del bisogno si ritrova da solo, consapevole che le persone che lo hanno cresciuto come un figlio probabilmente lo faranno ammazzare appena prova a mettere il naso fuori di casa, e l'unica soluzione che trova è quella di finire nel "nulla" della normalità che in gioventù lo aveva avvicinato alla malavita. I gangster movie di Scorsese successivi agli anni '80, come Casinò o lo stesso The Irishman (dei quali questo film può essere considerato l'archetipo), hanno su di me un effetto simile: mi divertono, li riguardo sempre volentieri, li trovo accattivanti e dotati di un dinamismo invidiabile, ma mi comunicano un velato senso di confusionaria ridondanza che non riesce a farmeli amare del tutto. È un effetto che hanno in comune con alcuni film di Tarantino: belli e sicuramente da consigliare, ma il rapporto tra fumo ed arrosto mi pare leggermente sbilanciato in favore del primo.

 

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