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The Transfiguration

Regia di Michael O'Shea (II) vedi scheda film

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La recensione su The Transfiguration

di Atreides
6 stelle

Un horror/Non-horror in cui regna l'alienazione e il fatalismo. The Transfiguration può essere definito il  Lasciarmi Entrare (Let the Right One In) nero, non solo per il colore della pelle del protagonista ma per una sensazione che, nel corso di tutta la pellicola, evoca lo yin e yang. C'è tanto contrasto tra buoni sentimenti, la volontà di accettare il diverso, la forza dell'accettazione contro il degrado e l'ignoranza da una parte, il degrado della periferia, la ghettizzazione, la trasformazione della disperazione in violenza e il fatalismo dall'altra. Non cambieremo mai la nostra condizione sociale ma giocando sporco possiamo prosperare nel nostro piccolo angolo di mondo incrostato di sangue e altri liquidi corporei.

 

Milo è all'inizio dell'adolescenza (14-15 anni) e vive un'alienazione pressoché totale, vittima di bullismo a scuola, non parla con nessuno e torna rapido a casa dal fratello maggiore, che vediamo esclusivamente sul divano a guardare la TV, in ogni scena, ma poi scopriamo perché si comporta da recluso: in passato è stato membro della brutale gang del quartiere e poiché ha voltato loro le spalle, non può uscire a causa della minaccia di rappresaglie.

Milo ha un'ossessione per i film e i romanzi sui vampiri, da Dracula Nosferatu fino Lasciami Entrare, sia il bellissimo romanzo di Lindqvist che il film svedese del 2008 tratto dallo stesso. Milo si è convinto di essere un vampiro, forse lo è davvero. Anni prima, sua madre si era suicidata per dissanguamento ed è stato in quell'occasione che Milo ha assaggiato per la prima volta il sangue. Milo, a differenza dei vampiri di cui si legge più spesso nei romanzi, non è danneggiato dalla luce solare, non è infastidito dall'aglio e, di conseguenza, crede che questi siano solo miti sui vampiri e in diversi dialoghi afferma di cercare il massimo grado di realismo possibile nella fiction sui vampiri.

 

Lasciami Entrare non è solo citato, ma ne viene anche ricalcata in un certo senso la trama, dotandola, però di connotazioni che riflettono più problematiche sociali che individuali. Milo infatti incontra una ragazza sua coetanea, una ragazza che passa il maggior tempo possibile fuori da casa per sottrarsi agli abusi del nonno violente a cui è stata affidata. Non ha nessuno, e sottrarsi agli abusi familiari per lei vuol dire consegnarsi a quegli dei piccoli criminali di Brooklyn.

 

Milo e Sophie hanno appena cominciato a vivere ma sono già sull'orlo del baratro, si fanno sin da subito reciprocamente da stampella, lei cerca di convincere lui a leggere Twilight, Sophie è attratta dalla sua stranezza, ed è confortante. Milo trova in lei la ragione per combattere contro i suoi istinti.

Ma la Brooklyn di questo film è un ambiente intriso di fatalismo

 

The Transfiguration è un film che per quanto lento e a volte noioso, denota una maturità impressionante nel trattare temi delicatissmi quali lo stupro, l'abuso minorile, il degrado della periferia, l'alienazione dei più poveri, la routine fatta di spaccio di droga, omicidi quasi accidentali e antagonismi che animano la putrefazione del tessuto sociale portando alla cancrena di una sua parte.

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